EccellenzeL'Intervista

Claudio Mogliotti, dal Piemonte alla Sicilia per amore della Bellezza

Claudio Mogliotti, piemontese di Asti, è l’ideatore e fondatore della “Tavola di Migliandolo”: luogo simbolico del sapere, della condivisione della Conoscenza. È il luogo che esprime il concetto dell’amore platonico per l’Arte, per la Bellezza. La “Tavola di Migliandolo”, è ospitata nell’antica dimora Nebiolo, a Migliandolo in provincia di Asti, e si propone come obiettivo la creazione di un ambito concettuale e spaziale, un luogo protetto e di ispirazione dove giovani artisti ed artisti emergenti in generale vivono nell’atmosfera di un antico cenacolo intellettuale, liberi di esprimere a pieno i loro talenti. Qui, artisti affermati e celebri svolgono la nobile attività di Maestri e contribuiscono alla formazione di giovani o meno esperti artisti, Allievi nella accezione più tradizionale del termine. Oltre a ciò, Mogliotti è il promotore del progetto artistico diffuso “Uova della Rinascita”. Cinque uova in ferro e cemento che nel giugno 2019 hanno fatto parte dell’installazione temporanea le “Uova della Rinascita”. Il progetto è stato realizzato in occasione dell’Evento della luce, un appuntamento annuale che ha avuto luogo il 18 giugno e nei giorni del solstizio estivo presso la Piramide-38° parallelo. La Piramide è un’istallazione artistica realizzata nel territorio di Motta d’Affermo e fa parte del più grande museo a cielo aperto d’Europa: Fiumara d’Arte, creato da Antonio Presti, l’ideatore dell’Atelier sul mare a Castel di Tusa.
Le “Uova della Rinascita” hanno poi lasciato quel luogo, per diffondersi in altri punti della Sicilia e dell’Italia; il primo è installato a Migliandolo – Asti, nella sede della residenza piemontese, il secondo nelle grotte del castello medievale di Sperlinga, un terzo verrà presto installato nel cortile di Palazzo Drago Airoldi di Santa Colomba in corso Vittorio Emanuele II a Palermo, grazie alla collaborazione con la proprietaria, creativa ed imprenditrice della Cultura, Celeste Bertolino Ballo, per gli altri si vedrà nel tempo di trovare luoghi emblematici della Rinascita siciliana e italiana.
Mogliotti sogna di poter realizzare un piccolo tassello di quello che potrebbe essere letto come uno sbarco di Bellezza e di Arte dal Piemonte alla Sicilia, col sincero desiderio di favorire un’ammenda storica di quello che, ormai chiaro ai più, fu un’efferata conquista militare a tutti gli effetti.

Quando e da cosa nasce il tuo interesse per la Sicilia e per i luoghi più nascosti e meno noti della provincia più dimenticata, cioè quella di Enna?

La Sicilia, nell’immaginario collettivo specialmente al Nord Italia è spiagge e mare, io amo certamente il mare ma anche e molto la parte di territorio che ne costituisce la stragrande maggioranza, l’entroterra. Amo le sue distese di natura incontaminata, di colline che cambiano colore come la tavolozza di un pittore, le montagne innevate in inverno, i gusti autentici, i feudi antichi, le tradizioni ancora intatte, il profumo delle zagare e soprattutto la presenza di un tessuto umano che ha mantenuto pressoché intatti i valori fondanti della cultura mediterranea e cristiana. La provincia di Enna certamente sintetizza questo.
Frequento la Sicilia da più di vent’anni, inizialmente e scontatamente come uno dei tanti turisti poi, pian piano, mi è entrata nel cuore e sì e sempre più radicata, attraverso profumi, sguardi, strette di mano, generosità, altruismo, onestà, paesaggi, architetture, chiese, Santi, linee di Sangue Reale, aristocrazia, nobiltà d’animo, cucina, feste, processioni, mare, Sole caldo e soprattutto la presenza di una spiritualità profonda e radicata nelle persone, che hanno ancora come riferimento quotidiano U Signuruzzu.
La Sicilia non è un’Isola ma un continente, un gigantesco caleidoscopio che va girato poco alla volta se no causa disorientamento per troppa Bellezza, proprio quella alla quale F. Dostoevskij attribuì l’obblige di salvare il mondo.

Alcune persone in particolare hanno indirizzato il tuo interesse verso queste contrade?

