Cultura

Classifica 2020 i “I Luoghi del Cuore”: sei siciliani nei primi trenta posti

Ci sono sei siti siciliani nei primi trenta posti della classifica finale del 10° censimento “I Luoghi del Cuore – Il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare” promosso del FAI (Fondo Ambiente Italiano). Al 4° posto si è piazzata la Via delle Collegiate a Modica in provincia di Ragusa, al 6° nuovamente Modica con la Chiesa rupestre di San Nicolò Inferiore; al 13° la Chiesa Santa Maria Gesù Lo Piano a Polizzi Generosa in provincia di Palermo; al 15° la Cripta del Duomo di Messina; al 21° la Reale Cappella di Santa Venera della Basilica Cattedrale di Acireale, in provincia di Catania; al 25° la spiaggia di Scala dei Turchi a Realmonte in provincia di Agrigento.

Era il 6 maggio 2020 quando, nel pieno dell’emergenza Coronavirus, il FAI – Fondo Ambiente Italiano dava il via con grande passione civile alla decima edizione de “I Luoghi del Cuore”, promossa in collaborazione con Intesa Sanpaolo. L’invito rivolto agli italiani, potente e di notevole impatto emotivo, era quello di esprimere l’amore per il proprio Paese in un momento di così grande difficoltà, votando i luoghi a loro più cari, quelli di cui avevano sentito fortemente la mancanza nei giorni passati giocoforza chiusi in casa e a cui avrebbero voluto assicurare, grazie a questo censimento, tutela e valorizzazione. E la risposta a questa esortazione è stata davvero eccezionale: i voti raccolti fino al 15 dicembre, giorno di chiusura dell’iniziativa, sono stati 2.353.932, il miglior risultato di sempre, con oltre 39.500 luoghi segnalati in 6.504 Comuni d’Italia (l’82,3% del totale).

L’Italia è una potenza culturale, il suo patrimonio è composto da migliaia e migliaia di capolavori. Per segnalare con il maggior numero di voti il proprio luogo del cuore, gli italiani hanno dato vita a una stupenda ed elettrizzante competizione. Il proverbiale campanilismo del Bel Paese si è scatenato, generando imprevedibili ribaltamenti nelle classifiche provvisorie. È stata un’edizione ad alta tensione, non solo per un ordine d’arrivo mai scontato, ma soprattutto perché i comitati e le associazioni di cittadini che si sono attivati per raccogliere voti si sono fronteggiati lealmente con un agonismo senza pari, degno delle più importanti gare sportive, senza mai interrompere la propria corsa verso il traguardo dalla scorsa primavera. E non bisogna solo pensare a città contro città o borgo contro borgo: la piccola e meravigliosa città di Modica ha generato ben due candidature entrate nella top 10, in pochi chilometri quadrati.

A vincere questa edizione del censimento del FAI non sono stati solo i luoghi più votati, con le loro storie affascinanti e la loro necessità di cura, restauro e attenzione, ma anche l’intero patrimonio culturale e ambientale italiano, il cui immenso valore per la collettività in termini di identità, memoria, legami sociali, esperienze di vita e speranze future emerge limpidamente scorrendo la variegata classifica dei “Luoghi del Cuore” (consultabile sul sito www.iluoghidelcuore.it). Un progetto di sempre maggiore successo, con oltre 9.630.000 voti raccolti in totale dalla prima edizione del 2003 a oggi, in grado di amplificare in modo semplice e diretto il bisogno di essere ascoltati di tantissimi cittadini, ben consapevoli che abitare in centri urbani, piccoli o grandi che siano, con un tessuto tutelato e valorizzato, rappresenti un elemento di benessere, tanto quanto l’essere circondati da un paesaggio e da un ambiente ben conservati.

