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Aitana Lopez, la donna perfetta creata da AI

In molti, leggendo questo nome che circola con insistenza da qualche tempo sui social, si saranno inevitabilmente chiesti a chi appartenga. A un’attrice emergente per le sue capacità interpretative o a una donna che si è distinta per le sue attività professionali?
E invece no, pensavate forse che una donna potesse fare notizia per le sue competenze? Se lo avete pensato anche solo per un attimo, siete degli illusi!
Aitana Lopez è solo un bel nome creato ad arte per una immagine spudoratamente virtuale. Guardando le sue foto sul suo profilo Instagram facciamo veramente fatica a credere che non sia una donna reale e che sia invece solo un’illusione generata interamente da un’intelligenza artificiale.
Eppure è così! Lo ha confermato il suo creatore Ruben Cruzche che è anche il fondatore di una nota agenzia di modelle.
Aitana Lopez non è reale, è un artificio tecnologico che mostra una immagine di donna dalle forme perfette esaltate da una esuberante fisicità e, con le sue pose disinibite, si pone come una perfetta proiezione di un modello femminile finalizzato al soddisfacimento dei desideri sessuali maschili. Più che celebrare la dignità o la personalità della donna in quanto tale si mostra solo come corpo da ammirare e di conseguenza si trasforma in un misero concentrato di tutti gli stereotipi maschilisti che imperano prepotenti e che rivelano la vergognosa ipocrisia che impregna la nostra “allegra” società. Mentre pubblicamente si promuovono campagne di sensibilizzazione per una reale parità di genere, si continuano ostinatamente a produrre modelli, esattamente come questo, che invece sottolineano una diversità di trattamento e che autorizzano certe menti ottuse a ritenere legittimi non solo i propri comportamenti ma anche e soprattutto le proprie convinzioni sulla presunta superiorità maschile nei confronti delle donne.
Ma voi, probi perbenisti, non agitatevi per tanto ardire perché non siamo noi, donne invasate e femministe populiste, così come siamo spesso additate, ad affermare una simile assurdità, ma è stato lo stesso Ruben ad avere dichiarato, con il candore tipico dei maschietti, che per creare la sua modella si è ispirato a tutte quelle cose che piacciono alla nostra tanto amata società.
Lui, maschio di oggi, ha creato la donna perfetta per tutti quei maschi che non vogliono accanto donne pensanti ma solo belle bamboline da esibire in bella mostra.
E infatti non ha generato una donna impegnata ma una influencer in abiti succinti e atteggiamenti provocanti, come se la sensualità di una donna fosse l’unica caratteristica a definirla come oggetto esclusivo del piacere sessuale dell’uomo.
E ha centrato in pieno l’obiettivo poiché il profilo di Aitana in pochissimo tempo ha superato i 190mila followers e ha migliaia di interazioni giornaliere.
Ruben, con il corpo nudo di Aitana, ha denudato la nostra falsa morale e la sua creazione non è altro che l’impietoso specchio di questa nostra “allegra” società che sprofonda ogni giorno di più verso un vuoto identitario che ci impoverisce interiormente e che ci sbatte in faccia tutta la contraddittorietà dei nostri comportamenti. Se da un lato ci si batte per sfatare il falso mito del corpo perfetto, dall’altro continuiamo a mostrare apprezzamento solo per corpi longilinei ed esenti da difetti, corpi-diletto degli istinti del maschio.
Aitana è tutto questo, il suo aspetto fisico è, per l’ennesima volta, solo carne in esposizione, un oggetto sessualizzato che continua a giustificare una visione pubblica infettata dall’arretratezza di quel tanto contestato patriarcato che in molti si rifiutano di riconoscere.
Quelli che mettono like o che, addirittura, rispondono ai sui post, come se fossero opinioni reali, non sono degli stupidi o ingenui ma sono i “perfetti” figli della nostra “perfetta” epoca. Maschi che, traboccanti del vergognoso retaggio sessista, vedono la donna solo come una grande e unica estensione della sua vagina, su cui riversare una illusoria virilità. Ma anche donne che, soffocate dai dettami estetici imposti, ammirano con disperato anelito questa vacua immagine.
Aitana, figlia di questo incalzante progresso disumanizzante, ci guarda con i suoi occhi finti consapevole di essere tutto quello di cui abbiamo bisogno, un’immagine ideale, un corpo agognato, a cui donne reali vorrebbero ossessivamente assomigliare, un desiderio nascosto che certi maschi reali vorrebbero realizzare.
Ma è questo il futuro che vogliamo per noi? Che stiamo costruendo in nome di uno sviluppo collettivo?
AI dovrebbe essere progresso, non creazione di mostri che mantengono in vita polverosi retaggi culturali che hanno creato squilibri e disuguaglianza. Il progresso quello vero non può significare involuzione così come predetto dallo scrittore britannico Aldous Huxley:
“i progressi tecnologici ci hanno semplicemente fornito mezzi più efficienti per regredire”.
Ed è triste immaginare un simile futuro per tutti noi, donne e uomini, tutti immersi e annaspanti in un mondo fatto di solitudini individuali.

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