Cultura

Rita Cocuzza: “Ultima Dea”

Quanto profondo, assoluto, dev’essere un amore per essere considerato perfetto? E quanto c’è di divino e di soprannaturale in esso? O di umano, nel possesso e nel dono di sé?
Tutti interrogativi che percorrono, intrecciandosi a momenti appassionati ed estremi, la vita della protagonista del romanzo “Ultima Dea” di Rita Cocuzza, Erga edizioni – Genova.
Stella è una giovane donna segnata dalla tragica morte della madre Lydia, uccisa durante una rapina. La sua vita scorre malinconica all’ombra del padre, avvocato illustre della città, e del fidanzato, promettente avvocato che suo padre considera come un figlio.
La scoperta di un insospettabile segreto legato alla madre stravolge ancora una volta la vita della ragazza. Quando un giorno Stella scopre un insospettabile segreto della madre, non riesce più ad essere la stessa e decide di ribellarsi a un futuro scritto dal padre autoritario, che le ha messo accanto un fidanzato ambizioso che si rivela anche infedele.
Così sale su un treno e fugge dalla sua città per rinascere in una cittadina del Nord, dove s’innamora di un artista performer bello e carismatico, che vuole piegare il corpo alla mente sfidando il fuoco e incastonando gemme nella sua pelle. A lui si consacra, come fosse un dio, scoprendo di possedere un corpo da vivere, quasi come una religione, capace di dare estasi. Dunque, evoluzione.
Così, tra sogni, incubi e la lettura dello stupefacente diario della madre, Stella finisce con il muoversi anche in un’altra dimensione. Il mondo della femminilità assoluta, in cui diventa normale persino dialogare con antiche dee capaci d’illuminare l’esistenza umana. Ed ecco gli archetipi: Donna Luz, la ballerina Luna e la sua stessa madre, Lydia.
Ma quest’enorme sommovimento interiore la conduce all’ennesima delusione: nell’eccezionale può nascondersi proprio la convenzionale normalità da cui si fugge.
Così tornerà a casa, in Sicilia dove, con l’intrecciarsi di affetti vecchi e nuovi, farà i conti con il passato e i suoi lati oscuri, scoprendo ancora, di sua madre, tutto ciò che non avrebbe mai voluto sapere. E che eppure la esalta, le cambia ogni prospettiva, la fa donna matura e consapevole.
Dea, anch’essa.
Resa tale dall’accettazione dell’imperfezione dell’amore, dal perdono.
E dalla comprensione che è proprio l’imperfezione a rendere un amore perfetto.
E allora tutto può succedere, anche che un soffio divino si manifesti attraverso un figlio, un uomo, gli amici, la natura, il mare… La vita prende un nuovo assetto e riparte dalla leggerezza e dall’amore per sé stessi.

Rita Cocuzza, giornalista e imprenditrice, è nata a Pavia, vive da sempre a Catania dove si è laureata in Lettere Moderne e ha conseguito un master in Estetica della Moda della Comunicazione e dello Spettacolo. Dopo aver cresciuto tre figli, nel 2009 pubblica Vòltati, il suo primo romanzo e nel 2016 crea, con una socia, un’azienda e lancia l’amaro “Indigeno”, un elisir in cui cerca di condensare i profumi dei giardini antichi di Sicilia. Nel suo percorso di scrittrice indaga con acutezza l’evoluzione del “sentimento” nel nuovo millennio, legato alla profondità e al corpo femminili. Ha scritto per Erga a quattro mani con Nicoletta Fontana il racconto L’amica ritrovata, pubblicato in “Genesi del mondo nuovo”, libro polisensoriale con testi, video, musica e immagini dei vincitori del concorso creailtuolibro.com.

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