Se è vero che da Lombardia, Sicilia e Piemonte – le tre regioni più attive con rispettivamente 328.591, 301.826 e 241.727 voti raccolti – sono arrivate più di un terzo delle segnalazioni totali, la mappa dei siti amati coinvolge tutto il territorio nazionale e stupisce per eterogeneità di tipologie: dalle chiese alle aree naturali, dai castelli ai borghi, dalle aree archeologiche ai giardini urbani, dalle ferrovie ai ponti, anche in questa edizione del censimento è andata in scena una perfetta rappresentazione dell’inestimabile ricchezza culturale del nostro Paese. E, a sorpresa, è stato il Molise, nelle altre edizioni sempre abbastanza defilato, la regione con più voti in rapporto al numero di abitanti, mentre la Liguria è al primo posto per voti in rapporto alla sua superficie.  

Ma qual è il motivo che spinge a partecipare al censimento “I Luoghi del Cuore”? Dare valore e garantire tutela, attraverso il FAI, all’“eredità culturale” dei territori, intesa – secondo la definizione riportata nella Convenzione di Faro, finalmente ratificata dall’Italia lo scorso settembre – come “un insieme di risorse ereditate dal passato che

le popolazioni identificano, indipendentemente da chi ne detenga la proprietà, come riflesso ed espressione dei loro valori, credenze, conoscenze e tradizioni”. E a impegnarsi per raggiungere questo obiettivo, tanto ambizioso quanto importante, sono soprattutto i comitati che si mobilitano per far votare il proprio luogo amato nel 2020 se ne sono registrati 302, il 32,5% in più rispetto all’edizione precedente – limpida espressione del principio di sussidiarietà di cui si parla nell’articolo 118 della Costituzione. La loro azione è il cuore pulsante del censimento, l’atto d’amore che le persone dedicano, quali “ambasciatori dei territori”, ai luoghi che vogliono salvare da degrado e abbandono, o semplicemente far conoscere.

Nello slogan dell’iniziativa – IL TUO VOTO SALVA – è racchiusa la speranza di regalare un futuro a piccole e grandi bellezze d’Italia, che diventa più concreta maggiore è il numero di voti che si riescono a raccogliere (vedi box Premi e prossimi passi): oltre ai premi per i primi luoghiclassificati e alla possibilità, per beni con almeno 2.000 voti, di partecipare al bando per richiedere un intervento di valorizzazione o restauro, un buon piazzamento permette anche di far giungere con più forza a istituzioni e media le istanze dei cittadini.

Ed ecco allora che 75.586 persone hanno espresso la loro preferenza per la Ferrovia Cuneo-Ventimiglia-Nizza, luogo al 1° posto della classifica nazionale, grazie anche all’impegno di tre comitati – Amici del Treno delle Meraviglie, Amici della Ferrovia Cuneo Ventimiglia Nizza e Amis du Train des Merveilles – che auspicano il potenziamento della linea e la sua valorizzazione. Un’opera che fonde la natura aspra delle Alpi Marittime con l’ingegno umano, ideata da Cavour a metà Ottocento, quando Nizza era sabauda, e che nei suoi 96 km di lunghezza include 33 gallerie e 27 ponti e viadotti, coprendo un dislivello di 1.000 metri e toccando 18 Comuni, in gran parte borghi montani. Semidistrutta dai tedeschi in ritirata nel 1943 e ricostruita negli anni Settanta con un accordo italo-francese da rinnovare, la ferrovia è un’infrastruttura necessaria per i residenti, con importanti potenzialità turistiche. Nel 2013 ha rischiato la dismissione ed è purtroppo interrotta dallo scorso ottobre a causa dello smottamento del Colle di Tenda causato dall’alluvione che ha isolato la Val Roya.

Al 2° posto con 62.690 voti si classifica il Castello di Sammezzano a Reggello (FI), edificio senza pari in Italia e con pochi confronti anche a livello internazionale per la rievocazione in 13 sale monumentali di capolavori architettonici di arte indiana e moresca, già vincitore dell’ottavo censimento “I Luoghi del Cuore” (anno 2016). Incagliato in una complessa situazione proprietaria, che ha visto avvicendarsi in anni recenti aste andate deserte e società in liquidazione, il castello, insieme al parco di 190 ettari che lo circonda, è da decenni in stato di grave abbandono ed è privo di tutti gli arredi storici. A fine 2019 è tornato proprietà della Sammezzano Castle srl, uscita da una procedura di fallimento, ma i comitati Savesammezzano e FPXA sono tornati a raccogliere i voti per tenere alta l’attenzione su un bene che merita di essere recuperato e fruito.

