L'Opinione

Nostalgia delle minoranze giudiziose

Schiumano rabbia a fiumi, e se non fai attenzione rischi di esserne travolto perché è rabbia cieca che non sente ragioni. Una pensa di dire una banale ovvietà riconoscendo a Renzi il merito di avere dato una salutare scossa ad una situazione che si stava incancrenendo. Perché era evidente che dentro il governo Conte 2 gli alleati non si sopportavano e, come se non bastasse, nemmeno gli appartenenti ai due maggiori partiti della coalizione, 5Stelle e PD, se la passavano bene sotto lo stesso tetto. Del resto, stanno litigando anche ora che è entrato in scena un nuovo direttore d’orchestra con il prestigio di un Mario Draghi.
Si rassegnino: la mossa è andata a buon fine ed è bene che sia così. Il governo di Conte non lo ha ucciso Matteo Renzi, che altrimenti meriterebbe di chiamarsi Maramaldo. Capitano di ventura, rimase marchiato di infamia perchè affondò la lama nelle carni di Francesco Ferrucci già ferito. Il quale non era da meno, quanto a spregiudicatezza, ma nell’occasione difendeva la libertà della Repubblica fiorentina, mica bacherozzi! Conte, invece, dopo un anno e mezzo di traccheggiamenti, aveva perso persino la speranza di ottenere qualche risultato. Sarebbe, appunto, maramaldesco chiedergli che fine hanno fatto gli Stati generali di Villa Pamphili, il piano Colao e le centinaia di consulenti e comitati speciali con i quali ci ha frastornato per nascondere il suo vuoto.
“Ma – dicono – ha fatto tutto questo casino con un partito di appena il 2%”. Con questo ragionamento a pera, pensano, addirittura, di sferrare il colpo del ko. E invece svelano tutta la loro propensione verso il regime. Un regimuccio pur che sia, purchè non ci siano rompiscatole a creare problemi. E la cosa da buffa, si fa anche un tantinello ridicola. Renzi si è ridotto al 2% e non siete contenti? Lo volevate ammazzare? Personalmente non ho apprezzato i suoi anni al governo. Ho scritto critiche pesanti (ma corrette e non offensive) quando dalle bocche di chi oggi lancia offese schiumanti di rabbia uscivano languide e ammirate lusinghe. Ma chi riesce a lasciare un segno con il 2% merita maggiore considerazione, ancor più dovuta se la pensi diversamente. Perché nella nostra storia repubblicana, piaccia o non piaccia, le cose migliori le hanno combinate le minoranze giudiziose, senza per questo parlare male dei partiti “di massa”. Si, proprio i fastidiosi e disprezzati partitini. Con la loro cultura che ha guidato la scelta verso la repubblica ed ha, subito dopo, lasciato indelebile impronta nella Costituzione. Quei partitini che hanno espresso uomini come Einaudi, Saragat, Nenni, La Malfa, Parri, Martino, Rossi, Pannella, Craxi (fermiamoci qui, ché si fa notte). E che sono stati decisivi nelle scelte fondamentali: scelta atlantica, adesione all’Europa, lotte per i diritti civili, diritti sul lavoro, SME, Euro. Erano partiti più piccoli anche perché non avevano paura a sostenere le scelte impopolari. Ed avevano anche l’umiltà di accettare i compromessi se erano utili a compiere comunque qualche passo in avanti. So benissimo che Renzi non ha niente a vedere con questa storia ed, anzi, li ha persino vilipesi quando il successo gli dava alla testa. Ma io non sono per Renzi. Dico solo che se Renzi ha fatto una cosa giusta occorre darne atto. E che delle minoranze giudiziose c’è tanto bisogno e tanta nostalgia.

Dal giornale online Pensa libero (www.pensalibero.it) per gentile concessione.

Nella foto: Ugo La Malfa e Giuseppe Saragat

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