Difficile dire chi e quanti abbiano orientato il mio interesse verso la Sicilia ed in particolare verso l’entroterra, sono tanti piccoli tasselli di un gigantesco mosaico, che si sta costituendo e si arricchisce ogni giorno. Sicuramente posso citare diversi amici artisti, in primis Pippo Altomare il sincero amico che, di fatto, mi ha aperto le porte di Sperlinga, dove ho deciso di mettere le miei prime radici. Non posso non ricordare Carmelo Maria Rosso di San Secondo e Giovanni Castellana Russo, nobili discendenti diretti del Sangue Reale Normanno di Sicilia, che mi aiutano, costantemente e con precisione, a creare relazioni con le antiche Famiglie aristocratiche dell’Isola. Il sindaco Giuseppe Cuccì, psichiatra e raffinato intellettuale, mi ha inizialmente “studiato” da lontano, e quando ha compreso bene le mie reali intenzioni mi ha aperto le porte del paese ed il cuore. Primus inter pares Fra Salvatore Seminara O.F.M.Cap e Parroco di Sperlinga, un caro amico che mi ha accolto la prima volta che ci siamo incontrati davanti alla mia casa con un tonante “Pace e Bene!”; da lì abbiamo compreso entrambi la possibilità di fare grandi e nobili progetti insieme.
Ma ripeto ma potrei elencare persone all’infinito che, ciascuno con qualcosa anche se minimo, mi hanno convinto a diventare mezzo siciliano.

Com’è possibile, secondo te, integrare e conciliare il tuo interesse verso l’arte contemporanea, anche quella più sperimentale, e la tradizione culturale che ancora in parte sopravvive qui tra le pieghe della post-modernità e della contemporaneità?

La prima ragione pragmatica per la quale mi sono avvicinato a Sperlinga è stata, coerentemente con la mia attività di architettura ed immobiliare, quella di avviare il recupero di una parte del borgo rupestre al fine di realizzare un albergo diffuso ed atelier per artisti nelle grotte; pian piano il progetto procede ed in corso di realizzazione è subentrata anche la prospettiva di aprire un riferimento del mio studio di architettura, consentendo così a giovani laureati di trovare uno spazio di lavoro vicino a casa loro. La prospettiva di non dover lasciare famiglie, amici e luoghi amati per i giovani laureati, viceversa destinati inesorabilmente alla migrazione, è stata colta come un fatto importante. Come facciamo ad Asti anche a Sperlinga, con la direzione artistica di Pippo Altomare e di Filippo Altomare, faremo residenze per artisti italiani ed internazionali, cui seguiranno pubblicazioni e mostre nel meraviglioso ed unico castello medievale rupestre, messo a disposizione dal Comune. L’Arte in generale, e quella contemporanea in particolare è un formidabile veicolo di umanità ed il mio desiderio di costituire un Cenacolo e Simposio permanente, a ponte tra Piemonte e Sicilia, vede nell’Arte il principale collante tra le varie discipline umanistiche e scientifiche. La vera sfida è riuscire a sinergizzare, amalgamare e valorizzare Tradizione ed innovazione. Gli spazi delle grotte, del castello e del borgo rupestre si prestano magnificamente alla creazione di ambienti anche sperimentali di nuove forme d’arte, che si esprimano attraverso luci, suoni e colori.
Mi piace affrontare sfide in controtendenza e pensare di trasformare Sperlinga in un borgo d’Arte e di lavoro, portando artisti, artigiani, architetti ed in generale amanti del Bello, ad acquistare casa e fare i loro atelier, anche riuscendo a far rimanere dei giovani a svolgere professioni che sembrerebbero solo adatte a grandi città, mi stimola e motiva molto.

Hai scoperto tradizioni ormai scomparse e quali sono i tuoi programmi futuri?

Si può affermare senza timore di smentita che la Sicilia sia un’enorme rappresentazione della Tradizione. Dico spesso che solo per conoscere quelle religiose di tutta l’Isola non basterebbero dieci anni di quotidiana frequentazione. Le attività che l’umanità ha svolto nel corso di millenni, prima dell’avvento della tecnologia informatica e digitale, in ogni parte del mondo sono molto simili. Queste sono ancora molto chiaramente visibili, praticate e trasmesse in Sicilia, dove ci sono ancora tessitrici, ricamatrici, agricoltori, pastori, potatori, cestai ed un’infinità di peculiarità dell’agricoltura e dell’artigianato ancora vive e vegete. In Piemonte e nel resto d’Italia, specialmente nella provincia, non mancano certo le conoscenze ma il problema vero è la trasmissione ai giovani. Qui in Piemonte trovo ottantenni amareggiati per l’impossibilità di comunicare i loro talenti e competenze ai giovani, in Sicilia e a Sperlinga in particolare, trovo venticinquenni che hanno appreso gli antichi saperi da venerabili vecchi e praticano agricoltura e artigianato.
Cito a titolo esemplificativo il giovane agronomo, geometra e pastore Michele Di Pietro, al quale dico spesso che, qualunque cosa dovesse capitare, lui se la caverà, avendo un così variegato ed insolito curriculum.
Nei miei programmi futuri c’è l’idea di stimolare la creazione di una Scuola di Arti e Mestieri territoriale tra i Comuni di Nicosia, Sperlinga e Gangi.