Il 3° posto è invece occupato dal Castello di Brescia, segnalato da 43.469 persone. Possente fortezza che rispecchia nelle sue stratificazioni la storia della città, dalla fondazione in epoca romana al dominio visconteo, dal governo della Serenissima fino all’epoca austriaca, che lo ha visto protagonista del Risorgimento cittadino, ospita un percorso museale ed è sede di eventi. La raccolta voti, a cui hanno aderito anche varie istituzioni, associazioni e aziende del territorio, è stata promossa dal comitato Amici del Cidneo onlus, nato per valorizzare il castello e il Colle Cidneo, considerati un unicum in Italia per dimensioni, ampiezza di aree verdi e posizione.  

Al 4° posto si trova la Via delle Collegiate di Modica (RG), grazie ai 40.521 voti raccolti. Un percorso che unisce idealmente il Duomo di San Giorgio e le chiese di San Pietro e Santa Maria di Betlem, testimonianza della storia della città lungo i secoli, dal tardogotico al tardobarocco. Il comitato Le collegiate di Modica #culturacheunisce si è costituito per il censimento, per valorizzare e promuovere interventi di recupero per il grande patrimonio qui conservato, che rischia di deteriorarsi. 

La decima edizione del censimento si è contraddistinta anche per l’attenzione registrata dalle due classifiche speciali lanciate all’avvio dell’iniziativa. La prima, dedicata ai Luoghi storici della salute in omaggio al personale sanitario impegnato nella lotta al Covid-19, ha visto trionfare la Chiesa e l’Ospedale di Ignazio Gardella ad Alessandria, al 5° posto della classifica nazionale con 30.391 voti: mentre l’ospedale è stato risistemato ed è funzionante, la chiesa, opera prima del grande architetto razionalista, versa in profondo stato di degrado e necessita di tempestivi restauri. Da questa classifica si evince quanto la tradizione della cura affondi radici secolari nel nostro Paese, con un patrimonio diffuso di beni di epoche diverse, che coinvolge ospedali, come il Complesso Morelli di Sondalo (SO), avanguardistico villaggio-sanatorio degli anni Trenta, chiese legate a complessi di cura, farmacie storiche, conventi e ville che hanno mutato destinazione, come l’Ambrogiana di Montelupo Fiorentino (FI), residenza medicea divenuta nel 1886 primo manicomio criminale del Regno d’Italia, e ancora complessi termali e aree verdi, come i giardini dell’Ospedale Militare di Taranto, dove per un particolare microclima si trovano specie di collina e tipiche del sottobosco.

La seconda classifica speciale riguarda invece l’Italia sopra i 600 metri, territori di grande valore ambientale e storico, con pochi abitanti e un notevole potenziale, ma spesso caratterizzati da problemi di dissesto idrogeologico, dalla mancanza di infrastrutture, servizi e risorse economiche oltre che da una forte tendenza allo spopolamento, a cui da tempo il FAI si impegna a dar voce. A vincere è stata la Ferrovia Cuneo-Ventimiglia-Nizza,ma il premio in palio, non cumulabile con quello assegnato al vincitore assoluto del censimento, spetta all’Eremo di Sant’Onofrio al Morrone a Sulmona (AQ), complesso arroccato su una rupe affacciata sulla Valle Peligna e legato a Papa Celestino V, al 9° posto della classifica nazionale con 22.442 voti. Migliaia i luoghi oggetto di segnalazione, tra cui borghi, come Vico Pancellorum (LU), frazione appenninica di Bagni di Lucca dove è nata la fantasiosa lingua arivaresca; chiese, come quella di Santa Maria Gesù Lo Piano a Polizzi Generosa (PA), nel parco delle Madonie; luoghi naturalistici, come il Sentiero del Brigante in provincia di Reggio Calabria, percorso di circa 130 km tra il Parco Nazionale dell’Aspromonte e il Parco Naturale Regionale delle Serre; luoghi simbolo della tradizione e della devozione popolari, come il Museo dei Misteri di Campobasso, dove si conservano i settecenteschi “ingegni” utilizzati durante la processione del Corpus Domini, che ha conquistato il 10° posto nazionale, e persino un teatro en plein air che è anche un’opera d’arte, il Teatro Andromeda a Santo Stefano Quisquina (AG), realizzato negli anni Novanta dal pastore di pecore Lorenzo Reina, con 108 pietre bianche a formare l’omonima costellazione.

Anche nell’edizione 2020 la lista dei siti amati è ricchissima di luoghi sorprendenti. Ne sono esempio il Ponte Acquedotto a Gravina in Puglia (BA) – al 7° posto della classifica nazionale – spettacolare struttura ad archi di 90 metri protagonista di una scena del nuovo film di James Bond No time to die; Villa Ottelio Savorgnan in provincia di Udine, dove uno studioso inglese ha ipotizzato si sia svolta la vicenda trasformata da Shakespeare in Romeo e Giulietta; il piccolo Molino dalla Torre “Zorzini” a Mezzana (TN), con la sua vecchia macina in pietra; un monumento funebre di età romana con una struttura a cuspide piramidale, noto come “Fescina”, a Quarto (NA); il Bacino del Rio Grande ad Amelia (TR), torrente tributario del Tevere che scorre tra i Monti Amerini, incontrando due antichi sbarramenti; Parco e Casale della Cervelletta, complesso fortificato nella Riserva Naturale della Valle dell’Aniene, che conquista il primo posto in Lazio per il secondo censimento consecutivo, e Forte Aurelia, che oggi ospita una sede operativa della Guardia di Finanza, entrambi a Roma; la Villa per Michelangelo Antonioni in Gallura (SS), una “Cupola” perfettamente integrata nella natura, progettata dall’architetto Dante Bini e oggi abbandonata; il Giardino degli Angeli in provincia di Bologna, parco ricco di fiori e piante creato in memoria di una giovane ragazza, scomparsa nel 2006.

In un tempo di straordinaria difficoltà, il fatto che i voti per i ‘Luoghi del Cuore’ siano stati oltre 2.300.000 è il segno che gli italiani considerano il loro amato Paese come un Paradiso perduto da ritrovare. È evidente una sempre più diffusa coscienza di luoghi speciali sparsi lungo tutta la penisola, così ben distribuiti e numerosi da rendere l’Italia una ‘potenza culturale’ e da incoraggiare il FAI a svolgere sempre meglio il proprio ruolo sussidiario nell’aiutare le Istituzioni pubbliche a tutelare e promuovere il proprio patrimonio di arte, storia e natura”, ha dichiarato Andrea Carandini, Presidente FAI.

Dal 2004 Intesa Sanpaolo affianca il FAI in questa iniziativa a favore della tutela e della valorizzazione delle bellezze artistiche e naturali del Paese, ambito che vede il Gruppo impegnato in prima persona. A questo si aggiunge la capillare diffusione sul territorio italiano che asseconda la presenza ben distribuita della Banca in tutte le regioni italiane.

Gian Maria Gros-Pietro, Presidente Intesa Sanpaolo, ha commentato: “Il brillante risultato di voti che i ‘Luoghi del Cuore’ del FAI hanno raccolto in un anno così particolare testimonia che la voglia di arte e di bellezza non si è spenta con la pandemia e che le persone rimangono sensibili alle piccole e grandi espressioni del patrimonio locale e partecipano al censimento con l’obiettivo di salvaguardarle. Alle meritorie finalità di tutela e di cittadinanza partecipativa del progetto, quest’anno si aggiunge il contributo a dare respiro alle professioni dell’arte, del restauro, del paesaggio in difficoltà e ad alimentare il turismo locale. L’enfasi data ai luoghi della sanità evoca il doveroso riconoscimento al personale sanitario, coerente con il sostegno e l’attenzione che Intesa Sanpaolo ha assicurato in questi mesi”.

Il censimento è stato realizzato sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il Patrocinio del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo.

