Cultura

Il 25 dicembre giorno del “Sol Invictus”

C’è relazione tra il giorno più corto dell’anno, il solstizio d’inverno, la festa del dio del sole (Sol Invictus) nell’Impero romano e il Natale cristiano? La data in questione con le relative feste è il 25 dicembre. Perché proprio questo giorno è diventato così importante per entrambe le culture, cioè quella romana e quella cristiana? In questo articolo proverò a rispondere a queste molteplici domande che sono collegate. Inizio dal giorno più corto dell’anno che corrisponde al solstizio d’inverno tra il 21 e il 22 dicembre. Questo giorno è stato sin dagli albori della civiltà umana celebrato perché avviene un cambiamento astronomico eccezionale. E quale? Cosa si festeggiava? Questo è il punto fondamentale che collega tutte le domande poste all’inizio dell’articolo. Astronomicamente accade che le giornate in quel breve lasso di tempo si accorciano e sembra che il sole si ferma. È il punto minimo della luce solare, come se il sole stia perdendo nei confronti delle tenebre, il buio si espande al suo massimo. Poi dal giorno dopo il solstizio d’inverno la luce solare lentamente comincia a riconquistare terreno sull’oscurità. Questo buio che prende provvisoriamente il sopravvento nei confronti della luce è stato uno tra le maggiori paure dell’essere umano e visto che il sole trionfa ogni anno sul buio lo si festeggia. Da ciò nacque il concetto della vittoria della luce sulle tenebre, quindi questa osservazione astronomica è diventata sempre più un evento miracoloso, magico e infine religioso. Le prime notizie che riguardano la festa del Sole sono in Oriente, in Siria e in Egitto. Questa celebrazione che già da Nerone (54-68 d.C.) era conosciuta nell’Impero romano, ebbe maggior importanza in Occidente soprattutto dal periodo dell’imperatore Eliogabalo (228-222 D.C.). Egli era di origine siriaca e questa festa che aveva una delle sue origini proprio in quella terra, fu trasferita dall’imperatore a Roma e in tutto l’impero divenendo una festa popolare. A questa celebrazione bisogna aggiungere o addirittura sovrapporre il culto del dio Mitra che divenne molto importante nell’Impero romano. Mitra era una divinità di origine indù e persiana legata fortemente al culto solare, le prime tracce del suo arrivo nell’Impero romano sono del I sec.d.C. Nel corso dei secoli si trovarono delle analogie con la figura di Gesù soprattutto perché Mitra era un dio collegato alla rinascita, alla protezione della giustizia e all’idea di salvezza. È probabile che la figura del dio Mitra rafforzò maggiormante l’importanza della festa del dio sole. Sotto l’imperatore Aureliano (270-275) la festa del (DIES NATALIS SOLIS INVICTUS) cioè “il giorno della nascita del dio sole invincibile” divenne la festa più importante della romanità. Questa celebrazione si trovava all’interno delle celebrazioni dedicate al titano Saturno, i famosi Saturnalia. Essi venivano celebrati dal 17 al 23 dicembre. L’imperatore Aureliano edificò nel 274 d.C. il tempio del Sol Invictus alle pendici del Quirinale e creo’ un corpo di sacerdoti (pontefices solis Invictus). Alla fine dello stesso anno consacrò il tempio. Aureliano fu così assorbito da questo culto che si fece ritrarre con in testa una corona da cui partivano dei raggi solari, appunto simulando il sole invincibile. È chiaro che c’erano forti motivi politici per queste scelte, ma non è questa la sede per approfondire questo punto. Comunque la prima testimonianza scritta della celebrazione del culto del Sole invincibile fu il 25 dicembre del 354 d.C., che coincidenza fu pure la prima cronaca della festa del Natale cristiano. La celebrazione della nascita di Gesù Cristo non venne mai riportata negli antichi calendari dei primi secoli, perché per i cristiani la natalità di Gesù non era tra le feste di maggior rilievo. Le festività più importanti del cristianesimo nei primi tre secoli della nuova religione erano oltre la Pasqua, l’Epifania, il battesimo di Gesù e il suo concepimento. Viene da sé che la sovrapposizione delle due feste è praticamente certa. Nei vangeli di Matteo e Luca, gli unici che scrivono sulla nascita di Gesù, non c’è una data precisa sulla nascita del Cristo. Questi due vangeli e altre fonti coeve che scrivono su quest’argomento collocano la data di nascita del Nazareno tra il 7 e il 4 A.C. cioè verso la fine del regno del re di Giudea Erode il Grande. Anche per il giorno della nascita di Gesù non vi è una data certa, si ipotizza visti i documenti del tempo tra il 6 e il 9 gennaio. Le discrepanze sul giorno della natalità del Cristo vengono fuori dalla differenza tra i due tipi di calendari, quello Giuliano e quello Giuliano-gregoriano. Il calendario Giuliano fu quello promulgato da Giulio Cesare nel 46 a.C. Il e in vigore del fino al 1582, quando il papà Gregorio III operò delle variazioni sul calendario del condottiero romano. Tra le correzioni che vi apporto’ si trovano l’eliminazione di alcuni giorni dal calendario precedente, che risultarono determinanti per il Natale cristiano. Così nacque il calendario Giuliano-gregoriano che viene usato in quasi tutto il mondo. Dopo questo cambiamento il giorno della nascita di Gesù, come scritto sopra, probabilmente tra il 6 e 9 gennaio venne anticipato al 25 dicembre. La maggior parte delle chiese di rito cristiano greco-ortodosso celebrano la nascita del Cristo il 7 gennaio poiché usano il calendario Giuliano. Invece nel mondo cristiano cattolico, soprattutto occidentale, si celebra come risaputo il 25 dicembre. Anche se c’è qualche eccezione come nella chiesa greca che pur essendo di rito cristiano greco-ortodosso celebra la natività il 25 dicembre come la maggior parte dei cattolici. Lo so, lo so che state pensando che c’è un possibile errore di datazione che riguarda la sovrapposizione delle due feste il “Sol invictus” e la “Natività di Gesù”. Cioè se la stratificazione dei due eventi come ho scritto sopra avvenne nel periodo dell’impero romano oppure se tale sovrapposizione inizierebbe dalla rivisitazione del calendario Giuliano da parte del papa Gregorio III. Non c’è un errore, provo a fare chiarezza. Il 25 dicembre che nel mondo romano equivaleva al solstizio d’inverno e quindi alla festa del dio sole venne documentata il 354 d. C. come ho scritto sopra. La sovrapposizione che ho descritto all’interno dell’articolo avvenne, tra l’altro, perché i vescovi cristiani si lamentavano del fatto che ancora i cristiani romani festeggiavano in massa la festa del Sol Invictus. Così misero in calendario la data del 25 dicembre come la natalità di Gesù. In questo modo era più semplice attirare sé la popolazione mantenendo la stessa festa e mutando solamente il nome del dio da celebrare. Non fu certo l’unico motivo, ce ne fu una anche uno politico. Infatti fu efficace trasferire la nascita del figlio di Giuseppe e Maria il 25 dicembre proprio per poter convogliare nel cristianesimo con più facilità i costumi dell’Impero romano. Tutto ciò che rese più agevole l’accettazione da parte della popolazione della nuova religione diventando una continuazione del culto del Sol Invictus. La correzione da parte di Gregorio III del calendario Giuliano anticipo’ di due settimane la data della presunta nascita di Cristo fissandola al 25 dicembre, che divenne definitivamente la data della nascita di (Yehoshua ben Yosef) Gesù Cristo, per la maggior parte dei cristiani.

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