L'Opinione

L’ipocrisia della guerra “giusta”

Le guerre si combattono per garantire la democrazia e la libertà!
È l’unico modo per poter assicurare la pace!
Si sente affermare con spudoratezza da governi, presunti liberali, che decantano le loro operazioni militari come necessarie e inevitabili, facendo propria la dottrina machiavellica del “fine giustifica i mezzi”.
Ma questa ipotetica pace e libertà, ha lasciato dietro di sé una lunga e vergognosa scia di sangue e di morte.
Questo è il prezzo da pagare per aver fatto una guerra “giusta”!
Si giustifica con candida presunzione di innocenza.
E questa è una delle più grandi e straordinarie delle nostre ipocrisie: la guerra diventa “giusta” se è attuata come strumento difensivo, quindi la violenza è giustificata e ha una sua legittimazione automatica.
E non ci si accorge, o forse semplicemente non si vuole poiché gli interessi in gioco sono prioritari sulla vita stessa, che inevitabilmente la violenza ne chiama altra in una escalation che alla fine esplode senza alcuna possibilità di essere fermata.
Questa ipotesi che potrebbe facilmente trasformarsi in realtà, però non ha preoccupato minimamente gli Stati Uniti che, insieme al Regno Unito, hanno ritenuto pienamente legittimo attaccare con una serie di raid aerei le basi degli Houthi in Yemen.
L’attacco notturno è stato fatto a solo scopo difensivo.
E’ stato specificato trincerandosi dietro alla ben collaudata scusa, e non si è considerato, che la loro azione, pur in risposta ai condannabili attacchi degli Houthi yemeniti alle navi mercantili e alle petroliere nel Mar Rosso, potrebbe inasprire e allargare ulteriormente il conflitto tra Hamas e Israele. Così come ventilato da un preoccupato segretario generale dell’Onu e avallato dagli stessi Houthi yemeniti che hanno promesso una conseguente reazione.
Gli effetti di questa politica della guerra “giusta” sono sotto gli occhi di tutti.
Proprio due giorni fa in seguito a un attacco dell’Iran in Iraq su un presunto obiettivo israeliano, tra le vittime c’è purtroppo anche un bimbo di soli 11 mesi.
Questa subdola e ipocrita politica di derubricare la guerra a una semplice azione difensiva, mira solo a imporla come unico strumento di pacificazione e a sottacere che invece crea una situazione di conflitto maggiore che degenera nell’arcaico principio del “botta e risposta”, degno dei primi uomini apparsi sulla terra ma non delle nostre moderne società che si professano portatrici di valori liberali e di giustizia umana.
In nome di questa ipocrisia, tutti i trattati firmati dalla seconda guerra mondiale in poi si sono trasformati in carta straccia, i basilari principi a fondamento della giustizia internazionale sono solo un miraggio lontano di sogni e promesse svaniti come impalpabili granelli di sabbia.
Gli inalienabili diritti umani sono stati calpestati da tutte le impietose e brutali stragi di civili.
Perché alla fine sono loro, gli umili e gli indifesi che subiscono le conseguenze della ingiustizia della guerra “giusta”.
La sua disumanità li travolge e li svilisce riducendoli a numeri sacrificabili così come sta accadendo a uomini, donne e bambini palestinesi che, in nome di questa ipocrisia, hanno perso tutto, le loro case sono state devastate e le loro città sono state ridotte in cumuli di macerie.
Vittime degradate da una guerra non voluta ma costretti a subirla, mentre i paesi occidentali, hanno tollerato i massacri compiuti da Israele anche quando ha travalicato ogni limite consentito, anche quando ha oltrepassato ogni principio di giustizia umana.
La dottrina della guerra “giusta” ha prevalso sulla dignità umana, nonostante i ripetuti appelli di aiuto da parte del popolo palestinese che, è bene ricordare, deve essere tenuto distinto dai terroristi di Hamas che giustamente vanno perseguiti.
Tutto il nostro diritto internazionale è stato vilipeso non solo dalla insensata aggressività di Israele ma anche dal comportamento omissivo di tutti gli stati occidentali.
Difendersi, in questo caso specifico dall’attacco terroristico del 7 ottobre, non giustifica in alcun modo la vessazione di migliaia di donne e bambini, privarli di acqua e di elettricità, della possibilità di approvvigionamento di viveri e di medicinali come in un vero e proprio campo di concentramento, di lanciare attacchi militari indiscriminati contro ospedali e abitazioni e ucciderli come se si trattasse di banali danni collaterali.
Solo il Sudafrica, dinanzi alla Corte Internazionale di Giustizia ha avuto il coraggio di spezzare questa lunga catena di omertà che imprigiona tutti gli stati, e ha accusato senza alcuna remora Israele di genocidio contro il popolo palestinese di Gaza.
E lo stato Ebraico, forte di questa vergognosa ipocrisia che ci incatena tutti, si è sentito autorizzato a replicare, con disarmante naturalezza, il suo diritto di difesa.
La dottrina della guerra “giusta” si è imposta con prepotenza.
E noi, il nostro bel paese del sole, insieme a tutti gli altri, per tutto questo tempo siamo rimasti a guardare vigliaccamente e le nostre mani si sono macchiate vergognosamente di sangue innocente.

Foto dal film “Apocalypse Now” di Francis Ford Coppola

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