Si è tenuta nel Monastero di Camaldoli la tradizionale Settimana Teologica del Meic

Fedele alla propria tradizione che vuole il periodo della pausa feriale, particolarmente propizio per coltivare la riflessione e sviluppare il confronto, il Movimento Ecclesiastico d’Impegno Culturale ha l’annuale Settimana Teologica presso la consueta location del Monastero di Camaldoli. L’iniziativa si riconduce a un percorso triennale già delineato, scandito in tre tappe, aventi per tema: per il 2025, la questione del genere; per il 2026, il rapporto degli umani con macchine e animali; per il 2027 il rapporto individuo/società. Temi scelti, da approfondire e dibattere nell’ottica di offrire, non soltanto ai soci, ma alla Chiesa e alla società tutta, elementi e strumenti che possano contribuire alla formazione di un pensiero illuminato dalla fede e articolato in un dialogo col mondo. Particolarmente impegnativo per le implicazioni di ordine teologico, scientifico, etico e antropologico il focus dei lavori svolti: “Maschio e Femmina li creò: il messaggio della Fede alla prova del gender”.
Perciò sono stati chiamati a relazionare insigni studiosi e specialisti dei vari campi toccati dal tema. Su quanto rilevato su di esso e, più in generale, sulle indicazioni emerse dai lavori a cui ha partecipato, abbiamo colto le impressioni tratte dal Presidente del Meic di Catania, dott. Filippo Uccellatore.
Dott. Uccellatore come si collocano gli incontri di Camaldoli nella vita pluridecennale del Meic?
A metà degli anni 30’, per ispirazione di Giovanni Battista Montini, il futuro Paolo VI, il Monastero di Camaldoli venne scelto come sede delle Settimane di cultura e teologiche, che furono organizzate dal Movimento Laureati di Azione Cattolica, e che prevedevano la partecipazione anche di donne, cosa allora decisamente nuova. Da allora, esso è diventato l’annuale appuntamento di fine agosto prima del Movimento Laurati, oggi del Meic, ed è un punto di riferimento per la chiesa italiana e per la vita politica e culturale del Paese. Nel 1980, il Meic (Movimento ecclesiale di Impegno Culturale), adeguandosi alle prospettive indicate dal Concilio Vaticano II, ha sostituito e rinnovato il Movimento Laureati, segnando un rinnovamento assai impegnativo, nella sua duplice qualifica di ecclesiale, come ponte tra fede e società, e di culturale, come cura della cultura, intesacome elemento di relazione, di incontro e di dialogo con tutti, di impegno di lettura della realtà e di giudizio critico, per una maturazione della coscienza civica, essendo la cultura nella sua natura intrinseca, un insieme di valori, di libertà, di capacità, di vita in un continuo processo coerente alla difesa della dignità della persona. Per le annuali settimane teologiche, la Presidenza di turno sceglie le aree tematiche su cui viene articolato il programma. Esse sono anche momenti di preghiera e di riflessioni religiose in condivisione con la Comunità monastica. Quest’anno ad esempio, è stata celebrata la liturgia penitenziale nel Giubileo della Speranza.
Presidente quali sono le esigenze sottese ai temi scelti per la settimana teologica di quest’anno?
Con il dibattito su alcune questioni quotidiane socio-culturali, come la omosessualità, le unioni omosessuali e la loro genitorialità, il transessualismo, l’incrocio Gender/queer, la comunità LGBTI, che sono confluite nel gran contenitore ideologico costituito dalla teoria del Gender, portata ad una costruzione storico-sociale e antropologico- culturale, quale assunzione di compiti, ruoli, funzioni mediante la socializzazione, il Meic ne ha fatto una riflessione profonda biblico-teologica, antropologico-morale, socio-psicologica, pedagogica ed ecclesiale, alla luce del testo sacro della Bibbia, consapevoli che esso non è un trattato di antropologia, e non va interpretato alla lettera, ma ci indica “un sistema valoriale da comprendere e salvare”.
Quali gli elementi più salienti emersi dalle relazioni e dal dibattito a cui lei stesso ha preso parte?
Quando parliamo di sesso e di genere viene fuori la vecchia contrapposizione tra natura e cultura. Da un lato, la determinazione del sesso alla nascita, dall’altro le regole sociali, i comportamenti che la società associa a maschi e femmine. I temi trattati sono stati: Dio e il diritto alla differenza, “identità al bivio”: percorsi di altro genere, identità e persona: tra complessità e semplificazione, identità sessuale e antropologia cristiana, questione gender e sfera pubblica inclusiva. Ed è stato dato risalto a: le differenze sessuali nella Bibbia, il sesso come natura corporea, genere come costrutto sociale, gender come ruolo e orientamento di genere, libertà come padrone di tutto e responsabilità, identità della persona come soggetto sociale, non contrapposizione tra natura e cultura tenendo conto delle diversità e della complessità. Il tutto viene illuminato dalla rivelazione cristiana nel nuovo comandamento che Gesù ci ha dato: amatevi come Io ho amato voi. Il mio intervento ha riguardato l’aspetto biologico della persona ed è consistito sul funzionamento del corpo umano come un sistema complesso in equilibrio dinamico tra la flessibilità enorme della regolazione dell’espressione genica e la rete di comunicazione tra cellule, tessuti e organi. E di questo la società ne deve tenere conto sia dal punto fisico, sia dal punto psicologico, in particolare riguardo alle cure ormonali e interventi chirurgici nel cambiamento del sesso.
Qual è il retaggio della settimana teologica per le attività del Meic nel prossimo anno sociale?
Il tema del prossimo anno è: Il rapporto uomini/animali/ macchine. Il dibattito riguarderà, in una prospettiva filosofico-teologica, il rapporto tra umanesimo e tecnologie a partire dagli ibridi cellulari che sono di grande interesse per comprendere sia gli aspetti nuovi della biodiversità sia meccanismi di grande impatto per la salute umana, alla clonazione dei mammiferi, allo sviluppo digitale con l’intelligenza artificiale e le sue applicazioni. Occorrerà una formazione culturale digitale e una etica adeguata allo sviluppo tecnologico. La linea di condotta la troviamo nell’enciclica Laudato Sì del 2015 di papa Francesco.