L'Intervista

Francesco La Rosa: il talento “sulla pelle”

Francesco La Rosa, giovane artista contemporaneo catanese, ha percorso un cammino di ricerca tecnico stilistico, sperimentando strumenti e materiali inusuali, per arrivare definitivamente e in maniera assolutamente originale, alla realizzazione di opere uniche attraverso la microincisione di superfici di pelle e cuoio, servendosi di bisturi e coltelli. Il cuoio che Francesco utilizza viene conciato in maniera specifica appositamente per lui. Le incisioni d’arte realizzate impressionano per la meticolosità del dettaglio e per la perizia tecnica che non ammette errori d’esecuzione. Per queste sue peculiarità artistiche, l’azienda italiana “Vicenza Pelli” ha dedicato una linea di articoli in pelle destinati a diventare supporto per la realizzazione delle sue opere. Nel portfolio dell’artista troviamo ritratti realistici, moderni o di matrice classica (vedi la riproduzione in cuoio dell’ultima cena), realizzati a partire dalla sua memoria visiva, senza utilizzare altri punti di riferimento. L’originalità delle sue idee e l’applicazione del tutto personale della tecnica d’incisione sul cuoio, pongono La Rosa, come unico caposcuola in Italia, di questa nuova affascinante forma d’arte.

Lo incontriamo per intervistarlo e per scoprire i dettagli della sua carriera artistica.

Ciao Francesco, prima di arrivare al cuoio hai sperimentato le tue capacità artistiche utilizzando materiali vari. Come è iniziata la tua stagione artistica?

Prima di arrivare alla mia attuale espressione artistica, ho impiegato diversi anni a sperimentare. Finiti gli studi artistici mi sono interessato alla fotografia, arrivando a realizzare reportage importanti. Ho avuto un maestro e amico che mi ha insegnato molte cose a riguardo e grazie alla fotografia, ho imparato il significato di prospettiva, luci, ombre e composizione. Successivamente sono passato alla pittura, dipingendo con oli e tempere su supporti diversi e allo stesso tempo ho imparato le tecniche del restauro d’arte, attività affascinante e complessa, tramite la quale ho compreso la gravosa responsabilità che il lavoro di recupero ti mette in mano, in cui la perizia da utilizzare durante l’intervento su oggetti preziosi e unici è fondamentale. Ho anche messo a frutto la mia tecnica di disegnatore per la realizzazione di tatuaggi, un lavoro che ho svolto per alcuni anni. Alla fine di questo percorso, sono arrivato finalmente alla lavorazione del cuoio, materiale che mi ha sempre affascinato e il cui utilizzo artistico si perde nella notte dei tempi. Amo il suo odore e la sua magia, che mi proiettano in una dimensione storica, antica e ancestrale. Fra le mura di una boutique di album fotografici di design, ho imparato a cucire, a conciare e capire tutto sulla pelle pregiata e lì, grazie un cliente, ho partorito l’idea di unire le mie due passioni: i coltelli e l’arte.

Ci vuoi parlare di questa tua particolare tecnica innovativa sul cuoio?

Ho appreso il micro-carving da autodidatta e tutto è nato per caso. Ho capito che nella vita, quando si cerca insistentemente qualcosa, non la si trova quasi mai e che invece è necessario attendere il momento propizio, ovvero la giusta ispirazione. Io credo nel Fato e nei segni che la vita ci pone davanti durante il nostro cammino: essi ci conducono sempre verso ciò che siamo destinati ad essere o a ricevere. Da bambino guardavo le vetrine in cui erano esposti i coltelli, con il desiderio di possederne uno. La scintilla che ha acceso la mia ispirazione è scoppiata circa nove anni fa, quando mi commissionarono un lavoro originale: incidere qualcosa sopra la copertina in pelle di un album. Usando la fantasia ho impiegato i coltelli per incidere ed è così che è iniziata la mia avventura: si era aperto davanti a me un nuovo mondo. Tengo a precisare che il mio percorso artistico ha avuto inizio per una motivazione nobile, quasi magica, ovvero donare un’anima e in maniera ecosostenibile, a un materiale che in precedente è stato materia vivente, appartenendo ad un essere vivente. Nel mio percorso ogni giorno ho imparato qualcosa di nuovo, acquisendo capacità che io stesso non pensavo di possedere, come ad esempio: lavorare contemporaneamente con entrambe le due mani, nonostante io sia mancino. Queste abilità sono nate attraverso tante ore di duro lavoro e sperimentazione; ogni incisione non può ammettere nessun margine di errore, poiché il materiale è molto delicato e non consente cancellazioni. Tutto viene creato senza linee giuda o schizzi iniziali e la difficoltà di realizzazione rende rischiosa e nel contempo magica, l’esecuzione dell’opera stessa: ogni solco deve essere chirurgicamente perfetto.

