EccellenzeL'Intervista

Simona Impellizzeri e il dono dell’Arte

Partecipa alla prima mostra, realizzata da Alcide Euclidea e il gruppo ‘90, quando ancora è in accademia e una sua opera viene selezionata come copertina di un testo didattico di ambito musicale. Prosegue il suo percorso artistico con altre mostre ottenendo diversi riconoscimenti; espone a Taormina, Acitrezza, Acireale, Catania, Acicastello, Castiglione, Milo, ma anche fuori dalla sua Sicilia in città tra cui Milano, Chieti, Bari e partecipa a diverse manifestazioni organizzate e gestite dall’Associazione “Charm of Art” attiva sul territorio nazionale e all’estero. Selezionata per concorrere alla Biennale di Roma, partecipa al progetto “Extra” con il gruppo “I love Etna”. Membro attivo di importanti associazioni culturali fornisce il suo contributo nella realizzazione di attività rivolte alla diffusione dell’arte. Nella sua pittura emerge il desiderio d’esprimere la parte profonda della sua umanità e del suo essere donna. L’introspezione è l’elemento di partenza che ricorre spesso nella sua pittura, è l’idea nonché il mezzo che ne permette la realizzazione. Per Simona l’espressione artistica ha quindi una funzione “salvifica”, “animica” e rappresenta lo strumento più efficace di comunicazione per trasmettere ciò che alberga nel suo intimo al mondo intero ovvero che, come afferma lei stessa: “L’arte è un dono, lo specchio di comunicazione profonda fra me e lo spettatore”.

Ciao Simona! L’arte è il filo conduttore che lega la trama di tutta la tua vita. Chi sono stati i tuoi maestri, punti di riferimento artistici e di stile?

I miei studi accademici mi hanno portato a conoscere bene gli artisti passati, ad apprezzare ciò che volevano esprimere attraverso l’espressione artistica interiorizzata, trasmessa nel loro modo di sentire la vita, l’amore, la dedizione ma anche la sofferenza. Spesso molti di loro furono considerati folli e asociali, ma non tennero conto di ciò facendo si che il loro messaggio restasse indelebile e perpetrasse fino ai nostri giorni. Con questa premessa intendo far capire che non ho dei modelli artistici ben precisi di riferimento, ma mi ha sempre affascinata la loro storia, la storia di tutti coloro che hanno lottato al fine di poter sfruttare al massimo per questo dono chiamato arte. Il loro esempio di vita e di creatività mi supporta nel cercare dentro di me stessa per ascoltare tutte quelle sensazioni e stati d’animo che sento urlare dentro prepotentemente.

Nelle tue opere un tema ricorrente è la figura femminile. Che storie ci raccontano le donne che tu rappresenti?

La rappresentazione costante della figura femminile nelle mie opere è una trasposizione del mio vissuto in immagini. Non sempre si riesce ad esprimere in maniera fedele e cristallina alcune sensazioni o esperienze personali, ma considero l’arte come una forma di terapia, uno specchio del nostro modo di sentire la vita, l’arte mette a nudo e dona voce a tutto ciò che riguarda la sfera emozionale, non sempre facile da esternare e condividere… Dunque quella donna rappresenta la parte di me che difficilmente può venir fuori a parole, essa custodisce tanti tasselli della mia esperienza personale o sociale che nel tempo mi ha portato ad intuire, una ricostruzione nonché ad una crescita individuale e umana.

Come vivi la tua esperienza di artista emergente in un’isola come la Sicilia? Vorresti avere più opportunità, più occasioni, o pensi che il talento vada al di là della collocazione geografica e sociale?

A mio parere non esiste una collocazione, esiste una voce da diffondere, un contributo… Portare se stessi agli altri è come una missione! La Sicilia è la mia casa ed è mio dovere trovare opportunità per esprimermi soprattutto qui, ma anche altrove; se verrà “altro” e mi riferisco alle opportunità, questo sarà e verrà da sé.

Come vedi la tua evoluzione artistica? Nuovi orizzonti o prospettive?

L’elaborazione di un’opera spesso e volentieri sfugge al mio volere, appare un’immagine, un significato l’urgenza di esprimerlo. Capisco solo dopo la storia che viene espressa in immagini o simboli che hanno, per assurdo, un filo conduttore con ciò che poi accade realmente e vivo nell’immediato futuro, dopo aver realizzato l’opera. Quindi non saprei proprio definire la mia evoluzione artistica: vado creando spontaneamente d’istinto e questo è un aspetto fondamentale, ma l’istinto è impregnato di significati attinti, spesso inconsapevolmente, dalla profondità del mio essere e anche questo aspetto non può mancare. Capisco perfettamente che ho molto da imparare e il mio desiderio è migliorare costantemente, anche tecnicamente, attraverso la pittura ad olio, della quale non posso fare a meno, e forse il tempo di una vita è davvero troppo breve!… Spero di cuore di poter conoscere nuove forme d’arte e nuove persone, approcciare con culture diverse, per arricchire la mia libertà creativa. Ed è sicuramente questo l’obiettivo principale per il mio futuro artistico.

Grazie Simona, ti auguriamo il meglio!

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