Spettacoli

Scroscianti applausi al Centro Zō per il nuovo allestimento di “Solo l’amore conta”

Scroscianti applausi al Centro Zō per il nuovo allestimento di “Solo l’amore conta”, spettacolo ideato e diretto da Nicola Costa con testi liberamente tratti dagli scritti di Pier Paolo Pasolini. In scena, con al collo il fazzoletto rosso e tanta voglia di recitare a costo di affrontare ogni fatica e sacrificio, i volenterosi e impetuosi allievi del laboratorio di drammatizzazione permanente, afferente al “Centro Studi Teatro e Legalità”: Francesco Caramanna, Angelo Colina, Tiziana Cosentino, Tiziana D’Agosta, Lucia Di Carlo, Giusi Giarratana, Marina Mercorillo, Leonardo Nicolosi, Salvo Quartarone, Nicoletta Schilaci, Aurora Spatafora e Francesco Vanella, Aiuto regista Alfio Emanuele Mazzaglia.
In 67 minuti, tanto è lungo lo spettacolo, Nicola Costa è riuscito a condensare e decodificare, con il filtro della propria sensibilità, il pensiero eretico e corsaro – e quindi indigesto – di Pier Paolo Pasolini, il noto intellettuale e poeta, giornalista e romanziere, sceneggiatore e regista, deceduto in modo drammatico 50 anni fa.
Pasolini usò i suoi scritti e le immagini dei suoi film per lanciare una terribile invettiva contro il consumismo, la TV, la Chiesa, gli intellettuali, i benpensanti piccolo borghesi, colpevoli – a suo dire – di essere diventati lo strumento di un potere spregevole, che omologa i vari strati sociali portando al genocidio culturale e ad un modello di sviluppo senza progresso. Di contro, PPP esaltava il sottoproletariato, i marginali, gli oppressi, gli sfruttati, baluardo– sempre a suo dire – di una cultura autenticamente popolare destinata a soccombere contro l’ideologia edonistica, profanatrice del senso del sacro.
Tutto questo ed altro ancora emerge nello spettacolo “Solo l’amore conta”, in cui due attori hanno incarnato il giovane ed il vecchio Pasolini, prologo ed epilogo di una vita spesa ad analizzare i profondi cambiamenti in atto nella società italiana dal secondo dopoguerra in poi. Le lucide riflessioni pasoliniane, per certi aspetti, continuano ad avere una inquietante attualità, soprattutto per il suggerimento a ricercare nella nostra vita l’autentico sentimento dell’amore, qual forza propulsiva che fa superare i propri limiti e fa raggiungere un nuovo livello di consapevolezza e libertà.
Ivano Fossati, che sempre provoca un’esperienza interiore ed un’emozione profonda con le sue canzoni, ha costituito il commento musicale di “Solo l’amore conta”, spettacolo che si è concluso con un senso di messianica attesa in un futuro affidato alle classi popolari di pasoliniana memoria: “Alzati che si sta alzando la canzone popolare. Alzati che sta passando la canzone popolare se c’è qualcosa da dire ancora ce lo dirà”.

Foto e video di Lorenzo Davide Sgroi

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