Cronaca

Archeoclub Ionica Messina: salvate la chiesa di S. Sebastiano

A seguito della manifestazione “Chiese Aperte” Archeoclub area Ionica Messina ha lanciato l’appello per il recupero di un importante e poco conosciuto edificio religioso del territorio di Forza d’Agrò, la chiesa di S. Sebastiano.
L’associazione invierà alla Soprintendenza di Messina una richiesta d’intervento per la salvaguardia e tutela dell’edificio che si trova in contrada Maglie, a ridosso del castello. La chiesa di S. Sebastiano, di cui non si conosce l’effettivo proprietario, versa in pessime condizioni, è abbandonata e priva del tetto.
Le sue radici storiche sono poco conosciute , sembrerebbero risalire al XVI secolo. La chiesa di S. Sebastiano contiene un affresco nel catino absidale raffigurante il Dio padre.
Archeoclub area Ionica Messina chiederà che venga salvaguardata la parte di struttura ancora in piedi e si programmi un’adeguata messa in sicurezza.
Inoltre inserirà l’edificio nella campagna di sensibilizzazione “Absidi dimenticate”, ideata di concerto con la Fondazione Architetti nel Mediterraneo di Messina, finalizzata alla riscoperta ed alla valorizzazione di queste permanenze architettoniche minori, spesso pericolanti, dimenticate e cadute nell’oblìo, che si innestano come piccoli scrigni di bellezza nel paesaggio agrario del Valdemone.
“E’ incredibile – dice la vice presidente Archeoclub, Ketty Tamà – che l’affresco stia miracolosamente al suo posto malgrado i muri siano di fatto sbriciolati. Dobbiamo salvare questa chiesa!”.
Archeoclub area Ionica Messina ha scelto di aderire anche all’iniziativa di Archeoclub “Area integrata dello Stretto” per valorizzare la chiesa S. Maria di Mili, che ha un’importanza cruciale anche per la lettura della storia della zona Jonica.
Il presidente Filippo Brianni dichiara: «Abbiamo ritenuto importantissimo sostenere questa iniziativa anche perché stiamo dedicando il 2022 alle tematiche basiliane”, ha detto Del resto, la storia e l’architettura di Mili non possono essere lette in maniera autonoma rispetto ai monumenti basiliani di Itala, Mandanici e soprattutto S. Pietro di Casalvecchio Siculo, perché fa tutto parte di un processo costruttivo, di evoluzione tipologica e culturale dell’architettura bizantino-arabo-normanna del Valdemone, che tocca il suo apice proprio nell’area Jonica, prima di divenire ispirazione per le grandi cattedrali normanne del palermitano, di recente oggetto dei riconoscimenti Unesco».

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