L'Intervista

Il Purgatorio di Antonello Gandolfo

Il Purgatorio, la seconda cantica del dramma musicale del poema dantesco, Divina Commedia, composta per intero dal M° Antonello Gandolfo, per voci liriche, coro e pianoforte in scena a Noto. La particolarità dell’opera del Gandolfo è insita nel fatto che utilizza esclusivamente il testo dantesco, senza narratori o modifiche, garantendo una continuità scenografica organica. L’anno scorso, L’Inferno, la prima cantica del poema, è stata rappresentata nel medesimo teatro. Le modiche apportate negli anni recenti hanno arricchito le cantiche, rese più corpose le presenze sceniche del personaggi rispetto alla prima rappresentazione del poema che va dal 1984 al 1987, con grande successo di critica e pubblico.

Incontriamo il professore Antonello Gandolfo e il figlio Luigi David, ai quali rivolgiamo alcune domande.

Professore Gandolfo, quando e perchè ha musicato la Divina Commedia?

“Il mio rapporto con Dante risale alla mia primissima infanzia, circa a 8 anni. Mio padre insegnava Lettere al liceo e amava moltissimo Dante. Accadeva che lo citava a casa tantissimo in ogni situazione in cui c’entrava.  Io già da piccolo conoscevo le tavole illustrative della Divina Commedia e alcuni canti. All’età di 24 anni  vivevo a Roma e volendomi documentare sulla concezione che avevano nel Medioevo della musica lessi la Divina Commedia che è piena di musica. Magari l’Inferno non tanto, ma il Purgatorio e il Paradiso sì e allora cominciai al leggerlo come un romanzo. Successe una cosa incredibile: quando arrivai alla lettura del Purgatorio, quando Dante si appresta a incontrare Beatrice io fui preso fa una specie di estasi. Ricordo che era il 2 gennaio e dovevo andare a trovare dei parenti e vidi Roma con degli occhi diversi, secondo me  diventò una città fatta di aria e di spirito. Sentì il bisogno di amare e di essere amato”.

Quando nacque il coro Rose di Gerico?

“Pochi anni dopo mi sposai a Cannizzaro nel ’65 ( sono della classe 1936). Si è istituito il coro Rose di Gerico e nel 1980 su consiglio di mia moglie Nerina Maugeri pensai di prendere come testo La Divina Commedia, e musicare i canti più lirici, quelli che si possono cantare. Quindi tra il 1984 e il 1986 musicai alcune delle parti di tutte e tre le cantiche, prima l’Inferno, dopo il Purgatorio e infine il Paradiso, che rappresentammo in tutta la Sicilia, rispettivamente nel 1984, 1985 e 1986. Il Purgatorio è stato rappresentato per la prima volta nel 1985”.

Qual è il canto che più l’ha colpita?

“Io preferisco tutti i canti della Divina Commedia. Ma ce ne sono alcuni che sono più adatti ad essere musicati, ad esempio il canto di Francesca da Rimini, il canto di Ulisse e il canto di Ugolino. Sono racconti continui e viene spontaneo musicarli. L’ultimo canto del Paradiso l’ho musicato quasi tutto. Intanto per la preghiera alla Vergine l’ho musicato quasi tutto, la preghiera è distensiva e adatta a una musica fluente. Poi le immagini, per l’atteggiamento di Dante di fronte a Dio, che si sente in difficoltà ma manifesta una potenza poetica tale che viene naturale musicare. Ho ampliato le parti del Purgatorio che ho musicato, che è pienissimo di immagini, di concetti e di figure, ma Dante ha dedicato poco a ogni personaggio, ci sono scene brevi, si muove rapidamente”.

Lei ha mai sognato Dante?

“Penso di no, ma mio nonno, che su rappresentato con grande successo da Angelo Musco, Francesco  Macaluso commediografo scrisse un poemetto nel 1944 intitolato “Dante a Cannizzaro”, in tre canti brevi in terzine, dedicandomelo. Nel poemetto il Sommo Poeta viene a Cannizzaro con Beatrice, perché mi vuole conoscere in quanto già da bambino io conoscevo la Divina Commedia e mi vennero a trovare a casa mia”.

Lei ha un albero genealogico più che rispettabile, che parte dalla fine del 1700, con personaggi noti a livello nazionale. Da chi crede di avere ereditato geneticamente le sue doti musicali, artistiche, oratorie, ecc? 

“Sono figlio unico, indubbiamente sono un concentrato di tante qualità che continuo a coltivare all’età di 88 anni. Mi manca l’arte pittorica, non so dipingere. Mia madre Ada Macaluso pittrice di livello nazionale, mio nonno Francesco Macaluso era scrittore. Invece per la musica credo di avere ereditato il geni del compositore mio prozio Antonino Gandolfo Brancaleone, cugino di mio nonno, anche lui si chiamava Antonino Gandolfo . Il maggior merito lo conferisco a mio padre Luigi Gandolfo, professore e giornalista che mi trasmise l’amore per la cultura e per Dante”.

Luigi David Gandolfo, regista e baritono, figlio di Antonello Gandolfo ha partecipato  attivamente alla realizzazione della messa in scena del Purgatorio. Ce ne vuole parlare?

“L’opera è stata presa in considerazione così come era in origine. Io mi sono occupato della regia, come pure l’anno scorso per l’Inferno. Ho preso il testo dantesco e trasferito in una sorta di libretto e dopo ho concepita la regia. Le scene in un telone che occupa il fondale del teatro da 6 per 4 metri le ho dipinte digitalmente. Inoltre mi sono occupato dei casting. Mi ha coadiuvato mio fratello Mario Gandolfo, ingegnere e tenore, siaper la struttura delle scene, sia per i costumi originari disegnati e cuciti da nostra zia Maria Maugeri, che riposa in pace. Mentre per la regia in tanti anni di rappresentazioni delle Rose di Gerico ho assorbito il talento di nostro zio Santo D’Agata, marito di Maria Maugeri, anche lui passato a miglior vita, che nell’Inferno interpretava eccellentemente Caronte.   

Ringrazio inoltre il sindaco di Noto Corrado Figura, che ha patrocinato la messa in scena della cantica e la collaborazione dataci  dalla Fondazione del teatro Tina di Lorenzo, diretto da Urbano Pannuzzo. Ringrazio il mio collega medico che fa parte del consiglio di amministrazione del teatro, Giuseppe Catania che mi ha consentito di dialogare sia con il sindaco sia con il direttore della Fondazione”.     

Purgatorio”

 Personaggi:

Dante Tenore Mario Gandolfo

Virgilio Baritono Luigi David Gandolfo

Catone Baritono Gabriele Gandolfo

Casella Baritono Seby Zappulla

Sordello Basso Giuseppe Gandolfo

Angelo porta/beatitudini/fuoco Soprano Francesca Rollo

Santa Lucia Soprano Marzia Catania

Stazio Baritono Gabriele Gandolfo

Guido Guinizelli Baritono Gabriele Gandolfo

Arnaut Baritono Seby Zappulla

Matelda Soprano Annarita Terrazzano

Beatrice Soprano Mariagrazia Cavallaro

Virtù Soprano Nerina Maugeri e Marzia Catania

Senex Baritono Luigi Gandolfo

Coro recitante a cura degli allievi dell’Associazione “Chi è di Scena”, direttrice Laura

Accomando.

Balletti a cura degli allievi dell’Associazione “Rose Ballet School”, direttrice Rossella

Russo.

Regia Luci, Nando Marino.

Pianoforte, Antonello Gandolfo e Federico Castronuovo

Direttore, Antonello Gandolfo

Regia Luigi David Gandolfo.

“Purgatorio”, genesi del dramma musicale   

Il professore Antonello Gandolfo, nel 1984, compose un dramma musicale sul viaggio ultraterreno del Sommo Poeta, con l’intenzione di utilizzare come testo unicamente i versi di Dante Alighieri. La prima rappresentazione del “Purgatorio” avvenne nel 1985, con il coro e i solisti dell’Associazione “Rose di Gerico”. Il palcoscenico fu la Chiesa di Maria SS Immacolata a Cannizzaro, frazione del comune di Aci Castello, alla presenza del vescovo di Acireale Mons. Giuseppe Malandrino. L’opera venne poi eseguita ad Aci Castello, nella Scuola Media-Statale “G. Verga” (di cui il Gandolfo era l’unico professore di educazione musicale) e ad Aci Catena (CT).

Teatro Tina di Lorenzo, Noto, 31 maggio 2025

Sintesi della messa in scena del Purgatorio

Alla fine dell’opera precedente, L’Inferno, abbiamo lasciato Dante a contemplare le stelle dell’altro emisfero allorché, attraverso la “natural burella”, ha appena lasciato “l’aura morta” che gli “avea contristati li occhi e il petto”. Adesso il poeta vede sorgere “lo bel pianeta” Venere che illumina il cielo orientale. La sua gioia viene però subito turbata dall’arrivo di un vecchio che li scambia per due anime dannate, fuggite dall’Inferno. Si tratta di Catone l’Uticense che sta a guardia della spiaggia dell’Antipurgatorio. Virgilio interviene, spiegando chi sono e perché si trovano in quel luogo. Catone si convince della veridicità delle parole di Virgilio e li informa che, per proseguire nel viaggio, dovranno seguire il sole che sta per sorgere. Ancora sulla spiaggia, i due poeti vedono venire verso di loro, dal mare, una luminosissima luce. Virgilio ordina a Dante di inginocchiarsi, poiché quel che lui vede è l’Angelo Nocchiero che, con la sola forza delle ali, traina la barca che conduce in Purgatorio le anime degli uomini e delle donne appena morti. Le indicazioni di Sordello aiutano i nostri pellegrini, ma è l’apparizione di Santa Lucia che consente a entrambi di raggiungere la porta d’ingresso del Purgatorio. L’angelo a guardia della porta è alquanto sospettoso, ma allorché Virgilio spiega chi è stato a indicare loro la strada, l’Angelo apre la porta, non prima tuttavia di aver inciso sulla fronte di Dante 7 P con la punta della spada. Le piaghe guariranno man mano che Dante salirà le 7 cornici del Purgatorio, liberandosi così dei suoi peccati.

Ecco allora i nostri due poeti nella Prima Cornice, dove si purgano i Superbi. Costoro si muovono curvi sotto il peso di enormi massi e recitano il Padre Nostro. Alla proclamazione della Beatitudine “Beati i poveri in spirito perché di essi è il Regno dei Cieli”, da parte dell’Angelo, Dante si ritrova nella IV cornice, di fronte agli Accidiosi: come costoro in vita sono stati pigri e svogliati, adesso corrono a perdifiato per la cornice senza potersi mai fermare. Dopo la beatitudine “Beati quelli che piangono perché saranno consolati”, i due poeti sono adesso nella V cornice, quella riservata agli Avari. I penitenti sono costretti distesi a faccia in giù. Alla loro vista Dante fa una riflessione sull’Avarizia, a cui attribuisce l’offesa di Anagni perpetrata da Filippo il Bello nei confronti del Papa.                                                                                                  Dopo questa riflessione un terremoto scuote la terra e si sente cantare il Gloria. È il segno che un’anima ha finalmente finito di purgarsi ed è perciò attesa in Paradiso. Si tratta del poeta latino Stazio. Costui si intrattiene con Dante e Virgilio e, verso quest’ultimo, ha parole di elogio, rivelandogli che, non solo è per suo merito ch’egli ha fatto il poeta, ma pure che sia divenuto cristiano: sono infatti alcuni versi profetici dell’Eneide ad aver portato alla conversione Stazio. I tre poeti giungono infine nel Paradiso Terrestre. Una donna appare, nell’atto di danzare raccogliendo fiori: è Matelda. Costei descrive a Dante quel luogo e gli spiega che è percorso dai fiumi Lete – le cui acque hanno la facoltà di cancellare la memoria del peccato – ed Eunoè, che invece restituisce il ricordo del bene compiuto in vita. Mentre la ascolta, Dante si rende conto che Virgilio è scomparso. L’evento lo turba profondamente, ma non ha il tempo di pensarci, perché appare davanti a lui Beatrice, che lo rimprovera con veemenza per il suo comportamento peccaminoso sulla terra. Le virtù intervengono, calmando Beatrice. Ma Dante deve essere purificato per poter proseguire il suo viaggio. Viene dunque asperso da Matelda con l’acqua del fiume Lete affinché egli si liberi dal proprio peccato. Le virtù allora invitano Beatrice a rivolgere il suo sguardo verso Dante, che per vederla ha fatto un viaggio così faticoso. Nel contemplare finalmente la bellezza di Beatrice Dante grida: “O splendore di viva luce eterna!”; e “puro e disposto a salire alle stelle” si prepara a raggiungere i cieli del Paradiso.

Biografia di Antonello Gandolfo       

Il professore Antonello Gandolfo nasce a Catania nel 1936. Si diploma in pianoforte presso il Conservatorio di Palermo nel 1957; studia quindi a Roma composizione e direzione di coro, conseguendo l’abilitazione all’insegnamento della musica e del canto corale negli Istituti magistrali. Nella prima parte della sua carriera professionale tiene numerosi concerti pianistici: tra i più prestigiosi vanno citati quelli eseguiti all’Università Gregoriana in Roma e per la Radio Vaticana.

Il Gandolfo diventa docente di Educazione Musicale alla Scuola Media di Aci Castello. Questa nuova attività gli fa scoprire l’amore all’insegnamento della musica tra i giovanissimi e anche gli dà la possibilità di realizzare con i suoi giovani allievi le sue aspirazioni teatrali. Compone così numerosi drammi didattici che vengono messi in scena dai ragazzi che quindi, oltre all’educazione musicale vengono coinvolti nell’educazione teatrale. Il Gandolfo si è dedicato anche a studi filologici di carattere musicale e ai rapporti esistenti tra la poesia e la musica. Questi approfondimenti sono stati messi per iscritto in vari articoli e saggi sulla rivista del Centro di Cultura dell’Alto Adige Il Cristallo, sui quotidiani Il giornale del mezzogiorno e La Sicilia, sulle riviste Orpheus, Le ragioni critiche, e Iscre, mensile di cultura siciliana. Recentemente ha visto la pubblicazione una monografia dal titolo Riflessioni estetiche nel 250° della morte di Ludwig Van Beethoven: genio del futuro, che esamina la figura del grande compositore, ma esplora anche l’idea personale di estetica musicale dell’autore del testo.

