Politica

Gli archeologi contro la Regione siciliana

L’Associazione Nazionale Archeologi – Sezione Sicilia esprime preoccupazione per le gravi ripercussioni che si produrranno a seguito dell’approvazione della deliberazione n. 108 del 10 marzo 2022. La delibera ha come oggetto la “rimodulazione degli assetti organizzativi”, ma di fatto annulla, o per meglio dire cancella, le competenze della macchina amministrativa, mettendo in serio pericolo il patrimonio siciliano e la sua identità.
Una delibera che, secondo gli archeologi, svaluta l’importanza dei tecnici specializzati e competenti all’interno di un’amministrazione come la Soprintendenza, responsabile dell’analisi di progetti di varia e complessa natura con lo scopo di valutare l’impatto che questi avranno sull’ambiente, sul nostro patrimonio storico-archeologico e architettonico e sul paesaggio. Meno dirigenti e meno funzionari specializzati equivale a un controllo meno efficace del territorio.
L’assetto prospettato dalla delibera regionale prevede la sostituzione delle attuali sezioni tecniche specializzate con unità operative ibride, chiamate a svolgere funzioni amministrative e tecnico-scientifiche e guidate, come spesso già accade, da dirigenti che non hanno le competenze professionali adeguate all’ambito disciplinare che devono dirigere, identificate dall’art. 9 Bis del Codice dei Beni Culturali (D. Lgs. 42/2004), introdotto dalla Legge 110/2014.
“Siamo convinti – scrivono gli archelogi siciani – che un’amministrazione regionale che squalifica sé stessa delegittimando e appiattendo le competenze dei propri dipendenti si schiera obliquamente con la speculazione e la distruzione del territorio, piuttosto che adempiere con decisione al proprio dovere costituzionale di custodia e difesa del patrimonio e del paesaggio. Da troppo tempo assistiamo alla nomina di dirigenti che hanno poca o nessuna competenza e qualificazione professionale nell’ambito della gestione, della tutela e della valorizzazione dei beni culturali. Siamo stanchi di vedere parchi archeologici e, ormai, anche soprintendenze senza un adeguato numero di specialisti archeologi. La risposta della regione siciliana alla richiesta di nuove figure competenti è stata quella di accorpare e accentrare. Il tutto senza mai condividere scelte, strategie e prospettive, evitando il dialogo con le associazioni di categoria e con gli esperti del settore. Auspichiamo che tale delibera venga ritirata e che possa aprirsi un tavolo di confronto con tutti i professionisti, gli esperti in diritto dei beni culturali e con le associazioni professionali dei beni culturali, con l’obiettivo di giungere ad azioni politiche che mirino a colmare la sempre più evidente carenza di funzionari e personale tecnico-scientifico e alla nomina di figure dirigenziali competenti per i delicati ruoli che dovranno assolvere.

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