La mediazione dei conflitti, la rivoluzione del diritto

In un mondo caratterizzato da contrapposizioni fra potenze che vogliono imporre in modo unilaterale il loro dominio sulle altre, che si rifiutano di sottostare; in una società, come la nostra, in cui, almeno negli ultimi 20 anni, sono accresciuti egoismi individuali, disuguaglianze, ingiustizie, conflittualità, malessere sociali, si è indotti a porsi degli interrogativi circa i mezzi e gli strumenti più adatti per superare la crisi esistenziale del nostro tempo. La risposta è che bisogna allargare lo sguardo dentro e fuori di noi, individuando percorsi e strumenti nuovi nei campi dell’educazione, della formazione, della socialità, della cultura umanistica, giuridica e scientifica. E’ in questo contesto che si inquadra l’opera di Maria Martello, anche con la sua ultima pubblicazione, “Il senso della mediazione. Tra diritto filosofia e teologia”, in cui approfondisce il concetto di innovazione del diritto positivo, di rivoluzione del sistema giuridico, sviluppando l’elaborazione della filosofia e della cultura della mediazione nei rapporti umani e sociali, fra comunità politiche, fra Stati.
Dalla caduta del muro di Berlino, 1989, al crollo dell’URSS e allo scioglimento del Patto di Varsavia, primi anni novanta del secolo scorso, viviamo in un sistema internazionale, in un mondo ”post-westfaliano”, cioè in una dimensione geopolitica che, anche in virtù della globalizzazione, ha superato il concetto storico-giuridico di “Stato -nazione”, come sancito dal Trattato di Westfalia del 1648, che pose fine alla Guerra dei Trent’Anni e alle guerre di religione in Europa. In effetti il sistema internazionale “Westfaliano” era stato messo in discussione dai trattati seguiti alle due guerre mondiali.
Il nuovo sistema di relazioni internazionali, conseguente al crollo del bipolarismo, più che maggiore stabilità e benessere ha prodotto volontà di dominio sugli “sconfitti”, pericolosi nazionalismi, conflitti e guerre, come quella russo-ucraina, in realtà USA-Nato contro la Russia e che possono sfociare in catastrofi nucleari. Come invertire la tendenza, come costruire un sistema di relazioni internazionali fondato sulla diplomazia, la cooperazione, la solidarietà, la sicurezza di tutti, il disarmo e la pace?
Maria Martello offre il suo modello filosofico-umanistico di pedagogia della mediazione, cioè una strategia finalizzata all’ascolto e alla comprensione delle ragioni, delle paure, dei problemi dell’altro, sia esso familiare, amico, avversario, nemico. Ma anche l’ascolto e la comprensione delle esigenze e delle ragioni di comunità locali o nazionali, di Stati, quando questi sentono minacciati la propria sicurezza e il benessere esistenziale. Vale la pena considerarlo, approfondirlo e diffonderlo.
Gerard Terborch – La Pace di Westfalia 1648