L'Opinione

Evasione fiscale, crisi economia e guerra in Ucraina

Nel 2020 l’uso del contante in Sicilia è diminuito ed i pagamenti con strumenti alternativi al cash sono cresciuti. L’uso di strumenti tracciabili rende più complesso sottrarre alla tassazione fiscale le proprie entrate. Ad avere spinto gli isolani verso l’uso di strumenti alternativi al contante secondo l’ultimo rapporto annuale sull’economia della Sicilia redatto dalla sede di Palermo della banca Italia sarebbe stato anche il fenomeno Covid. La Sicilia secondo il MEF sarebbe la terza regione d’Italia per incidenza dell’economia non osservata sul valore aggiunto. In Sicilia secondo i dati starebbero aumentando le carte di debito ma inciderebbero anche gli interventi normativi finalizzati all’attivazione di carte prepagate per la fruizione del reddito di cittadinanza. Senza tracciabilità non ci sarebbe possibilità di contrastare l’evasione fiscale anche se Banca Italia nel 2020 ha stimato in aumento le transazioni con carta ma solo grazie alla fruizione di sussidi e al lockdown. Come detto i numeri dell’evasione fiscale in Sicilia la pongono come fanalino di coda nella classificazione nazionale delle regioni su i più disparati indicatori di benessere e comportamenti virtuosi. A preoccupare, nell’isola, sono anche i valori del cosiddetto Tax Gap: la differenza tra quanto i cittadini dovrebbero pagare in termini di tasse e quanto, effettivamente, gli stessi cittadini pagano. Il Tax Gap dell’IMU e quello dell’IRPEF pongono la Sicilia tra le regioni in cui i mancati versamenti pesano di più sul totale. Si abbassa da quest’anno ancora il tetto per l’uso del contante, da quest’anno fissato a 999,99 €. Le misure messe in campo dal governo prevedono quindi una stretta sul cash e pos obbligatorio oltre a prevedere collateralmente sanzioni per gli esercenti inadempienti ciò è stabilito nell’articolo 18 “modificare al regime dell’utilizzo del contante” del decreto legge 124/2019 convertito dalla leggere n. 157/2019. Va notato che l’inasprimento del limite del pagamento in denaro è stato graduale mentre per le violazioni commesse e contestate il minimo edittale è stato fissato a 1.000 €. Per quanto riguarda i pagamenti mediante moneta elettronica (carta di credito, di debito o prepagata) la novità è averlo reso obbligatorio in quanto a questo aveva già provveduto il governo Monti con il cosiddetto Decreto Crescita 2.0. L’innovazione sta nell’aver introdotto una doppia sanzione per gli esercenti che rifiutano pagamenti mediante moneta elettronica che scatterà però a partire del 30 giugno 2023 con una sanzione amministrativa pecuniaria fissa di 30 € ed una variabile pari all’aumento del 4% del valore della transazione rifiutata. La guerra in Ucraina purtroppo avrà severe conseguenze economiche per l’Europa avendo colpito quando la ripresa della pandemia era ancora incompleta secondo le previsioni pubblicate dal Fondo Monetario Internazionale. Sebbene apparentemente questa battuta d’arresto della ripresa sia nascosta nelle previsioni di crescita annuali che risentono del rimbalzo del 2021 fosche previsioni conseguenza degli effetti recessivi di un conflitto che si inserisce nello scenario globale generando una crisi energetica che infiamma i livelli inflattivi limitando la circolazione monetaria e deprivandone la crescita economica. Oggi si profila una forte spirale inflattiva con conseguente stagnazione economica originata da un “ix” di alta inflazione, notevole disoccupazione e crescita economica negativa. Le economie europee sono così destinate a rallentare con il rischio di recessione. La soluzione forse potrebbe essere l’abbandono delle politiche economiche neoliberiste da parte dell’Unione Europea. Soltanto per l’Italia si parla di un dimezzamento dell’incremento del PIL previsto per il 2022 dal 4,7 al 2,3 per cento. Oggi nella fotografia dell’ultimo EY emerge che l’85% dei consumatori è preoccupato per la propria condizione economica con l’aumento dei prezzi che influenza le scelte. Secondo le stime dell’Istat siamo ancora lo 0,4% al di sotto del livello pre Covid ad un PIL nel primo trimestre in calo dello 0,2%. Alla fine le sanzioni alla Russia penalizzeranno i ceti più deboli e le economie dell’Europa coagulando un vasto sentimento anti-atlantista i cui effetti più immediati li vedremo propria nella nostra isola.

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