Approfondimenti sui 30 luoghi più votati e alcune “chicche”

Cuneo-Ventimiglia-Nizza: la Ferrovia delle Meraviglie – 1° classificato con 75.586 voti

Inserita nel 2016 dalla rivista tedesca Hörzu tra le dieci linee ferroviarie più belle del mondo, laFerrovia delle Meraviglie è una straordinaria opera dell’ingegno umano che sfida i limiti fisici: in meno di 50 km in linea d’aria – 96 di estensione lineare – supera un dislivello di mille metri. Nata nella mente di Cavour, che a metà Ottocento intendeva collegare il Piemonte a Nizza, allora sabauda, la ferrovia fu costruita a partire dal 1882 e inaugurata nel 1928. Comprende 33 gallerie, alcune delle quali elicoidali per superare la pendenza, e 27 ponti e viadotti, gran parte dei quali distrutti nel 1943 dalle truppe tedesche in ritirata. La ricostruzione avvenne negli anni Settanta con un accordo italo-francese, ma la mancanza di una politica di rilancio ha portato a un inevitabile declino, con una minaccia di dismissione, sventata nel 2013 anche grazie a un intervento di sensibilizzazione del FAI. Nonostante un investimento di 29 milioni di euro per manutenzioni e ammodernamenti, le corse sono state ridotte a due al giorno e l’alluvione del 2 ottobre 2020, che ha portato allo smottamento del Colle di Tenda e all’isolamento della Val Roya, cuore della ferrovia, ne ha minato nuovamente le sorti. I comitati “Amici del Treno delle Meraviglie”, “Amici della Ferrovia Cuneo Ventimiglia Nizza” e “Amis du Train des Merveilles” che hanno raccolto voti in occasione del censimento del FAI, auspicano il potenziamento della linea e la sua valorizzazione, oltre a un nuovo accordo italo-francese.  Il luogo ha vinto la classifica speciale Italia sopra i 600 metri.

Castello di Sammezzano, Reggello (FI) – 2° classificato con 62.690 voti

Tenuta di caccia in epoca medicea, nel secondo Ottocento il Castello di Sammezzano fu riprogettato in stile orientalista dal marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes D’Aragona, protagonista della vita culturale fiorentina, che lo rese un edificio senza pari in Italia e con pochi confronti anche a livello internazionale, per la rievocazione in 13 sale monumentali di capolavori architettonici di arte indiana e moresca. Trasformato nel 1970 con le sue 140 stanze in hotel di lusso, dopo una serie di vicissitudini e di aste giudiziarie mai aggiudicate tra 2015 e 2017, il castello è da poco tornato di proprietà della Sammezzano Castle srl, che lo aveva acquistato nel 1999 per farne un resort e che è uscita a fine 2019 da una procedura di fallimento. Circondato da un parco di 190 ettari, Sammezzano è in stato di grave abbandono e privo di tutti gli arredi storici. Già vincitore del censimento FAI 2016, purtroppo nessun intervento poté essere realizzato con il contributo di 50mila euro messo a disposizione per il primo classificato, rimasto congelato per via della situazione proprietaria. I voti sono stati raccolti dai comitati “Savesammezzano” e “FPXA”, che da anni si battono per la tutela, la valorizzazione e la fruizione del castello. Anche Regione Toscana e il Sindaco della Città Metropolitana di Firenze Dario Nardella hanno sostenuto la raccolta voti.

Castello di Brescia – 3° classificato con 43.469 voti

Possente fortezza che rispecchia nelle sue stratificazioni la storia di Brescia, racchiude elementi romani, testimonianze di epoca viscontea come il mastio e le mura merlate e ambienti, come l’ingresso monumentale, con un portale marmoreo eretto tra 1580 e 1590, che ricordano la potenza della Serenissima, che dominò la città per quattro secoli. Comprende inoltre uno dei più antichi vigneti della città e la suggestiva Strada del Soccorso, via di fuga viscontea, ampliata nel 1523 durante la dominazione veneta. Il castello narra anche vicende più recenti: fu infatti protagonista nel 1849 delle “Dieci Giornate”, la rivolta dei bresciani contro gli austriaci. Oggi ospita un percorso museale ed è sede di eventi. La raccolta voti, a cui hanno aderito svariate associazioni e aziende del territorio, è stata promossa dal comitato “Amici del Cidneo onlus”, nato nel 2015 per valorizzare il castello e il Colle Cidneo, considerati un unicum nello scenario italiano per dimensioni, ampiezza di aree verdi e posizione.