Hai deciso di scommettere sulla Sicilia. Terra nobile, ricca, che non ha bisogno di conquistatori o di pleonastici salvatori. Come ti poni di fronte al popolo che ti ospita?

La domanda mi stimola molto, ritengo sia difficile porsi nei confronti dei siciliani con intenzioni diverse dall’apertura del cuore, del dialogo e del rispetto, per quanto conosco questo popolo, perché di questo effettivamente si tratta, non ci sono vie di mezzo; o ci si pone con intenzioni aperte e costruttive e allora si riceve del bene in maniera esponenziale rispetto a ciò che si è dato, oppure si vedono chiudere immediatamente porte, dialoghi e relazioni.
L’attitudine ad essere prudenti e spesso guardinghi è atavicamente radicata nei siciliani, infinite volte nella storia sono arrivati stranieri, persone nuove con le quali confrontarsi e dover fare i conti. Per questa prassi, consolidata al punto di diventare genetica, la natura dei siciliani cerca di prendere il meglio degli stranieri, l’intelligenza, l’apertura e la spontanea apertura sono, alle prime battute, elementi conoscitivi importanti con le quali filtrare e distinguere l’amico dal nemico.
Questo ha fatto grande l’Isola, la capacità del popolo siciliano di trarre il meglio dai vari stranieri che si sono succeduti, i siciliani non sono mai sottomessi, possono farlo credere a chi li conquista ma di fatto restano loro a guidare le danze, in una danza dove i sussurri agiscono più della forza.
Il fiuto sottile di chi è abituato ad ascoltare il suono ed il profumo del vento che cambia repentinamente, aiuta ad individuare il nemico anche solo da sfumature, da minimi dettagli che sfuggirebbero ai più, per essere certi di avere alleati che portino bene e non male. Un vecchio ritornello dialettale recita che: “Con le persone si può mettere fuoco o fare pane”, inteso nel senso che si può dividere con intenzioni bellicose e negative o fare pacificamente il pane insieme.
Ho raggiunto una profonda consapevolezza in questo senso e intendo, con le persone che scelgo e che mi scelgono, tra i componenti di questo nobile, orgoglioso e dignitoso popolo, mettere le mani insieme ed impastare il pane nella stessa maidda.
Partendo dal pane impastato, metaforicamente, insieme si possono fare pian piano castelli, partendo dai castelli ci si può trovare velocemente senza anche il pane.
La mia scommessa continuerà a seguire la regola dell’asino, u sceccu, che piano piano ma con tenacia e profonda determinazione raggiunge i propri obiettivi.
Mi rafforza e mi motiva sempre più la consapevolezza che i miei progetti non mirano solo al mio interesse, pur legittimo in parte, ma ad una ricaduta collettiva e come tali vengono letti, agevolati e promossi proprio dagli amici siciliani

Dicono di lui, i suoi amici siciliani, in un simbolico “giro orario” dell’Isola e dall’Italia

“Ho conosciuto Claudio Mogliotti poco più di tre anni fa, non nascondo che all’inizio ho valutato tiepidamente le sue osservazioni e le sue proposte; ormai ho preso l’abitudine a farlo, troppi e tanti diventano abili dispensatori di consigli utili e preziosi, da improvvisati manager turistici della domenica, di italica abitudine, senza ovviamente un impegno fattivo.
La svolta è avvenuta quando dopo aver acquistato la prima casa e ha cominciato a dimostrare che alle parole sono seguiti fatti concreti, conditi da aspetti mistici, fatalistici ed a tratti esoterici.
La cosa che maggiormente mi incuriosiva era la contiguità culturale che scopriva di giorno in giorno, come se le nostre origini Galloitaliche fossero diventate il richiamo misterioso e forte di ricongiungimento alle sue origini e alle sue radici perdute nella notte dei tempi.
Un richiamo forse, che il nostro Borgo evocava in lui.
Gli atavici ricordi e le sensazioni inconsce ed incomprensibili, secondo i canoni della razionalità, costituivano gli elementi chiari ed evidenti di una metanalisi esistenziale di ricerca di se stesso, in un viaggio dentro i meandri della ricerca dell’”essenziale” che pochi hanno il coraggio di fare.
La svolta per quanto riguarda la mia opinione su di lui è avvenuta quando sono stato in grado di cogliere la sua visionarietà, facilmente percepibile dai suoi occhi, soprattutto nello sguardo laterale, che mostrano una brillantezza particolare quando le visioni si manifestano nella sua mente.
Visionarietà intesa come capacità di proiezione proattiva nel futuro per delineare scenari inediti ed impensabili che, associati alla capacità di lanciare oltre gli ostacoli il proprio cuore, costituiscono elementi fondamentali di un approccio manageriale sano ed illuminato per la soluzione dei problemi con capacità innovative.
Tutti questi elementi conditi da un pizzico di narcisismo che lo caratterizza, che a queste dosi non guasta e soprattutto non è patologico, hanno permesso a Claudio di entrare in sintonia con le vibrazioni della nostra roccia che caratterizza il nucleo del sentimento comune della nostra gente e della nostra storia.
Un compagno di viaggio che camminerà a fianco a noi alla ricerca della Bellezza e dell’equilibrio che ci caratterizza.”

Giuseppe Cuccì – medico psichiatra, direttore generale di pubblico servizio sanitario
Sindaco di Sperlinga (EN)

È un caro amico con cui ho condiviso e condivido tuttora momenti di convivialità, esperienze artistiche, progetti, viaggi e tanto altro. Claudio trasforma in energia, con rispettosa religiosità, tutto ciò che gli sta attorno o gli capita fra le mani; crea e sviluppa azioni che riguardano le tradizioni, il sociale, il turismo, i beni culturali e tutto il complesso mondo della creatività coinvolgendo le persone che lo circondano. Lui, in altri tempi. avrebbe potuto essere un Cavaliere Templare partecipante ad una delle Crociate; una figura professionale esperta in progettazione urbanistica; il protagonista del romanzo Il nome della rosa, Guglielmo da Baskerville. Noto che incontrando nuove persone Claudio
vede e cerca sempre il lato positivo, umano, trascendentale e creativo. Mogliotti e un uomo dai mille interessi e che ripone la sua fiducia negli esseri umani in quanto tali.
Ho conosciuto Claudio diversi anni fa nel suo habitat naturale (Migliandolo – Asti) tramite un amico in comune in occasione della mia partecipazione ad una residenza artistica, che lui aveva organizzato. Siamo entrati subito in sintonia perché mi è piaciuta la sua voglia di fare e di coinvolgere intorno a sé persone con interessi vari. Insieme abbiamo creato e stiamo creando, con tanti altri artisti, occasioni espositive, residenze artistiche in Piemonte, Sicilia, Germania e Romania. Forse, per bisogno di un anelito spirituale si è invaghito della Sicilia che, ormai, per i suoi interessi conosce in lungo e in largo. Si è innamorato di Sperlinga per la sua storia, il suo paesaggio, le sue tradizioni e la sua lingua gallo-italica. In questo piccolo paesino, dove pare stia mettendo radici, ha trovato un suo equilibrio e progetti interessanti in fase di realizzazione.

Pippo Altomare – artista, intellettuale, docente d’Accademia, Direttore Artistico di Tavola di Migliandolo e mentore ispiratore delle attività artistiche
Sperlinga (EN)

“Sperlinga è un luogo particolare: è riuscita a conservare ancora le tracce di una cultura ancestrale, che si manifesta nelle sue feste religiose, negli atteggiamenti della gente. Una cultura che si trova segnata nelle grotte scavate nella roccia, risalenti all’Età del Bronzo. Per questo, Sperlinga rappresenta una sfida e un impegno: quello di non lasciare tramontare per sempre la nostra memoria. Claudio ha immediatamente sentito tutto questo, e si è immedesimato in modo appassionato con ciò che il luogo rappresenta. Certo, molti la definirebbero un’utopia, trattenere i segni e la presenza di una civiltà tramontata. Io ritengo invece che si tratti di una cosa necessaria: l’inattuale che ci salva”.

Stefano Vespo – filosofo e docente di Liceo Classico
Sperlinga (EN)

“Di Claudio io citerei solo una brevissima nota in cui posso evidenziare le sue energie propositive e le sue capacità di attivare le forze migliori del territorio su cui interviene, sia le forze imprenditoriali che quelle culturali. Inoltre anche la sua intuizione della necessità di creare delle reti intersoggettive, favorendo i contatti tra le persone anche mescolando spontaneamente i vari livelli sociali. Non posso inoltre tacere il fatto che, da subito, conoscendolo, mi ha stupito la sua capacità di guardare in avanti anticipando i tempi. Questo mi ha messo subito in piena sintonia con Claudio.”

Giovanni Castellana Russo – artista, scenografo, intellettuale e discendente diretto di Tancredi d’Altavilla – Capostipite della dinastia Reale Normanna di Sicilia
Cerami (EN)

“Ho incontrato Claudio Mogliotti qualche mese fa, in piazza San Giacomo a Capizzi, dopo una strana telefonata, tramite due diverse persone che conosco. Abbiamo scambiato poche parole, siamo andati a Messa, e abbiamo fatto quattro passi nell’aria frizzante della sera. Dovevo essere io a fare gli onori di casa, ed invece mi sono sentito accolto calorosamente, da un piemontese, in una comunità virtuale creata da lui, nella quale ho intravisto valori, idee e sensazioni in cui ho riconosciuto qualcosa che mi è congeniale. È stato piacevole ritrovarmi a discorrere con grande familiarità con questo forestiero; anche quando ci siamo ritrovati a Sperlinga, alla tavola di San Giuseppe, organizzata da lui, a parlare con persone con cui mi sentivo a mio agio. Sicuramente il suo pensiero della necessità di trasmettere il passato ai posteri è molto attuale oggi, dove si vuole affidare alla famigerata intelligenza artificiale anche la parte più intima dell’umanesimo che ancora non è affondata nel globalismo, che sembra pervadere tutto e tutti. Si è messo in testa (e sembra con successo) di fare da collante tra persone distanti geograficamente ma affini elettivamente”

Eugenio Larcan – maestro elementare, intellettuale e di antica nobiltà normanna ed aragonese siciliana
Capizzi (ME)

“Ho conosciuto Claudio Mogliotti in un ambito culturale di altro profilo. Quando l’argomento delle nostre discussioni si è spostato sulla Sicilia ho notato accendersi in lui una luce più forte, difendendo aspetti dell’Isola che nemmeno noi isolani pensiamo di fare. Mi ha sorpreso. Lui, piemontese, considera questa terra come una fonte di energia, un magnete, alla quale attaccarsi per ricaricarsi sia nel corpo che nello spirito, soprattutto nella sfera creativa. Una donna, forse i miti, l’antichità dei siti, i tanti popoli che l’hanno attraversata, hanno lasciato in Sicilia un “deposito di anima” potente e cospicuo che Claudio identifica in un fiume nel quale bagnarsi, un fiume sacro invero, dal quale prendere forza e idee. Eppure, lui sa che qui bene e male spesso si affiancano, luce e ombra sono parti del carattere degli isolani. Stupore e malizia sono insiti nello stesso ritratto, come quello dell’ignoto pescatore di Cefalù. Claudio l’ha capito e nonostante tutto si spende con anima e corpo per questi luoghi, per noi. I suoi progetti artistici nati in spirito di mecenatismo sono eloquenti, creare Bellezza per celebrare la Bellezza. Questa terra l’ha rapito, come Ade rapì Proserpina, proprio al centro di questa terra”

Andrea Italiano – intellettuale ed amante della Bellezza
Barcellona Pozzo di Gotto (ME)

“Togliete Claudio dal suo Piemonte e rimarrà comunque un piemontese innamorato della Sicilia.
Si vede chiaramente che Claudio ama la Sicilia, non so se questo sia un bene per Claudio perché la Sicilia, spesso sorda e cieca, può far soffrire oltre che illuderti con effetti Fata Morgana.
Ma Claudio è un vulcano e in Sicilia, insieme ad altri Vulcani, si troverà bene, come a casa, come già avviene da tempo.
Non so come sia nato questo legame con la Sicilia, forse è idealizzato o ancora grezzo, ma so che Claudio è un tipo tosto che non molla l’osso!!

Giuseppe Ivo Bongiovanni – avvocato ed intellettuale
Messina

“Quando un solco taglia la terra, vuol dire che qualcuno ha lasciato un’impronta che farà parte della nostra storia.
Il tempo consente ad ognuno di scrivere le proprie gesta, talvolta nel posto giusto al momento giusto. Così, alcuni riescono in grandi opere, altri in grandi amori, altri ancora in grandi fallimenti. Chiunque si è o si diventerà, per vivere la propria esistenza al meglio bisogna credere in sé stessi e amare il prossimo. Questo è Claudio!”

Carmelo Arezzo di Trifiletti, architetto e di antica nobiltà siciliana
Catania

“Virennu facennu, questa è stata l’espressione siciliana che ci ha accompagnati nei nostri primi appuntamenti con Giovanni. Un virennu facennu detto da un piemontese più siciliano di tanti siciliani, che ha il sole nel cuore e negli occhi e che ha trasformato i propri sogni in realtà artistiche bellissime proprio così, virennu facennu”

Giuseppe Pensavalle De Cristoforo dell’Ingegno – imprenditore e di antica nobiltà siciliana
Catania

“È facile essere felici in Sicilia, ma solo se si impara a vivere il tempo alla siciliana. Ed è un’operazione che solo le persone intelligenti sono in grado di compiere. E Claudio lo è.
Ha lasciato che la Sicilia penetrasse nel sangue e finisse per scorrere nelle sue vene, accettando la sicilianità, un’attitudine umana, una forma dell’essere che si traduce in qualità, la più suprema sicuramente l’ospitalità.
Claudio sa accogliere anima e corpo di ogni visitatore in questa terra che dovrebbe essere casa mia. Un pregio encomiabile per chi, apparentemente, siciliano non è.”

Tony Cirnigliaro – imprenditore del turismo, intellettuale ed amante della Bellezza
Siracusa

“Un piemontese con il mare siciliano nelle vene” – Se fossi un appassionato di astrologia direi che Claudio sia un ascendente Gemelli vista la sua duplice anima (piemontese-siciliana). Oserei anche dire che quella preponderante sia quella sicula. Animo nobile ed affabile ma, al contempo, austero ed elegante. La provenienza astrale del Sud emerge nell’amore per la Bellezza, per l’arte ma soprattutto per il Fare. Trasformare le idee in concretezza, le relazioni in costruzioni e le amicizie in sodalizi. Ho capito che con Claudio non serve l’assidua frequenza per confermare la “comunità”. Mi ritengo un siciliano che ha trovato un buon amico in Piemonte che ama la mia terra quasi più di me e che apre la sua casa, facendola sentire anche un po’ mia.

Roberto Collodoro – artista, imprenditore ed intellettuale – co Fondatore di Tavola di Migliandolo
Gela (CL)

“Per descrivere Claudio prendo a prestito Spinoza: “Per Letizia intenderò la passione per la quale la mente passa ad una perfezione maggiore, per tristezza la passione per la quale si passa ad una perfezione minore”. Claudio sta organizzando la sua vita grazie alle sue scelte, alla sua anima, per diminuire la tristezza e aumentare la gioia.”

Salvatore Piazza – medico, ricercatore ed intellettuale
Cianciana (AG)

“Abbiamo conosciuto prima Claudio come mecenate e promotore d’arte, nel suo Piemonte. E già allora si intuiva la sua sensibilità vibrante. Ma da qualche anno lo viviamo anche nella nostra Sicilia, a cui sembra legato da un’attrazione fatale e misteriosa. Più che da qualsiasi apparente interesse imprenditoriale, che pure lo muove, sembra che sia mosso da una febbre dell’anima che lo spinge a cercare nella nostra terra qualcosa di nobile e antico che, sembra crederci davvero, è destinato a ritornare.”

Rosalba Mangione – pittrice co Fondatrice di Tavola di Migliandolo & Mattia Grech – imprenditore culturale e del turismo
Agrigento

“Il mio pensiero su Claudio è bellissimo perché è un uomo di fede, che ama la Sicilia, la sua grandissima cultura e le sue bellezze naturali. È un amico che stimo tantissimo pronto ad aiutare perché è un uomo che vive il Vangelo. Ama le nostre tradizioni siciliane.
Per dare un pensiero sintetico su di lui, si può dire che sia un uomo a trecentosessanta gradi.”

Bartolomeo Bono – ceramista, pittore ed illuminato sensitivo
Campobello di Mazara (TP)

“Se c’è una persona che incarna l’anima della Sicilia, quella è Claudio. Il siciliano per eccellenza! Non c’è dubbio che sia più radicato nella sua terra di quanto lo sia io. La Sicilia scorre nelle sue vene, è parte integrante del suo essere. È un autentico romantico, un sognatore incallito che non si stanca mai, sempre pronto ad ammirare il tramonto come se fosse la prima volta e a svegliarsi all’alba per cogliere ogni istante. La sua fame di arte è insaziabile, tanto che mi fa pensare a quella famosa citazione di Nietzsche: ‘Senza la musica, la vita sarebbe un errore’. Claudio non commette errori quando si tratta di vivere la vita con quella sana follia che la rende davvero significativa.”

