L'Opinione

Cosa ha veramente detto il conte Coudenhove-Kalergi…

1.

Il Ministro Lollobrigida ha sostenuto la necessità di sostenere le nascite in Italia e di evitare la sostituzione etnica. Tutto il mondo politico è insorto contro il ministro.

Le sue affermazioni sono ormai il chiaro ed evidente segnale dell’accettazione delle tesi espresse da Gerd Honsik in un libro intitolato Adiós Europa. El piano Kalergi, un racismo legal. Secondo l’autore, il conte Coudenhove-Kalergi avrebbe ideato un piano per realizzare in Europa un popolo meticcio dalla fusione di popolazioni africane e asiatiche con gli europei. Ciò porterebbe alla fine della razza bianca in Europa e alla sua sostituzione con un popolo meticcio senza identità che sarebbe facilmente dominabile dalle élites finanziarie ed europee guidate dalla Massoneria e dagli ebrei. L’autore è un esponente dell’estrema destra europea, nonché negazionista dell’Olocausto e un influente sostenitore del neonazismo.

Negli ultimi anni, Magdi Cristiano Allam, trasmissioni come La Gabbia, politici di estrema destra come Salvini e Meloni hanno più o meno apertamente ribadito le tesi espresse da Honsik e da un certo numero di altri autori che hanno inaugurato una vera e propria corrente ideologica nell’estrema destra europea.

Ma chi era il conte Coudenhove-Kalergi?

2. Una famiglia molto particolare.

Il Conte Richard Coudenhove-Kalergi nacque il 17 novembre 1894 a Tokio, in Giappone dove il padre Heinrich era stato inviato come ambasciatore e aveva sposato la nobildonna Mitsuko Aoyama, appartenente ad un’antica famiglia di samurai.

Suo padre, il Conte Heinrich von Coudenhove-Kalergi era un diplomatico dell’Impero Austro-ungarico.

Mitsuko Aoyama

I Coudenhove-Kalergi erano una famiglia molto particolare. I Coudenhove erano nobili di origine boema, che avevano fatto fortuna come diplomatici e soldati. Nel loro albero genealogico risulta che si sono imparentati con uomini e donne di varie nazionalità (francesi, tedeschi, fiamminghi).

La famiglia Kalergi (o meglio Kallergis) proveniva dalla Grecia e si vantava di discendere direttamente dall’Imperatore Niceforo II che governò l’impero bizantino tra il 963 e il 969. Durante il periodo napoleonico, alcuni membri della famiglia avevano servito l’esercito francese. Anche in questa famiglia c’erano molti diplomatici come il conte Karl Robert Nesselrode (1780-1862), diplomatico dell’impero russo, di origine tedesche, ma nato a Lisbona e figlio di diplomatici. Fu segretario di stato e partecipò ai lavori del Congresso di Vienna con la delegazione dell’impero russo. Era una famiglia ricchissima con grandissimi interessi culturali. Ad esempio, Maria Kalergi fu grande viaggiatrice e famosa pianista e contribuì a creare il Conservatorio di Varsavia. Il suo salotto era frequentato da importanti musicisti come Listz, Chopin e Wagner, e intellettuali come Musset, Gautier, Heine.

Marie Kalerg
Karl Robert Nesselrode

Da questa breve analisi della genealogia delle famiglie Coudenhove e Kalergi emergono alcuni elementi che determineranno enormemente la vita di Richard: la presenza di molti diplomatici in famiglia in giro per tutta l’Europa e tutto il mondo, un albero genealogico in cui erano presenti uomini e donne provenienti da differenti nazionalità (boemi, tedeschi, francesi, greci, polacchi, russi, giapponese).

Il conte Richard

3. Gli studi filosofici, l’appartenenza alla Massoneria, l’influenza culturale di Paneuropa.

Il conte Frequentò a partire dal 1906 il collegio Theresianum di Vienna, famoso per essere il più cosmopolita dell’impero austro-ungarico dove scoprì il suo interesse per la filosofia. Frequentò l’Università di Vienna, laureandosi in filosofia nel 1917.

Nel 1922 il conte Richard aderì alla massoneria austriaca entrando a far parte della loggia Humanitas del Grande Oriente d’Austria. Pubblicò La questione europea su la Neue Freie Presse de Vienna e la Vossiche Zeitung di Berlino (22 luglio 1922) in cui lanciava un appello per l’unificazione europea. In questo periodo fondò il Mouvement pour leÉtats-Unis d’Europe o Mouvement Paneuropéen di cui divenne il principale leader in tutta Europa.

Fondò e diresse l’associazione Paneuropa. Nel volgere di pochi anni, raccolse nelle sue file importanti figure dell’Europa da banchieri come Max Warburg ad intellettuali come Thomas Mann, Josè Ortega y Gasset ed Albert Einstein a politici come il già citato Aristide Briand e Karl Renner (cancelliere austriaco).

L’associazione aveva anche una casa editrice, attraverso la quale il conte pubblicò molti dei suoi scritti tra cui Paneuropa (1923), Manifeste européenKrise der Weltanschauung.

Nel 1924 avviò le sue pubblicazioni la rivista Paneuropa e nello stesso anno pubblicò Manifeste européen e Krise der Weltanschauung. Tra il 3 e il 6 ottobre 1926 fu celebrato il primo congresso del Movimento paneuropeo a Vienna.

Nel 1929 Aristide Brian presentò le idee del movimento del conte alla Società delle Nazioni: “Entre des peuples qui sont géographiquement groupés comme les peuples d’Europe, il doit exister une sorte de lien fédéral”. In questa occasione viene proposto come inno della futura federazione europea l’ “Inno alla gioia” tratto dalla Sinfonia n. 9 di Ludwig van Beethoven.

Aristide Briand

L’anno successivo, il congresso paneuropeo fu celebrato a Berlino. Il terzo congresso (1932) fu celebrato a Bale. Nel 1934 il governo austriaco diede la propria adesione alla politica del movimento paneuropeo e nell’anno successivo Vienna ospitò nuovamente il quarto congresso del movimento paneuropeo.

4. La persecuzione da parte dei nazisti. L’esilio negli Stati Uniti.

Il libro più importante del conte fu Kampf um Paneuropa, che già dal titolo voleva porsi in opposizione al Mein Kampf di Adolf Hitler. In questo e in molti altri testi il conte proponeva di realizzare gradualmente una federazione europea attraverso varie fasi:

  1. la condivisione della produzione e dell’acciaio;
  2. formazione di un’unione doganale ;
  3. unione monetaria e bancaria;
  4. unione difensiva;
  5. unione politica di natura federale.

Soprattutto negli anni Quaranta, durante il soggiorno negli USA, le sue elaborazione richiamano molto il federalismo cantonale della Svizzera (es. Progetto per una costituzione europea).

Il suo modello di integrazione europeo è intermedio tra quello funzionalista di Jean Monnet e quello federalista di Spinelli. Nella prospettiva funzionalista, bisogna procedere all’integrazione economica in tutti settori nella convinzione che questa porterà ad un’integrazione politica nel lungo periodo. Nella prospettiva di Spinelli e di Einaudi, bisogna procedere prima all’integrazione politica e poi all’integrazione economica. Questi pensatori guardano soprattutto all’esperienza degli Stati Uniti d’America.

Il conte divenne il principale nemico del regime nazista sia per le sue idee federaliste sia perché nel libro intitolato Idealismo pratico si era espresso contro la purezza della razza e a favore dell’inevitabile mescolamento dei popoli e delle razze.

Nel 1938, l’Austria fu annessa al Reich tedesco. La Gestapo perquisì il segretariato generale dell’Union Paneuropéenne e sequestrò tutti gli archivi che furono attentamente studiati e catalogati. Oggi questi documenti sono stati recuperati e si trovano in parte a Mosca e in parte nel fondo privato PP 1000 degli Archivi Cantonali Vaudoises (Svizzera). Il conte Richard riuscì a fuggire grazie all’aiuto dell’ambasciatore della Svizzera M. Jaeger. Successivamente abbandonò la Svizzera, ottenne la cittadinanza francese e partì da Lisbona per gli Stati Uniti d’America (15 agosto 1939) dove riorganizzò il movimento paneuropeo in esilio. Poco prima della partenza nel maggio del 1939 ci fu una grande manifestazione pan-europea a Parigi.

A New York ottenne una cattedra all’Università e organizzò il seminario “L’Europa federale del dopo-guerra” all’interno del quale fu predisposto un abbozzo di Costituzione europea  e fondò il Comitato per un’Europa libera e unita.

Nel 1943 il movimento paneuropeo celebrò il proprio congresso (il quinto) in esilio. Nello stesso periodo entrò in contatto con il generale Charles De Gaulle e pubblicò Post-war European federation e Crusade for Europe.

5. Il ritorno in Europa. L’attivismo per realizzare la federazione europea e le delusioni.

Il conte ritornò in Europa nel 1946. L’anno successivo fondò a Gstaad l’Unione parlamentare européenne o Union Paneuropéenne. Questo organismo influenzò moltissimo la formazione del Consiglio d’Europa, della Comunità economica del Carbone e dell’Acciaio (CECA) e successivamente della Comunità economica per l’energia atomica (CEEA) e della Comunità Economica europea (CEE). Visse in prima persona le difficoltà dell’integrazione europea e il rifiuto da parte degli stati europei democratici di procedere ad un’unione di tipo federalista. Sempre nello stesso periodo si consumò anche il fallimento della creazione di una politica di difesa comune europea (CED).

In questi anni divenne presidente onorario del Movimento europeo insieme a Winston Churchill, K. Adenauer, Robert Schumann, De Gasperi e Spaak.  Nel 1965 lasciò la guida del Movimento europeo. Morì nel 1972 ed è sepolto in Svizzera ad Oberland.

Negli ultimi anni di vita, si scagliò contro la degenerazione tecnocratica della CEE e delle altre autorità europee e si accorse che la realizzazione a fasi della federazione europea era molto più complessa di quello che aveva pensato.

Va infine segnalato che il conte era un fervente cattolico e indicava quali radici dell’Europa: il cristianesimo e la civiltà greca.

6. Conclusioni.

Non c’è da stupirsi che ancora dopo cento anni l’estrema destra si scagli contro il conte Coudenhove-Kalergi. Purtroppo, le sue idee e i suoi libri sono poco noti in Europa. Alla diffusione delle idee di Gerd Honsik non corrisponde un’azione contraria per permettere un inquadramento corretto delle idee del Conte. La sua opera sarebbe molto utile nel dibattito europeo su come riformare l’Unione europea. In Europa si sente la mancanza di politici e di intellettuali dotati di grande carisma. Il sogno degli Stati Uniti d’Europa è sgradito a gran parte dell’Unione Europea. In certi momenti, questa organizzazione sembra più pericolosamente una grande “Repubblica di Weimar” transnazionale sull’orlo dell’abisso.

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