Via delle Collegiate, Modica (RG) – 4° classificato con 40.521 voti

La via delle Collegiate è un percorso che unisce idealmente il duomo di San Giorgio e le chiese di San Pietro e Santa Maria di Betlem, testimonianza della storia di Modica lungo i secoli, dal tardogotico al tardobarocco, fino agli ultimi interventi di inizio Novecento che, a seguito dell’alluvione del 1902, hanno visto l’impiego di una quantità ingente di risorse economiche, culturali, artistiche e spirituali. Il comitato “Le collegiate di Modica #culturacheunisce”, nato lo scorso maggio, è formato da rappresentanti delle tre chiese – due delle quali rientrano nel sito Unesco “Le città barocche della Val di Noto” – tutte rilevanti sul piano architettonico e che custodiscono inoltre significative opere d’arte. In occasione del 10° censimento “I Luoghi del Cuore”, i parroci hanno infatti sottoscritto un protocollo di intesa per la partecipazione all’iniziativa e il comitato si è mobilitato per raccogliere voti con l’intento di valorizzare e promuovere interventi di recupero per il grande patrimonio culturale qui conservato che, a causa del passare del tempo, rischia inesorabilmente di deteriorarsi.

L’Ospedale e la Chiesa di Ignazio Gardella, Alessandria – 5° classificato con 30.391 voti

Precoce esempio di architettura razionalista, la chiesa sorge nel parco annesso all’ex sanatorio antitubercolare Vittorio Emanuele III, ora Centro Riabilitativo Polifunzionale intitolato al suo promotore, Teresio Borsalino. Il cantiere del sanatorio – costruito in una zona di campagna al di là del Tanaro, in un momento storico in cui la tubercolosi rappresentava una grande emergenza sanitaria – prende avvio negli anni Venti del Novecento e assiste a un passaggio di testimone tra l’ing. Arnaldo Gardella e il figlio ventiquattrenne Ignazio. Quest’ultimo plasma la chiesa secondo un lessico innovativo, intriso di riferimenti internazionali, che si discosta, senza rinnegarlo, dal codice novecentista paterno. L’invenzione della torre campanaria che spartisce la facciata, la simmetria degli spazi interni, la nudità delle superfici che giocano con la luce, appaiono elementi di dirompente modernità. Diversi sono i comitati – “Azienda Ospedaliera di Alessandria”, “Il cuore dei Circensi per la chiesa di Ignazio Gardella”, “Insieme per Alessandria”, “Le scuole del territorio custodi della memoria viva delle opere di Ignazio Gardella” – nati per promuovere la conoscenza degli edifici, valorizzare la figura di Ignazio Gardella e in particolare sollecitare il recupero della chiesa, in pessimo stato di conservazione. Il luogo ha vinto la classifica speciale dei Luoghi storici della salute aggiudicandosi il premio in palio.

Chiesa rupestre di San Nicolò Inferiore, Modica (RG) – 6° classificato con 30.226 voti

La Chiesa rupestre di San Nicolò Inferiore è la più antica tra le chiese di Modica. Di origine medievale, fu riscoperta casualmente nel 1987, durante lo sgombero di un’abitazione privata del centro storico, e nel 1992 venne acquistata dal Centro Studi sulla Contea di Modica che si occupò, attraverso scavi archeologici, di riportare alla luce le varie stratigrafie che testimoniano la sua evoluzione. Il piccolo edificio, in pessimo stato di conservazione anche a causa di usi impropri – fu utilizzato persino come garage – è costituito da un ambiente di circa 45 metri quadrati e da un’abside semicircolare rivestita da affreschi di epoca bizantina, con il Cristo Pantocratore circondato da angeli. Lungo le pareti è visibile una seduta ottenuta dalla roccia calcarea in cui è scavata la chiesa. L’edificio rappresenta la traccia più evidente e conservata di architettura rupestre bizantina nell’area dei Monti Iblei ed era probabilmente il luogo di culto del quartiere grecofono altomedievale della città. Il comitato “Abbi cura insieme a noi di San Nicolò Inferiore” riunisce diverse associazioni territoriali che si sono attivate al censimento del FAI per garantire un futuro alla chiesa e in particolare agli affreschi.

