CulturaL'Intervista

Marco Galluccio e la sua “Entropia dell’insalata”

Cosa c’entra l’entropia con l’insalata? Perché un’ora è divisa in sessanta minuti? Perché l’acqua di mare è salata? A queste e tante altre curiosità risponde l’ingegnere catanese Marco Galluccio, un appassionato divulgatore scientifico che ha collaborato con università, CNR, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e riviste specializzate come la rivista ufficiale della Marina Militare e Focus. In occasione dell’uscita del suo nuovo libro “L’entropia dell’insalata” in tutte le librerie nazionali e su Amazon, lo incontriamo per scoprire quanto la scienza possa intrigarci e appassionarci, nonostante il suo rigore.

Ciao Marco, il pubblico ha accolto con entusiasmo il tuo nuovo libro sulla scienza. Rendere “digeribili” argomenti complessi non è un compito facile, così come la capacità di divulgare scientificamente. Come è nata questa tua idea e a chi ti rivolgi con questo libro?

Pubblicare un libro era un sogno che conservavo nel cassetto da tantissimi anni per cui nel tempo ho raccolto parecchie idee e spunti. L’anno scorso, poi, quasi per caso, durante una chiacchierata tra amici a tavola ci siamo ritrovati a discutere su come mai si formino gocce su una lattina di birra ghiacciata. Da lì è nata l’idea di scrivere un testo che rispondesse ai perché dei tanti fenomeni fisici che si manifestano nella vita quotidiana. Grazie a Edizioni Dedalo, specializzata in divulgazione scientifica, e che, fra le altre cose, ha collaborato con trasmissioni come Superquark e Presa Diretta, ho avuto l’opportunità di realizzare il mio sogno.

Il libro è scritto volutamente in maniera “leggera”, con ironia e aneddoti curiosi, senza usare nemmeno una formula matematica. Al contempo, però, ho voluto mantenere un certo rigore, trattando i temi con metodo e accuratezza scientifica. Pertanto il testo è rivolto a tutti gli appassionati di scienza, con un occhio di riguardo agli studenti delle scuole superiori che provano ad approcciarsi a tematiche che spesso risultano distanti e ostiche.

La Sicilia è sempre stata una terra ricca di storia e arte, ma è anche la culla di importanti uomini di scienza, da Archimede ad Ettore Maiorana. In un’epoca dominata da contenuti multimediali spesso superficiali e privi di approfondimento, pensi di riuscire a interessare un pubblico che, purtroppo, sembra essersi allontanato dalla lettura approfondita, soffermandosi solo sulle prime tre righe di qualsiasi post sui social?

Oggi purtroppo il mondo dell’editoria cartacea è in forte sofferenza. Leggiamo tutti sempre più distrattamente, senza metabolizzare i contenuti che recepiamo, sfogliando a velocità documenti e immagini, con ben pochi spazi di approfondimento. Vogliamo tutto e subito, ma il risultato è molto spesso una conoscenza superficiale e incompleta dell’argomento.

Consapevoli insieme all’editore di queste difficoltà, abbiamo cercato di affrontare questa nuova era digitale con capitoli brevi, di facile lettura e frequentemente arricchiti di QR Code che permettano al lettore di accedere istantaneamente ad approfondimenti e contenuti extra.

Hai in mente altre pubblicazioni per il futuro? Ci sveli qualcosa al riguardo?

Come detto prima, ho tante idee messe da parte e altre in arrivo sotto la spinta di nuovi stimoli. Mi piacerebbe scrivere qualcosa sulla disinformazione mediatica e sulla corretta interpretazione delle statistiche, che affronti la realtà dei numeri su temi quali malattie, inquinamento, reati, dati meteorologici, ecc. Ritengo molto importante, soprattutto in quest’epoca di superficialità informativa, approfondire con spirito critico quanto ci viene propinato dai mezzi di comunicazione e analizzarlo avendo contezza dei dati veri; di questo ne faccio cenno più volte nel mio libro.

E ora, a bruciapelo, vuoi condividere con noi un segreto scientifico inedito, che magari non hai incluso nel libro?

Ce ne sarebbero tantissimi, siamo quotidianamente immersi in una marea di curiosi fenomeni spiegabili grazie alla scienza. Per esempio, vi siete mai chiesti come fa una borraccia termica a mantenere per così tanto tempo la temperatura del liquido al suo interno? La fisica può spiegarne i motivi, grazie ai concetti di trasmittanza e trasmissione del calore. Se volete saperne di più… aspettate la seconda edizione del libro!

Grazie, ad maiora semper.

Articoli correlati

Back to top button
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: