Cultura

La presentazione di “Virdimura” con Simona Lo Iacono incanta il pubblico di Taomoda 2025

Un pubblico attento e partecipe ha accolto con entusiasmo l’incontro dedicato alla presentazione del romanzo Virdimura, ultimo lavoro della scrittrice Simona Lo Iacono. L’evento, inserito all’interno del cartellone ufficiale di Taomoda, la rassegna internazionale che celebra moda, cultura e creatività, presieduta da Agata Patrizia Saccone, si è svolto nella splendida cornice di Palazzo Ciampoli a Taormina.
L’incontro, curato e moderato da Giulietta Irene Gionfriddo, presidente di FILDIS Siracusa, associazione femminile impegnata nella promozione della cultura, della formazione e dei diritti delle donne, con particolare attenzione all’empowerment femminile e al dialogo intergenerazionale, ha rappresentato un momento di riflessione sul valore letterario dell’opera e sulle tematiche di inclusione, giustizia e impegno sociale. FILDIS Siracusa da dieci anni partecipa a Taomoda con iniziative che pongono al centro il contributo delle donne nella storia e nella società. Presente all’incontro anche la ginecologa Fabiola Galvani, in dialogo con l’autrice.
Simona Lo Iacono ha guidato il pubblico in un viaggio narrativo, raccontando la genesi del romanzo, ambientato nella Catania del Trecento e le fonti che hanno ispirato il recupero della figura storica di Virdimura, la prima donna medico ufficialmente autorizzata ad esercitare la professione nel Regno di Sicilia. Il documento originale, che ne attesta l’abilitazione alla pratica medica e che comprende la garanzia di poter curare anche gli indigenti, è datato 7 novembre 1376 ed è custodito all’Archivio di Stato di Palermo.
Virdimura, ebrea, medico e chirurgo, curava i malati utilizzando erbe, rimedi naturali e, soprattutto, la medicina dell’ascolto. “Nel 1347 Virdimura ascolta in silenzio. È una donna profondamente narrativa, letteraria – ha affermato Lo Iacono – perchè attraverso l’ascolto della narrazione dell’altro, inizia a ideare la cura appropriata, che ha delle caratteristiche specifiche per il paziente”.
Alla figura di Virdimura si affiancano anche quelle del padre Uria, medico che alleva affettuosamente la figlia e del marito, Pasquale, che la sostiene. La narrazione si intreccia con la descrizione viva e dettagliata della Catania trecentesca: una città pulsante, viva, ma anche contraddittoria, con problemi sanitari, tra cui un’epidemia di tifo. In questo scenario, l’autrice restituisce al lettore una protagonista coraggiosa, capace di sfidare emarginazione e sospetti di stregoneria, sostenuta solo dalla forza della conoscenza e da un profondo senso di giustizia. E lo fa attraverso un’attenta ricerca storiografica, vagliando diverse fonti storiche.
A conclusione dell’incontro, Irene Gionfriddo ha invitato l’autrice a svelare l’origine del nome Virdimura. Lo Iacono ha raccontato che nella tradizione ebraica il nome custodisce un destino: il padre porta la neonata davanti alle mura di Catania, dove cresceva un muschio dalle proprietà curative, assimilabili alla penicillina moderna. Da lì nasce il nome “Virdimura”, fusione di forza e fragilità, verde come il muschio e solida come le mura.
Virdimura è un’opera che unisce rigore storico e intensità emotiva, capace di parlare al presente attraverso il racconto del passato, mettendo in luce il coraggio di una donna che ha sfidato il pregiudizio e l’esclusione con la forza della conoscenza, della cura e dell’emotività.

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