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Louis Couturat: lingua universale, matematica e pace

Il 3 agosto 1914, sulla strada nazionale 7, nei pressi di Ris-Orangis, un’autovettura veniva urtata violentemente da un veicolo militare che portava ordini al fronte di guerra. Su quell’autovettura stava viaggiando Louis Couturat che morì poco dopo. Il veicolo militare pose fine alla vita di un filosofo, logico matematico e glottoteta di tendenze fortemente pacifiste.
Le sue opere avevano due obiettivi principali: costruire un linguaggio logico simbolo per tutte le scienze, costruire una lingua universale per mettere in comunicazione tutti i popoli tra loro e realizzare la pace universale.
Couturat fu uno dei primi filosofi della scienza e dei logici matematici della sua epoca. Pubblicò La Logique de Leibniz: d’après des documents inédits e Opuscules et fragments inédits de Leibniz che attirarono l’attenzione di molti matematici alla ricerca di soluzioni per risolvere i problemi generati dalla teoria degli insiemi di Georg Cantor. Desiderava realizzare una Characteristica universalis, un linguaggio simbolico da applicare in tutte le scienze. Si trattava essenzialmente di una forma di calcolo in cui venivano usati simboli. Questo grande progetto era una delle aspirazioni di G. W. Leibniz (1646-1716) ma non era mai stata concretamente realizzato. Il filosofo proseguì queste ricerche con L’algèbre de la logique (1905).
Queste opere ebbero notevole influenza sul pensiero di Giuseppe Peano, Bertrand Russell e Alfred Whitehead. Peano realizzò un linguaggio simbolico estremamente semplice che è ormai universalmente usato da tutti i matematici del mondo grazie ai Principia mathematica di Russell e Whitehead. Questo linguaggio soppiantò quello di Gottlob Frege che era decisamente più complesso.
Inoltre, Couturat era fortemente pacifista e desiderava realizzare una lingua universale per tutta l’umanità. Pubblicò un suo progetto: l’Ido. Insieme a Leopold Leau scrisse l’importantissima e fondamentale Histoire de la langue universelle e Les Nouvelles Langues internationales. Come altri pensatori ed intellettuali della sua epoca riteneva che la lingua universale fosse uno strumento fondamentale per favorire la pace universale. Per raggiungere la pace bisogna parlarsi e per parlarsi bisogna avere una lingua comune in grado di dire il vero e di dare il giusto nome e valore alle persone e alle cose.
In quegli stessi anni, Ludwik Zamhenof era divenuto famoso in tutto il mondo per l’esperanto. Era il progetto di una lingua universale che aveva una grammatica molto semplice ed utilizzava come lemmi le radici comuni alla maggior parte delle lingue. L’obiettivo era quello di facilitare le comunicazioni tra gli esseri umani e realizzare la pace universale. Zamhenof formulò l’homanarismo, una forma di umanesimo laico e pacifista. Il suo principale merito è stato quello di avere portato questo tema al grande pubblico. Prima di lui, la ricerca di una lingua universale era il privilegio di linguisti, teologi, esoteristi e matematici.
Recenti pubblicazioni hanno mostrato come questo tema sia presente in tutte le culture e tradizioni del mondo. Sin dall’antichità i saggi e i filosofi hanno riflettuto sul pluralismo linguistico e l’origine delle lingue. In tutte le culture, il pluralismo linguistico è stato visto come la punizione divina contro la superbia degli esseri umani. Nella Genesi, Dio punisce la superbia degli uomini che avevano costruito una torre altissima confondendo le loro lingue. La moltiplicazione delle lingue ha facilitato l’incomprensione tra gli esseri umani e quindi le guerre.
Sia i teologi (Kircher) che gli esoteristi (Swedenborg, Dee) hanno cercato di ricostruire l’idioma perfetto parlato da Adamo con lo scopo di realizzare la pace universale. Altri hanno formulato dei linguaggi segreti (Paracelso). In alcuni autori del XVI e XVII secolo (Postel, Kircher), l’utopia di una monarchia universale è connessa con la diffusione di una lingua universale. I progetti di lingua universali più complessi e affascinanti sono stati quelli di John Wilkins e George Dalgarno.
Con la pubblicazione del Progetto sulla pace perpetua dell’Abate Saint-Pierre (1727) e con il saggio Sulla pace perpetua. Un progetto filosofico di Immanuel Kant (1795) questo legame è stato spezzato. Nonostante ciò, la ricerca della lingua perfetta ha appassionato pensatori, linguisti e scienziati. Nei primi vent’anni del XX secolo, la ricerca della lingua universale era un argomento estremamente dibattuto.
Fa molto riflettere lo strano destino di Couturat. Era un pacifista e un promotore della lingua universale, ma la sua automobile fu travolta da un veicolo militare che portava ordini al fronte e alle trincee. Riteneva che la scienza potesse essere uno strumento di pace, ma già alla sua epoca le scoperte scientifiche erano state sfruttate per scopi bellici.
Nelle fasi iniziali della guerra tra Russia e Ucraina, tutte le televisioni e i media hanno mostrato i cittadini ucraini che costruivano trincee per opporsi all’esercito russo. Molti giornalisti hanno paragonato queste immagini a quelle della Prima Guerra Mondiale (1914-1918). Talvolta i politici hanno evocato l’eventualità dell’uso di armi atomiche.
Dopo 110 anni lo sguardo va lì: all’autoveicolo di Couturat travolto da un veicolo militare, alla mancanza di comprensione tra gli esseri umani, alla mancanza di una lingua universale che sia in grado di avvicinare tutti i popoli sui sentieri della pace.

Tutte le opere di Louis Couturat sono facilmente reperibili su Internet Archive.
Per una storia recente della lingua universale è consigliabile:
Umberto Eco, La ricerca della lingua perfetta, Editori Laterza, Napoli, 1993.

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