Politica

Grandi elettori, la maggioranza boccia Musumeci: giunta azzerata

«Non posso non prendere atto dell’esito del voto espresso dall’Aula e del suo significato politico. Se qualche deputato – vile e pavido – si fosse illuso, con la complicità del voto segreto, di aver fatto un dispetto alla mia persona, si dovrà ricredere. Perché il voto di questo pomeriggio – per la gravità del contesto generale – costituisce solo una offesa alle Istituzioni regionali, a prescindere da chi le rappresenta. Nella consapevolezza di avere ottenuto la fiducia del popolo siciliano, adotterò le decisioni che riterrò più giuste e le renderò note entro le prossime ventiquattr’ore». Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci dopo il voto dell’Ars che ha designato i tre Grandi Elettori per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Musumeci è arrivato terzo con 29 voti dopo Gianfranco Miccichè che ne ha avuti 44 e Nunzio Di Paola del Movimento 5 Stelle con 32. Un voto ciascuno Giuseppe Lupo (Pd), Anthony Barbagallo (Pd), Antonello Cracolici (Pd), Nello Dipasquale (Pd), Michele Catanzaro (Pd), Baldo Gucciardi (Pd), Giuseppe Arancio (Pd), Claudio Fava (Centopassi), Michele Mancuso (Fi), Riccardo Gallo (Fi), Eleonora Lo Curto (Udc). I votanti erano 67. Numeri alla mano a Musumeci sono mancati dalla sua maggioranza una quindicina di voti. Un segnale politico molto forte che fa venire alla mente quello del 2015 quando l’allora presidente della Regione, Rosario Crocetta, arrivò secondo con 39 voti e da lì cominciò in maniera netta la sua parabola discendente. Situazioni diverse ma in un certo senso simili.
“Il rispetto per le Istituzioni non è solo un dovere ma è anche un diritto. La differenza è sostanziale, perché i doveri si ottemperano, i diritti invece si scelgono e il diritto di rispettare le istituzioni resta sempre una scelta non negoziabile, soprattutto con la propria coscienza”. Lo ha dichiarato il commissario regionale della Democrazia Cristiana nuova, Salvatore Cuffaro, subito dopo l’elezione all’Ars dei tre rappresentanti siciliani da inviare a Roma per partecipare all’elezione del nuovo Capo dello Stato. “Io credo che oggi nel voto per l’elezione dei grandi elettori la maggioranza non abbia saputo proteggere questo diritto e non possono esserci ragioni che ne giustifichino il non rispetto – aggiunge -. Non è una bella pagina”.
Video messaggio durissimo del Presidente della Regione, Nello Musumeci, contro coloro che non lo hanno votato. Musumeci ha parlato di “atto di intimidazione” di “una sorta di resa dei conti” motivate dal fatto che non sono stati soddisfatti nelle loro richieste. Ha parlato di “viltà politica”. Si è rivolto quindi direttamente ai siciliani, i soli ai quali “devo dare conto”, dichiarando che il suo “Governo non ha padrini e non ha padroni” e non sarà condizionato da interessi personali o di parte. Musumeci ha però sottolineato che c’è bisogno di ristabilire un rapporto fra il Governo e la coalizione “ecco perché, come primo atto, azzero la giunta. Faremo un esecutivo che deve portarci fino all’ultimo giorno della campagna elettorale. Un esecutivo responsabile. Parlerò con i rappresentanti dei partiti del centrodestra, chiederò di darmi una rosa di assessori. Alcuni probabilmente saranno confermati e andremo avanti. Musumeci non lascia, raddoppia, rilancia”.
Le reazioni non sono mancate.
Gianfranco Miccichè, presidente dell’Ars: Danilo Lo Giudice, deputato regionale di Sicilia Vera e presidente del gruppo Misto all’ARS: “Le parole del presidente Musumeci, successive all’elezione dei grandi elettori della Sicilia, sono oltremodo offensive per tutto il Parlamento e per i suoi componenti che, piaccia o no, sono stati democraticamente eletti e rappresentano il popolo siciliano. Se vuole proprio essere concreto nel dare una mano alla Sicilia, il Presidente prenda atto di non essere più gradito non solo all’interno del parlamento, ma anche alla stragrande maggioranza dei siciliani e rassegni le dimissioni. Dispiace che in un momento così delicato di pandemia e con i contagi alle stelle, il Presidente della Regione invece di offrire soluzioni ci costringa a discutere di tematiche che sono ben lontane dagli interessi della Sicilia e dei Siciliani. Poiché non faccio parte della maggioranza, non credo che il Presidente Musumeci annoverasse il sottoscritto tra coloro che potevano designarlo quale grande elettore per la Sicilia; tale scelta non è determinata né da “questione di igiene” come lo stesso Presidente perché il sottoscritto non ha mai chiesto nulla di quei sottoboschi governativi, dove di certo risiedono figure ben vicine allo stesso Presidente che oggi si scopre novello della politica. Musumeci abbia il coraggio di fare nomi e cognomi, di dire quali sono state queste richieste irricevibili e, se è il caso, si rivolga agli organi competenti”.
La deputata di Forza Italia all’Ars, Daniela Ternullo: “Non mi sento una disertrice o peggio vile perché non ho espresso la preferenza per Musumeci durante l’elezione in Aula dei Grandi elettori. Non è notizia celata da mistero il mio esclusivo voto per il Presidente Miccichè. Ho votato con coscienza, in modo secco. Per tale motivo ritengo le parole di Musumeci profondamente offensive. Per quanto mi riguarda invito la Procura ad indagare sulle proposte irricevibili o intimidatorie che la sottoscritta avrebbe formulato al Presidente della Regione. Non penso che ai siciliani interessi chi vada in Parlamento a Roma per l’elezione del Presidente della Repubblica. Invito pertanto Musumeci a lavorare con responsabilità. Per quanto mi compete, finora ho sempre lavorato con impegno, dignità e coscienza. Dunque, che il governatore di una Regione possa solo pensare certe assurdità sui deputati è oltremodo grave”.
Il deputato regionale di Forza Italia, Michele Mancuso: “Sono sconcertato dalle parole del presidente Musumeci, durante e dopo i lavori d’aula. Chi parla è un deputato che è sempre stato leale, con il voto di oggi compreso, verso i siciliani e con la coalizione di maggioranza, Per tale motivo, nonostante il circoscritto momento di rabbia, non posso e non voglio accettare quanto affermato dal Presidente della Regione. Gli aggettivi come “pavido e vile” non sono consone all’istituzione che si rappresenta. Se i mesi che ci aspettano, da qui alla fine della Legislatura saranno quelli prospettati da Musumeci, forse è meglio che si dimetta per andare subito al voto. Lo dico con cognizione di causa, perché non risolve nulla azzerando – in parte – la Giunta. L’unico modo per scongiurare l’inevitabile è un azzeramento degli atteggiamenti di sfida, di chiusura e di supponenza. Serve il dialogo, quello costruttivo, che porta risultati. Nessuno ha paura di nessuno. Sono mesi che auspico un maggiore coinvolgimento di tutti. Dunque perché da parte di Musumeci c’è questa continua esigenza di mostrare i muscoli? Meglio le elezioni anticipate che uno scorcio di legislatura che di fatto imbriglia i siciliani in un gioco al massacro”.

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