Sport

Catania nel ricordo di Siniša Mihajlović

Grande lutto nel mondo del calcio: si è spento, all’età di 53 anni, l’ex calciatore e allenatore serbo Siniša Mihajlović. Da tempo lottava contro la leucemia. Un uomo che non ha mai avuto bisogno di tantissime presentazioni: inconfondibili il suo carattere deciso e la sua forte autoironia, con cui fino all’ultimo ha caratterizzato le sue conferenze stampa.
Una carriera da calciatore ed un sinistro dorato che hanno deliziato i tifosi di vari club del nostro campionato maggiore a partire dalla Roma (1992-‘94), passando per la Sampdoria (1994-’98) e nuovamente nella Capitale sponda biancoceleste, alla Lazio (1998-2004), dove colleziona 126 presenze e 20 reti. Appenderà gli scarpini al chiodo dopo due anni all’Inter (2004-’06), dove inizierà la carriera da allenatore come vice dell’attuale commissario tecnico della Nazionale, Roberto Mancini.
Prima esperienza in panchina a Bologna, nella stagione 2008-2009, dove riesce ad ottenere 20 punti fondamentali per la salvezza dei rossoblù.
Forse per questa sua indole da traghettatore l’allora presidente del Calcio Catania Antonino Pulvirenti lo chiamò a sostituire Gianluca Atzori appena in tempo per il panettone, a dicembre del 2009;
Siniša trascorrerà appena sei mesi alla guida della panchina rossazzurra, ma saranno sufficienti per far scoccare la scintilla con i tifosi etnei: il suo debutto, il 13 dicembre, è una sconfitta tra le mura amiche per mano del Livorno, ma non è quella la partita più complicata per il Catania prima della pausa natalizia. La domenica successiva i rossazzurri sono impegnati nella trasferta a Torino, contro la Juventus di Ciro Ferrara (anche lui, all’epoca, allenatore in erba) … una Vecchia Signora ancora acciaccata dalla batosta “Calciopoli”; il Catania non portava a casa i tre punti in questa sfida dal 1963. Si parte bene, i rossazzurri passano in vantaggio su rigore trasformato da Izco, subiscono il pareggio da parte di Salihamidzic e a tre minuti dal novantesimo portano a casa la vittoria grazie ad un contropiede perfetto e ad un filtrante illuminante di Plasmati per il raddoppio di Izco. È 2 a 1, e buon Natale.
Il girone di ritorno di quel campionato fu semplicemente indimenticabile per gli etnei, che vinsero 1-0 a Roma contro la Lazio (non succedeva dal 1981), 2-0 il derby contro il Palermo. Senza dimenticare quell’incredibile 3-1 casalingo inflitto all’Inter di José Mourinho, quella stessa squadra che sarebbe entrata nella storia per essere stata la prima italiana a fare Triplete. Clamoroso al Cibali, 50 anni dopo.
A fine stagione la salvezza fu in cassaforte.
Una squadra, il Catania di Mihajlović, che era anche di Mascara, Biagianti, Maxi Lopez… oltre che di Izco, Spolli, Barrientos e Martinez; tutti giocatori che per vari motivi sono rimasti nel cuore dei catanesi.
Un’esperienza breve, ma ricca di emozioni e bellissimi rapporti ben oltre il campo da gioco: dall’amore dichiarato al mare cristallino di Cannizzaro, che ogni mattina scorgeva dalla finestra della sua camera; al rapporto con i pescatori del luogo, che gli offrivano il pescato in cambio di magliette e biglietti per le partite; fino alla commossa lettera di addio del 24 maggio 2010, dove si congedò scrivendo «Vorrei, ma non lo pretendo, che tutti i tifosi rossazzurri si potessero mettere al mio posto e prendessero la decisione che ho preso io. Forse chiedo troppo. Però almeno scusatemi, so che questo lo farete, perché ho conosciuto bene la grandezza del vostro cuore.»
Catania non ha mai dimenticato “Miracolovic”, i tifosi gli hanno sempre mostrato affetto, anche a distanza quando incominciò la sua battaglia contro la malattia che lo ha portato via troppo presto.
Il club ha voluto, attraverso un comunicato stampa, mostrare il proprio cordoglio: “Catania ti amerà ancora e noi ti ringrazieremo sempre per aver vissuto momenti epici. Il Catania SSD porge sincere condoglianze alla famiglia Mihajlović. La società rende noto di aver richiesto l’autorizzazione ad apporre il lutto al braccio sulle maglie dei calciatori della prima squadra e ad osservare un minuto di raccoglimento prima del fischio d’inizio di Catania-Trapani. Questo per ricordare un grande uomo e allenatore nello stadio in cui è stato protagonista.”
Addio, guerriero.

Articoli correlati

Back to top button
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: