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Prende il via la seconda settimana della XXI edizione dei Teatri di Pietra

Giovedì 10 luglio prende il via la seconda settimana della XXI edizione dei Teatri di Pietra in Sicilia a partire dal Tempio della Vittoria di Himera (PA) con “Del labirinto e altre storie”. Lo spettacolo andrà in scena venerdì 11 e inaugurerà la stagione all’Agorà di Halesa a Tusa (ME), sabato 12 presso l’Area Archeologica di Solunto (PA) e domenica 13 al Loggiato di San Sebastiano a Melilli (ME). Inoltre, è previsto il debutto di altri due spettacoli: “Euridyce” domenica 13 al Teatro Monte Iato di San Cipirello (PA), e “Il viaggio del meschino” sabato 12 presso il Loggiato di San Sebastiano a Melilli (ME).

“Del labirinto e altre storie” (MDA Produzioni) è tratto da Calvino, Ovidio e Virgilio con Carlotta Bruni, Elisa Carta Carosi, Lorenzo Della Rocca, Paola Saribas, Rino di Martino e la regia di Aurelio Gatti, danzateatro dove come Proteo, sembra che anche il labirinto eluda ogni tentativo di comprensione, presentandosi continuamente sotto forme diverse. “Eurydice” della Compagnia dell’Arpa (drammaturgia di Elisa di Dio e Filippa Ilardo con Davide Campisi): “Sulla sponda di un Acheronte abitato dall’ombra, in una prospettiva dove il tempo è mobile e la memoria viene erosa Eurydice si rivolge a Orfeo che tesse trame di canto per tentare-le vie dell’impossibile. Il-poeta incarna la disperazione di chi resta sulla terra, in preda alla lacerazione per l’assenza del corpo e delle manifestazioni vitali di chi si è amato”.  Infine “Il viaggio del meschino” tratto dal Guerrin Meschino di Gesualdo Bufalino, in scena Nino Giannotta, chitarra classica e Miriam Palma canto e recitazione. “È un lavoro che riflette sulla condizione della vecchiaia, il lamento del vecchio Puparo, appena il Puparo comincia a raccontare, viene preso dal fuoco dell’arte e rinvigorito, comincia a raccontare rimanendo lui stesso ipnotizzato dalle sue parole. La non voce la voce altra, essere assoggettato essere posseduto dalla sua voce. La voce dell’altro dall’alto”.

L’idea da cui prendono vita i Teatri di Pietra, nasce proprio dal concetto di rete e dalla reale valorizzazione del Patrimonio monumentale e paesaggistico attraverso le arti performative che rendono nuovamente vitali e attuali temi come la partecipazione e la cittadinanza: questo è fare Rete. Una prassi su cui il Maestro Aurelio Gatti, direttore artistico della manifestazione, ha insistito molto con le istituzioni siciliane con lo scopo ultimo di restituire la forma e il significato ancestrale alla relazione multipla tra le differenti comunità, il territorio con la sua storia, gli artisti e i ricercatori.

Con più di 80 spettacoli in 19 siti di 7 province, il Maestro Aurelio Gatti, quest’anno, è riuscito ad unire idealmente in un’unica “rete” tutta la Sicilia, da nord a sud da est a ovest: da Palermo (Terme Arabe di Cefalà Diana, Tempio della Vittoria di Himera, Castello Beccadelli Bologna di Marineo, Villaggio preistorico Faraglioni di Ustica, Antiquarium Case D’Alia di San Cipirello) a Trapani (Tempio di Hera di Selinunte), da Agrigento (Chiesa Madre di Caltabellotta, Eraclea Minoa, Cattedrale Antica di Montevago, Villaggio Bonsignore di Ribera)a Siracusa (Teatro Akrai di Palazzolo Acredide e Loggiato San Sebastiano di Melilli), da Messina (Agorà di Halaesa),al cuore della Trinacria con Enna (Castello di Sperlinga)

“Il Teatro è il miglior strumento per valorizzare il nostro grande patrimoniodichiara il direttore artistico a condizione che rimanga integro nella sua funzione di rito collettivo perché, altrimenti, si riduce a un’esposizione formale che poco a che a vedere con la riflessione sulla bellezza e sull’uomo.  La robustezza e l’azione dei Teatri di Pietra si fonda sulle volontà espressa e aderita da parte di artisti, compagnie, operatori culturali di fare rete, da una parte, e dall’altra dalla convinzione che ogni territorio è importante quando si esprime nella cura e valorizzazione dell’identità delle comunità.”

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