Economia

Anci Sicilia: Recovery Plan per il Sud

Riunione svoltasi in videoconferenza con al centro del dibattito il Recovery Plan per il Sud. Si sono considerate le criticità del caso e trattate le proposte per i territori dell’Italia meridionale. L’idea è quella di una piattaforma comune. Presente all’incontro, insieme a tutto il Coordinamento delle Anci del Mezzogiorno d’Italia, il promotore dell’iniziativa, Leoluca Orlando, presidente di ANCI Sicilia e sindaco di Palermo. E, ancora, il delegato Anci per la Coesione territoriale e per il Mezzogiorno, Giuseppe Falcomatà; il presidente di Anci Abruzzo, Gianguido D’Alberto; il presidente di Anci Basilicata, Salvatore Adduce; il presidente di anci Calabria, Francesco Candia; il presidente di Anci Campania, Carlo Marino; il presidente di Anci Molise, Pompilio Sciulli; il presidente di Anci Puglia, Domenico Vitto; il presidente di Anci Sardegna, Emiliano Deiana.

Il timore è che il divario Nord – Sud si ricorfermi, nonostante il Recovery Plan, o che – addirittura – possa aggravarsi con uno sblilanciamento in direzione di sfavore per i territori meridionali. Così, dall’Anci arriva una nota, inviata al Presidente del Consiglio Mario Draghi e alle ministro Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini, con deleghe per il Sud e la Coesione sociale e per le Autonomie locali, cui chiedere un incontro che coinvolga, in prosieguo, anche i diversi dicasteri. Obiettivo: avviare un processo di transizione ecologica, ambientale ed economica che dia pari opportunità a tutti i cittadini italiani. “Riteniamo – dicono da Anci – che siano maturi i tempi perché si porti avanti un percorso di effettiva unificazione”.

Nella nota si spiega il motivo della riunione: “Nasce dall’esigenza di porre rimedio a una profonda diseguaglianza fra il livello comunale e gli altri livelli di governo nazionale, come più volte evidenziato dall’Anci“. E non manca la precisazione del potenziale insito nel Meridione d’Italia: “Il Sud, che rappresenta un enorme bacino di risorse culturali, umane e naturali, può essere una grande opportunità di ritorno, non solo economico, degli investimenti previsti dal Next Generation UE e dal nuovo ciclo di Programmazione. Perché ciò sia possibile – si propone – è necessario un processo riformatore che consenta agli enti locali di poter utilizzare competenze, risorse e procedure adeguate alla grande sfida europea, evitando che si confermi ed aumenti il divario istituzionale e territoriale e, sul versante dei diritti e dei servizi, si allarghino le disuguaglianze tra cittadini italiani. Tutto questo anche con l’obiettivo di consentire l’avvio della transizione digitale ed ecologica”.

L’incontro ha rappresentato un’ulteriore tappa di un percorso, avviati nei mesi scorsi, – spiega la nota – che ha visto anche momenti di interlocuzione con il Governo precedente e che nasce dall’esigenza di porre rimedio a una profonda diseguaglianza fra il livello comunale e gli altri livelli di governo nazionale, come più volte evidenziato dall’Anci”. Per far ben comprendere di quale diseguaglianza si stia argomentando: “riguarda l’ambito finanziario, le procedure e l’organizzazione oltre alla capacità progettuale e organizzativa delle realtà comunali”. Nel corso dell’incontro, si è fatta viva la necessità di avviare una riforma del sistema delle Autonomie locali per mettere gli amministratori nelle condizioni di utilizzare competenze, risorse e procedure adeguate alla grande sfida europea in modo da impedire disuguaglianze tra italiani.

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