Cultura

Rotary: convergenze nel dialogo interreligioso

Nell’ambito del mese che il Rotary dedica alla Costruzione della pace e prevenzione dei conflitti, il Rotary Club Catania Ovest ha organizzato sulla piattaforma Zoom, un interessante incontro di assoluta attualità dal titolo “Convergenze nel dialogo interreligioso”.  

Relatori dell’incontro on line sono stati Padre Gabriele Patanè, Delegato dell’Ufficio per l’Ecumenismo, il dialogo interreligioso e dei nuovi culti della Diocesi di Acireale, l’Avv. Baruch Triolo, Segretario della Bet Kenneset di Catania e l’Imam della Moschea della Misericordia di Catania Abdelhafid Kheit e Presidente della Comunità Islamica di Sicilia e il prof. Salvo Di Stefano, Presidente dell’Associazione etnea studi storico filosofici. L’incontro è stato moderato dal prof. Di Stefano e dal vice-presidente del club, il giornalista Alberto Lunetta.

Il presidente Gina Occhipinti ha introdotto i relatori spiegando che l’incontro era finalizzato a far prendere coscienza del fatto che il dialogo tra le religioni non è solamente un’assoluta necessità per la costruzione della pace mondiale ma è un valore in sé che permette di accogliere e ascoltare “l’altro” ovvero l’interlocutore che appartiene a un credo diverso.

Ha quindi preso la parola il Governatore del Distretto Rotary 2110 di Malta e Sicilia, ing. Alfio Di Costa che si è complimentato con il presidente per la scelta del tema dell’incontro. Il Governatore Di Costa ha ricordato l’insegnamento del visionario politico e accademico italiano Giorgio La Pira il quale affermava che la pace nel mondo è legata alla convivenza pacifica delle tre religioni monoteistiche.

Il prof. Di Stefano ha aperto l’incontro mettendo in evidenza che le religioni hanno prodotto momenti di conflitto nei secoli e che bisogna interrogarsi su quale sia la ragione che spinge gli uomini a credere in un Dio trascendente che opera nella storia.

Ha quindi posto l’accento sull’importanza della riaffermazione principio di tolleranza, che nasce con l’età moderna grazie all’Illuminismo, spiegando che la tolleranza deve essere il punto di partenza per il riconoscimento dell’altro come individuo degno d’ascolto. Ha inoltre illustrato come questo principio sia stato assimilato sia dalla Costituzione italiana che dalla Dichiarazione dei Diritti Universali dei Diritti dell’Uomo, entrambe promulgate nel 1948 all’indomani della Seconda Guerra Mondiale e contenenti un’ampia gamma di diritti contemplati nell’ambito della libertà religiosa.

Il prof. Di Stefano si è infine soffermato sul fatto che le religioni abramitiche dovranno confrontarsi e risolvere col dialogo, nell’immediato futuro, le grandi questioni che affliggono il mondo moderno come il razzismo, la pace, l’ambiente, lo sviluppo demografico ed economico.

Don Gabriele Patanè, sacerdote che ha assunto l’incarico di delegato per l’Ecumenismo della Diocesi di Acireale due anni fa, ha spiegato che, grazie al nuovo Papa, la prospettiva cattolica nei riguardi del dialogo interreligioso è cambiata negli ultimi anni, liberandosi da pregiudizi e cattive interpretazioni del Vangelo nonché da obblighi di proselitismo. Ha quindi chiarito che adesso si pone l’accento sul concepire il dialogo come terreno comune dove possono confrontarsi soggetti diversi che non devono rinunciare alla loro diversità ma ragionare su ciò che li unisce piuttosto che su ciò che li divide, affinché si creino rapporti di amicizia e non di reciproca convenienza.

L’Avv. Baruch Triolo ha aperto la sua relazione soffermandosi sulla differenza tra fede e religione, argomentando che la fede sia qualcosa che l’uomo si porta dentro mentre la religione sia invece una mera sovrastruttura. Citando il filosofo Martin Buber, Triolo ha messo in evidenza l’importanza del dialogo tra uomini come condizione della loro stessa sopravvivenza. Il dialogo, ha spiegato Triolo, impone inoltre all’uomo di fare delle scelte, di scegliere tra spirito e materia, di rinunciare al materiale e agli egoismi, in un mondo nel quale si è ospiti di passaggio. Ha infine spiegato il contributo che Israele dà al mondo, distinguendosi nei diversi campi dello scibile umano (tecnologia, ricerca, agricoltura e ambiente), ed ha lanciato la proposta di un “Patto”, sulla falsariga dei recenti “Accordi di Abramo” con i quali si è ottenuta la normalizzazione dei rapporti tra Israele da un lato ed Emirati Arabi e Bahrein dall’altro, che metta insieme ebrei, cristiani e musulmani di Sicilia nel campo degli scambi commerciali e culturali. Insomma, un ritorno ai tempi della Sicilia di Federico II di Svevia nella quale prosperavano e convivevano in armonia i popoli che professavano le tre religioni abramitiche, un modello al quale oggi si dovrebbe guardare. 

Il Governatore Di Costa si è reso disponibile a valutare questa interessante iniziativa spiegando che il Rotary è sempre aperto al dialogo tra i popoli e le nazioni.

L’Imam Abdelhafid Kheit ha, anche lui, reiterato che il dialogo è il fondamento della civiltà umana e non indebolisce anzi rafforza la convivenza. Ha quindi sottolineato che è necessario creare costantemente interazione tra i vari gruppi religiosi e sociali per arricchire quello che unisce ed eliminare ciò che divide, lasciando alle spalle la pesante eredità delle tante guerre del passato combattute in nome della religione ma in realtà generate da interessi economici e politici e non certo da divergenze teologiche.

L’Imam ha infine raccontato che la Moschea della Misericordia catanese partecipa da anni a diverse iniziative di dialogo interreligioso, spesso portate a termine insieme al compianto Padre Gaetano Zito. Ha spiegato inoltre che la comunità islamica etnea è perfettamente integrata nel quartiere della Civita, popolato da tante famiglie bisognose, che la ospita da diversi anni, al quale offre supporto anche grazie ad un accordo con il Banco alimentare di Sicilia.

Alle relazioni degli illustri ospiti è seguito un vivace dibattito, al quale hanno partecipato e portato la loro testimonianza, tra gli altri, Pietro Salvatore Reina, un docente di religione siciliano che insegna a Merano, sede di una importante comunità ebraica con tanti alunni di fede mussulmana e Orietta Strazzanti, una docente e scrittrice siciliana che ha fondato a Desio una scuola di volontariato per l’alfabetizzazione degli stranieri.

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