Economia

Palazzolo Acreide: 7 proposte al Governo per salvare i ristoratori

Una protesta simbolica, ad oltranza e “fantasma”, quella che i ristoratori palazzolesi hanno organizzato in vista dell’ennesima chiusura decisa dall’ultimo Dpcm del Governo e ulteriormente proclamata, in Sicilia, a seguito della dichiarazione della Zona Rossa valida per tutta l’Isola. I titolari di varie attività (Chef e proprietari di bar e pasticcerie) hanno consegnato le loro divise, lasciandole appese all’ingresso del Palazzo municipale, al sindaco. Palazzolo Acreide è, tra le capitali barocche, la meno nota ma ugualmente affollata da turisti provenienti da ogni parte d’Italia e dall’Estero, richiamati dalla bellezza dei suoi quartieri medievali, dei palazzi e delle chiese barocche. Borgo così benfatto e dall’alto interesse storico da aver meritato il titolo di Borgo più Bello d’Italia.

Il comune montano in provincia di Siracusa, con i suoi 9 mila abitanti, vive di turismo e di ristorazione ma è ora piegato dalla crisi e viaggia ormai a motore finanziario spento. “Siamo stanchi di aperture a giorni alterni, – dice il Presidente dell’associazione Vicoli&Sapori, Chef Paolo Di Domenico – di promesse non mantenute e di chiusure a cui non sono seguiti i ristori certi, immediati e soprattutto adeguati per ripartire e potere fare impresa. Le nostre attività in questo momento devono sopravvivere per potere tornare al più presto a splendere“.

Preoccupato il Primo cittadino palazzolese, Salvatore Gallo . “Si sta condannando alla morte economica un territorio che necessita, – ha spiegato – a questo punto, di aiuti concreti da parte dello Stato. Il Governo nazionale ha dato una mano alle grande aziende, per non parlare delle banche, da sempre protette e in qualche circostanza pure salvate, e non si riescono a dare risorse a questa mole di imprenditori, che sono una eccellenza per il nostro territorio. Il rischio che i nostri ristoratori possano fallire è elevatissimo, i creditori sono alle porte e chiederanno i soldi che non potranno essere restituiti a causa di una stretta durissima”.

Salvare dal fallimento i ristoratori di tutta Italia si può ma attraverso la realizzazione programmatica dei seguenti sette punti. Innanzitutto, si dovranno da subito sospendere le rate sui mutui ipotecari, chirografari, prestiti personali e leasing, contratti sia per l’attività che a titolo personale. Poi, sarà necessario offrire un sostegno integrale che copra il pagamento dei canoni di locazione sia dei locali che delle abitazioni dei ristoratori. E ancora aiuti economici in sostengo al pagamento delle utenze. Dovranno, inoltre, essere versati i contributi INPS per tutto il periodo di durata dell’emergenza e le cartelle esattoriali dovranno essere annullate. Il sostegno economico mensile dovrà essere riconosciuto per alleggerire il carico familiare e far fronte alle esigenze delle famiglie colpite. “Sono richieste legittime di gente che non vuole morire. Palazzolo Acreide non può morire, l’Italia non può morire“. Sono le richieste inoltrate al Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana e al Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci.

Prima della crisi pandemica, la località incastonata sui monti Iblei, godeva di un’altissima offerta gastronomica con un’ottima cucina di montagna e prodotti tipici di pregio. Si spazia dalla salsiccia tradizionale di suino nero siciliano, che si connota come cibo ‘Slow Food‘ di qualità, al finocchietto selvatico essiccato e al tartufo pregiato al punto da essere soprannominato “l’oro nero di Palazzolo Acreide“. Ultimo, ma non per importanza, il vino rosso del Val di Noto. Un ingente patrimonio che, nel 2017, aveva ispirato gli Chef locali alla creazione dell’associazione Vicoli&Sapori, nata per promuovere l’immagine di Palazzolo Acreide nel mondo.

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