La sua famiglia è una fucina di artisti: il prozio Giuseppe Gandolfo (1792-1855) è un valente pittore neoclassico, caposcuola nella Sicilia Orientale di una generazione di artisti; il nonno Antonino Gandolfo (1841-1910), cugino di Giovanni Verga, è un importante e originale esponente del Verismo pittorico catanese; il procugino Antonino Gandolfo (1820 – 1888) fu musicista e patriota, direttore del Teatro Comunale di Catania, compositore apprezzato in tutta la Sicilia meridionale; lo zio Antonino (1902-1976) fu professore universitario e saggista; il nonno materno Francesco Macaluso fu autore di numerose commedie in vernacolo e in italiano messe in scena da Angelo Musco e tuttora realizzate nei teatri siciliani.

Storia dell’Associazione musico-culturale “Rose di Gerico”    

L’Associazione “Rose di Gerico” in termini istituzionali si costituisce nel 1986, a Cannizzaro, frazione di Aci Castello, ( CT) ma la sua nascita va in realtà anticipata al 1980, quando, nella parrocchia di Cannizzaro, il prof. Antonello Gandolfo mette insieme, a partire da un piccolo coro parrocchiale, un coro polifonico. L’obiettivo del fondatore è quello di consentirgli l’esecuzione di sue composizioni per voci sole, coro e organo. Nascono così gli oratori La Visione di Isaia (1980), il Cantico dei Cantici (1981), l’Immacolata Concezione (1982), Lucia Mangano (1983). Con Lucia Mangano, drammatizzazione della vita dell’orsolina di San Giovanni La Punta (che sarebbe stata beatificata nel 1994), il coro comincia a realizzare sulla scena dei veri e propri “drammi musicali” come li battezzò il prof. Gandolfo, e l’attività delle “Rose di Gerico” varca i confini del paese di Cannizzaro per essere apprezzata anche nei paesi limitrofi. Nel 1984 le “Rose di Gerico” mettono in scena L’Inferno di Dante Alighieri. È un’opera ambiziosa perché si prefigge di realizzare sulla scena la cantica dantesca come una sorta di melodramma. Il successo di questa messa in scena è evidente: il coro gira tutta la Sicilia eseguendo il dramma, per lo più nelle chiese, riscuotendo apprezzamento crescente. All’Inferno seguono l’anno successivo Il Purgatorio e quindi, nel 1987, Il Paradiso. Compone in seguito altri drammi, che saranno più volte replicati, su sollecitazione di alcuni esponenti ecclesiastici. Vedono la luce così Passio Agathae (1988); San Giovanni Battista (1988); Santa Lucia (1989). A questi seguono alcuni drammi musicali sulla Grecia antica come Il Ratto di Proserpina (1990) e L’Origine della Tragedia (ovvero i Misteri di Eleusi) nel 2003. L’amore per la letteratura italiana, trasmesso al Gandolfo dal padre Luigi (1888 – 1959), avvocato e professore di lettere antiche e moderne nei licei, lo porta a comporre un altro dramma musicale di dimensioni notevoli: L’Orlando Furioso che verrà messo in scena molti anni dopo la sua composizione, proprio per la complessità nel realizzarlo, nel 2011. Nel frattempo era stato pensato e composto il dramma Tragedia Greca (1993) opera sulla morte dei Giudici Falcone e Borsellino, trasportato “sub speciae aeternitatis” nell’antichità, e caratterizzato dal fatto che i dialoghi dei mafiosi sono scritti in vernacolo e recitati anziché cantati. Dopo il periodo della pandemia causata dal COVID-19, l’Associazione ha realizzato un concerto di musica operistica e barocca La bellezza fiorisce nel canto (2023, presso il teatro all’aperto Rose di Gerico), un concerto di musica sacra quaresimale presso la chiesa di Cannizzaro “Maria SS Immacolata” (2024) e soprattutto riportato in scena l’Inferno di Dante nel liceo “Archimede” di Acireale e nel teatro “Tina di Lorenzo” di Noto (SR), quest’ultima esecuzione con successo di pubblico e di critica alquanto lusinghiero. Nel 2025 è stato eseguito due volte il dramma musicale Passio Agathae, nella Chiesa di San Francesco di Paola, a Catania  e nella chiesa “Maria SS Immacolata” di Cannizzaro.

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