Sociale

Salesiani, riparte da Catania la scommessa educativa per ridare speranza ai giovani meridionali

Dal quartiere di San Cristoforo un’iniziativa che potrà estendersi a tutto il Sud Italia: in via Santa Maria della Salette, sede della comunità di religiosi, sarà infatti inaugurato domenica 28 settembre dal rettor maggiore della congregazione, don Fabio Attard, un innovativo progetto sociale che intende ridare speranza e dignità a quei giovani spesso costretti a scegliere tra emigrazione ed economia illegale. Salvo La Rosa, che condurrà l’incontro del giorno prima a Cibali: “ancora estremamente attuale, soprattutto nel Meridione, il sistema educativo di don Bosco”. La scommessa di reclutare volontari per fare degli oratori centri di rinascita prima di tutto culturale. Il giorno prima, il sindaco Trantino conferirà a don Attard la cittadinanza onoraria di Catania.

È dal quartiere catanese di San Cristoforo che parte la nuova scommessa educativa dei Salesiani nel Sud Italia: in via Santa Maria della Salette, sede della comunità di religiosi, sarà infatti inaugurato domenica 28 settembre dal rettor maggiore della congregazione, don Fabio Attardun innovativo progetto sociale che intende ridare speranza e dignità a quei giovani spesso costretti a scegliere tra emigrazione ed economia illegale.

Quella dei Salesiani è una comunità religiosa di quasi quattordicimila persone organizzata in 92 ispettorie e presente in 137 nazioni. In Italia gli ispettorati salesiani sono sei, con sedi a Roma, Milano, Torino, Mestre, Napoli. E Catania, dove l’ispettore è don Domenico Saraniti, felice della visita nella nostra città di don Attard, la cui elezione, nel marzo scorso a undicesimo successore di don Bosco, “ha rappresentato una nuova alba per la Congregazione, pronta a rafforzare la sua missione educativa e di trasformazione sociale, soprattutto per i giovani delle realtà più povere”.

Don Saraniti ha parlato di San Cristoforo come di un “un quartiere tradito in cui forme evidenti di povertà e marginalizzazione, hanno fatto esplodere fenomeni come dispersione scolastica, maternità precoci e, naturalmente, lavoro nero, criminalità e violenza”.

Ecco perché la presenza di don Attard sarà importantissima: per lanciare un percorso educativo di formazione professionale che consenta ai giovani meridionali di diventare protagonisti delle proprie vite, sperimentando talenti e competenze per inserirsi nel mondo del lavoro.

Salvo La Rosa, che condurrà l’incontro del 27 settembre a Cibali con don Attard

Ridare ai giovani la speranza, insomma. Come ha sottolineato Salvo La Rosa, che condurrà sabato 27 settembre nel cortile dei Salesiani di Cibali “l’incontro tra don Attard ed ex allievi e allieve, figlie di Maria Ausiliatrice, salesiani e amici e amiche dei salesiani”.

Chiamati a essere segni di speranza è il titolo della lectio magistralis del Rettor Maggiore che, ha sottolineato La Rosa – il quale ha ricordato di aver trascorso, da ragazzo, le ore più belle proprio nell’Istituto San Francesco di Sales di Cibali – “fa comprendere quanto sia ancora estremamente attuale il sistema educativo di don Boscosoprattutto in una città come Catania in cui i Salesiani sono da sempre protagonisti”.

“Qui – ha concluso – i giovani hanno bisogno di un aiuto, di un sostegno, di un progetto. Proprio quelle cose che la Scuola salesiana continua a dare con grande gioia e con grande professionalità. Così ci prepariamo ad accogliere il Rettor maggiore in quest’ambiente straordinario”.

E, al termine della lectio magistralis, il sindaco di Catania Enrico Trantino conferirà la cittadinanza onoraria al Rettor maggiore.

L’indomani alle 10,30 nel Teatro Metropolitan, don Fabio Attard presenzierà alla festa per il cinquantesimo anniversario del Movimento giovanile salesiano e la sera, come detto, sarà all’oratorio Salette per inaugurare un progetto che partirà sì da Catania, ma sarà esteso a tutta quella Sicilia in cui la presenza salesiana consiste in diciassette comunità, quattro delle quali, appunto, nella città etnea. Salesiani sono i parroci di dodici chiese dell’Isola, quattro delle quali sono pubbliche. E tre si trovano a Catania, dove, è presente ormai da un secolo il centro professionale di Barriera.

In tutta la Sicilia si contano diciannove oratori, ai quali collaborano complessivamente oltre 2.800 volontari. Ma per far funzionare le strutture ci sono anche 250 dipendenti, tra cui dieci dirigenti.

I Salesiani, poi, gestiscono due scuole affollatissime di giovani, una a Catania, nel quartiere di Cibali, cioè il già citato istituto San Francesco di Sales e l’altra a Palermo, il Don Bosco Ranchibile.  Sempre a Palermo è attiva la scuola professionale al Gesù Adolescente.

La scommessa è dunque quella, come ha ribadito don Saraniti, di chiamare a raccolta tutte le forze sane, reclutando volontari per fare degli oratori dei centri di rinascita prima di tutto culturale e realizzare quella che i Salesiani chiamanopromozione integrale della persona.

“Il fine è anche spirituale – ha concluso –, quello di dar vita a comunità in cui nessuno si senta escluso e tutti possano scoprire la bellezza di crescere insieme, per costruire un futuro migliore”.

L’incontro con i Carabinieri di qualche mese addietro a San Cristoforo
Lo Svegliaquartiere nell’oratorio delle Salette all’inizio del Grest estivo
Don Fabio Attard, rettor maggiore dei Salesiani a fine settembre in visita a Catania

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