In un mondo che tende alla globalizzazione, il tuo lavoro si trova a metà fra un approccio artigianale e tradizionale, derivato dagli antichi maestri, rivisitato in chiave moderna e creativa. Quanta tradizione riconosci nella tua opera e quanta contemporaneità?

È la prima volta che mi fanno questa domanda e devo dire che è molto interessante. Credo che prima di iniziare un percorso bisogna sempre rivisitare e studiare quello che la storia chi ha offerto. Tutti i più grandi artisti hanno preso spunto da tecniche preesistenti, trasformandole in chiave personale. Io dico sempre che tutto quello che siamo oggi è il frutto delle menti creative che ci hanno preceduto. Quando ho scoperto la tecnica del micro-carving, ho verificato sui libri, documentandomi se prima di me, qualcun altro avesse creato qualcosa di simile. Si tratta di un’arte molto antica, praticata sin dai tempi dell’uomo primitivo, quando egli disegnava sulle rocce, scalfendo e colorando le scene di caccia. Parecchie civiltà hanno fatto uso delle tecniche d’incisione, ad esempio: i Cinesi o gli Egiziani, sia per stampare sulle stoffe, sia per la scrittura. Col passare del tempo la tecnica si è perfezionata con l’ausilio di bulini e acidi per la realizzazione di matrici tipografiche sempre più evolute, fino ad arrivare alla stampa moderna. Molti sono stati gli incisori nella storia dell’arte. Anche Rembrandt ha utilizzato questa tecnica e dal suo talento innato, nel saper modulare le luci e le ombre, ho imparato molto.

Devo dire che il micro-carving risente di molte influenze storiche, ma la tecnica da me utilizzata, si differenzia parecchio dal passato; essa rappresenta una forma più fresca e contemporanea, che si può accostare a diversi contesti: l’arte, la moda, il design, l’arredamento e l’automobilismo. Un’arte primitiva ma allo stesso tempo attuale, nata da un passato storico nobile e reinterpretata con tecniche e strumenti differenti.

Le tue opere sono stupefacenti e riscuotono consensi a livello regionale e nazionale. Oggi una azienda del nord Italia dedica una linea ai tuoi lavori! Ce ne vuoi parlare?

Questa tipologia d’arte è molto apprezzata e sono contento che stia prendendo piede in tutta Italia. Come dicevo prima, il micro-carving viene riconosciuto e applicato in più contesti: uno di questi è la moda. Ho lavorato con molti marchi di lusso, anche internazionali e ultimamente ho collaborato con un brand storico di Milano, la “Collini rooms” per la realizzazione di un evento artistico nella capitale lombarda. L’evento realizzato in occasione della Fashion Week di Milano ha avuto come ambientazione storica il Rinascimento, allo scopo di magnificare il concetto di rinascita, dopo il lungo periodo di limitazioni vissute da tutti a causa della pandemia. Per l’occasione ho creato, con il loro supporto, un’intera serie di borse e capi limited-edition, in cui ho rappresentato immagini del rinascimento, come ad esempio, le sculture più famose di quell’epoca storica. Un secondo tema trattato in questa occasione è stato il “peccato” poiché Collini è un marchio trasgressivo e sensuale. È stato molto interessante aver mostrato al pubblico quanto l’essere umano sia stato da sempre predisposto per la trasgressione e il peccato, attraverso l’incisione su pelle, di corpi nudi avvolti da serpenti sinuosi, prendendo ispirazione da immagini artistiche del passato.

Trovandomi nel contesto milanese, ho esposto anche una riproduzione del “cenacolo” di Leonardo realizzato su cuoio, in maniera fedele all’originale, in memoria dei 500 anni della morte del grande maestro. L’opera ha riscosso molto successo, ricevendo numerosi riscontri da altri importanti brand commerciali del settore.

Francesco, prima di salutarci vuoi raccontarci dei tuoi progetti futuri?

I progetti sono molteplici e anche le novità. Sto sperimentando altre tecniche che impreziosiscono maggiormente ciò che realizzo, aggiungendo pigmenti colorati e oro sull’incisione. Nascono così nuove opere caratterizzate da un vivido potere suggestivo ed emozionale.  Tanti sono i progetti e le collaborazioni in cantiere, alcuni ancora da definire, altri invece top-secret al momento. Posso dire però che intendo entrare presto con le mie opere nel mondo ecclesiastico, così come in un passato non troppo remoto, succedeva agli artisti affermati. La mia ambizione è imprimere ancora più sacralità ai miei lavori e farli convivere, nei luoghi di culto, accanto alle opere dei maestri che hanno meritato un posto nella storia dell’Arte.

Con l’auspicio che vadano in porto tutti i tuoi progetti, ti auguro grandi successi nell’arte e nella vita! A presto.

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