Stefania di Lorenzo di Castelluccio Borgia in arte “Pupi Fuschi” – pittrice e di antica nobiltà siciliana
Palermo

“Conobbi Claudio in un novembre di circa otto anni fa quando si presentò nella mia casa, un uomo distinto ed elegante che sin da subito mostrò il suo garbo e la sua gentilezza innati. Chiacchierando, si aprì sentendo di potermi raccontare dei suoi progetti dei suoi sogni e delle aspettative che riponeva nell’arte e negli artisti che ospita ancora oggi nella sua dimora.
Lui è un uomo straordinariamente sensibile empatico che commuove e spiazza con la capacità di saper mostrare i suoi sentimenti e ciò che sente e prova quando entra in sintonia con tutto ciò in cui crede e che lo entusiasma.
Claudio come me si è fidato dell’Arte e degli artisti, è innamorato della vita e della Bellezza del mondo: un mondo diverso. Il “suo mondo” è pulito e scevro da interessi falsità e manipolazioni, un mondo d’altri tempi che, pur con fatica, riesce spesso a far convivere con una quotidianità fatta di incontri spiacevoli delusioni cattiveria ed indifferenza. Entrambe abbiamo intrapreso un percorso dedicato all’arte, non come mezzo speculativo ma come evasione proprio da quel globo parallelo al suo che “offre” tutto ciò che non è intriso di sentimenti e purezza d’animo. Entrambe abbiamo provato delusioni che ci hanno insegnato tanto soprattutto a distinguere i veri artisti sensibili, puliti e professionalmente capaci dai mestieranti “di corte”.
Abbiamo subito instaurato un rapporto di collaborazione e fiducia che è durato e maturato nel tempo e con il suo garbo la sua empatia e la sua spiccata sensibilità ha permesso che il nostro lavoro potesse godere di una fiducia reciproca e disinteressata.
Claudio gestisce il centro culturale “La Tavola di Migliandolo” in Piemonte con entusiasmo competenza e gratitudine verso chi accoglie con interesse le sue idee di promozione e crescita in un luogo diventato cenacolo di Bellezza e Cultura.
Auguro a Claudio di realizzare ogni suo progetto di “Rinascita” perché lui in tutto ciò che promuove vede sempre quel lato positivo e propositivo, che porta sempre alla sua visione di un ponte arcobaleno che collega mondi simili al suo.
Il suo arcobaleno oggi è collegato alla nostra terra, difficile ma calda ed accogliente, ed un punto importante di arrivo sarà proprio la nostra dimora storica di famiglia a Palermo, Palazzo Drago Airoldi di Santa Colomba ad accogliere l’etereo “Uovo della Rinascita “ dell’artista contemporanea Rosalba Mangione, che verrà collocato all’interno della corte del Palazzo (in mostra permanente) e sarà simbolo di unione tra i nostri mondi simili ma soprattutto sarà simbolo di comunità e condivisione, sarà nucleo e fulcro di un progetto basato sulla necessità di voler valorizzare l’arte vera ed il bisogno urgente di amore, Bellezza e pace.”

Celeste Bertolino Ballo – artista ed imprenditrice culturale
Palermo

“Viene un signore nel mio negozio, compra un oggettino e ci salutiamo, ci diamo appuntamento per misure di serramenti nella sua casa di Sperlinga. Da lì iniziamo a parlare di argomenti che stanno a cuore ad entrambi (specialmente la Sicilia e il dramma dello spopolamento).
Lo invito a pranzo a casa mia con amici e parenti. Da lì inizia un’amicizia che è come se esistesse da sempre. L’argomento è sempre lo stesso “cosa possiamo fare per aiutare quest’Isola? Claudio e un grande visionario, instancabile lavoratore, umile, gentile, affettuoso e ama la Sicilia, penso, più di tutti noi siciliani ed ha tanti sogni nel cassetto da sviluppare”

Francesco Doccula – imprenditore del legno e sognatore pragmatico
Gangi (PA)

“Penso che “credere” in questa Terra tanto demonizzata ma allo stesso tempo tanto ricca di valori e cultura non sia da tutti. Tu oltre ad essere lungimirante ci metti anche il cuore.”

Santina Emanuele Zaffora – moglie, mamma e nonna, donna devota al Signore e casalinga
Sperlinga (EN)

“Claudio un carissimo amico, appassionato conoscitore dell’animo umano, costruttore di relazioni autentiche, l’unico che è capace di mettere assieme il povero ed il ricco, il misero ed il nobile, con lui tutti si trovano a proprio agio. Sognatore indefesso vede al di là di noi esseri normali, ben sapendo che tutte le cose grandi iniziano da un sogno.”

padre Salvatore Seminara O.F.M. Cap – Convento dei Frati Francescani Minori Cappuccini di Nicosia
Parroco di Sperlinga (EN)

“Il grande studioso delle religioni Mircea Eliade, diceva che: «Per l’uomo religioso lo spazio non è omogeneo; presenta alcune spaccature, o fratture; vi sono settori dello spazio qualitativamente differenti tra di loro; vi è uno spazio sacro, quindi con una sua forza, un suo preciso significato, e vi sono spazi non consacrati, quindi privi di struttura e di consistenza, in una parola: amorfi».
Claudio Mogliotti ha trovato a Sperlinga direi un’irruzione del Sacro, una ierofania, che provoca il distacco di un territorio dal cosmo che lo circonda rendendolo qualitativamente diverso. L’architetto piemontese con la consapevolezza dell’uomo saggio, sa che “presto si fa sera nella vita” e allora non si ferma un attimo e “finché ha del tempo cerca di fare il bene”. Questo è il mio amico Claudio, e queste parole le dedico a lui e al suo cuore tanto provato dalla “Bellezza” siciliana.

padre Silvestro Bejan – O.F.M. Conv
Docente e Teologo francescano, già Delegato Generale per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso
Curia Generalizia dei Francescani Conventuali
Roma – Sperlinga

“Dell’amico fraterno Claudio Mogliotti posso riferire nobiltà d’animo e d’intenti, sposati ad un efficace pragmatismo e ad una rara generosità.
Un uomo di particolare intelligenza e profondità, in perpetua espansione ed evoluzione. Farà il bene di tanti e compirà sé stesso nel migliore dei modi.”

Andrea Paternò Castello – operatore olistico e di antica nobiltà catalana siciliana
Roma – Catania

“Quando Claudio mi chiese se desiderassi scrivere un pensiero su di lui e sul suo rapporto con la Sicilia, pensai senza esitazione che fosse per me un affettuoso “dovere” rispondere positivamente alla richiesta di un Piemontese a un Siciliano; in effetti, Claudio è una di quelle rare persone che a qualunque (moderno e ormai dilagante) interesse materiale antepongono la passione per i valori eterni e genuini da chiunque provengano: dai più semplici, ai più colti e dai rari rappresentanti di antichissime famiglie storiche, valori sempre esistiti, ma troppo spesso dimenticati e ora rinverditi da un Piemontese in Sicilia.”

Carmelo Maria Rosso di San Secondo – avvocato, intellettuale e discendente diretto di Tancredi d’AltavillaCapostipite della dinastia Reale Normanna di Sicilia
Bergamo – Aidone

“Claudio ha delle doti non comuni nel novero di persone che ho conosciuto e che conosco, a cui sono grato per la sua amicizia e per il contributo all’ampliamento della mia conoscenza della natura umana.
La profondità di visione con cui osserva le cose, l’energia che lo anima e che profonde con tenacia e perseveranza, l’intuito con cui intravede le possibilità velate nelle cose e negli uomini, disegnano una personalità non comune e, come avrò modo di dire, anche composita e sorprendente.
La capacità di coinvolgere chi gli sta vicino con spontaneità contagiosa ed entusiasmo sono una sua sicura risorsa nel rapporto interpersonale, pur mantenendo intatto l’equilibrio nel raggiungere i propri obiettivi ed il rispetto dell’altro.
Forse deve imparare ancora a dosarsi; potrebbe capitare che personalità meno forti si possano sentire sopraffatte o invase. Così come l’intraprendenza, talvolta, può sconfinare nell’audacia, talvolta nell’azzardo. Ma egli mantiene uno spirito autocritico ed aperto alle osservazioni che, nei momenti di introspezione e di rapporto con la propria coscienza, diventa autentica ricerca di cambiamento.
Crede profondamente nelle cose cui si dedica, con una tendenza molto radicata alla custodia ed alla tutela di ciò che ha un valore storico, culturale, specie se vi è percepibile il sentore del mito.
La riscoperta di luoghi poco conosciuti ma carichi di retaggi, di tracce, di segni, diventano una spinta poderosa all’impegno affinché vengano posti nella prospettiva che meritano.
Il generoso mecenatismo lo spinge a promuovere giovani talenti, a far conoscere le opere di artisti ancora poco conosciuti ed è con tale spirito ha creato una casa per artisti in una piccola frazione di Asti, dove ha le sue radici.
Forte della consapevolezza della propria storia personale, diventa intrepido nella proiezione e nella curiosità per ciò che è umano, mistico, sacro ardore, che gli ha donato il coraggio di tentare lo scrivere di una sua nuova storia, eleggendo a casa un luogo trascurato da noi siciliani: Sperlinga.
Coesiste con l’anima imprenditoriale descritta una profonda spiritualità: una religiosità che nella nostra società secolarizzata e normalizzata, può financo apparire eccessiva, ma che si situa pienamente nel solco del misticismo che pervadeva la Cristianità delle origini, e che per Claudio costituiscono una guida sicura nella incessante lotta del vivere secondo coscienza.”

Paolo Casamento – medico psichiatra, primario ospedaliero, intellettuale e siciliano nell’Anima
Monreale (PA) – Asti

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