Ponte Acquedotto, Gravina in Puglia (BA) – 7° classificato con 25.726 voti

Imponente struttura ad archi, alta 37 metri, lunga 90 e larga 5,5, che collega le sponde del torrente Gravina. Fu costruito per permettere l’attraversamento del Crapo (l’antico nome del torrente Gravina) e consentire ai fedeli di raggiungere la Chiesetta della Madonna della Stella. Attestato almeno dal 1686, quando fu probabilmente reso instabile da un sisma, crollò col terremoto del 1722. Fu la famiglia Orsini di Roma, che si era trasferita nel feudo di Gravina, a ordinare, intorno a metà Settecento, la ricostruzione e la trasformazione del ponte in acquedotto, per portare oltre le mura della città le acque di due sorgenti. La struttura portante che lo collegava alle due fontane ancora oggi esistenti ai due lati opposti era costituita da 25 archi a doppio ordine. Resi pericolanti da un’alluvione nel 1855, furono sostituiti da una spalliera in tufo. Il ponte, protagonista di una scena del nuovo film di James Bond No time to die, è percorribile e discretamente conservato; avrebbe bisogno del recupero del basolato e di una migliore illuminazione. Il comitato “Ponte dell’Acquedotto nel Cuore” si pone l’obiettivo di vedere valorizzato il manufatto. Il luogo si aggiudica il Premio Web.

Chiesa di San Michele Arcangelo di Pegazzano, La Spezia – 8° classificato con 25.412 voti

Costruita nel 1348 come ampliamento di un edificio preesistente, fu più volte rimaneggiata nel corso dei secoli. Subì danni durante la Seconda Guerra Mondiale e venne usata come magazzino nel dopoguerra; ulteriori utilizzi impropri hanno provocato un progressivo degrado del bene. Già molto votata ai censimenti “I Luoghi del Cuore” del 2012, 2014 e 2016, la Chiesa di San Michele Arcangelo, a cui gli abitanti del quartiere Pegazzano sono molto legati, nel 2017 ha beneficiato di un contributo messo a disposizione da FAI e Intesa Sanpaolo nell’ambito del Bando per la selezione degli interventi lanciato al termine dell’ottava edizione del censimento, grazie al quale è stato possibile restaurare i due altari seicenteschi. L’edificio necessita però di altri lavori di recupero e per questo il comitato “Salviamo San Michele Vecchio di Pegazzano” ha scelto di attivarsi nuovamente.

Eremo di Sant’Onofrio al Morrone, Sulmona (AQ) – 9° classificato con 22.442 voti

Luogo di grande valore spirituale dove, secondo quanto si narra, l’eremita Pietro da Morrone fu raggiunto nel 1294 dai messi papali che gli annunciarono l’elezione al soglio pontificio come Celestino V, da cui abdicò dopo pochi mesi pronunciando “il gran rifiuto” citato da Dante nell’Inferno. La grotta che fu rifugio del Santo Eremita è inserita nel percorso di visita e i devoti, seguendo un rito apotropaico, vi si stendono per guarire i dolori articolari. L’eremo risale al XIII secolo: dal suo straordinario belvedere la vista domina l’Abbazia di Santo Spirito a Morrone – il più importante insediamento della congregazione dei Celestini, fondato a fine ‘200 – lo storico campo di prigionia 78, attivo dal 1940 al 1943, e l’intera Valle Peligna. L’obiettivo della raccolta voti del comitato “Custodi dell’Eremo di Celestino V” al censimento, dopo le difficoltà seguite al terremoto del 2009 e al disastroso incendio del Monte Morrone che lambì l’edificio nel 2017, è quello di restaurare gli affreschi trecenteschi della cappella e mettere in sicurezza l’accesso alla grotta. Il luogo, al secondo posto della classifica speciale Italia sopra i 600 metri si aggiudica il premio poiché il primo luogo della classifica è anche il vincitore nazionale (i premi da regolamento non sono cumulabili).

Museo dei Misteri, Campobasso – 10° classificato con 21.988 voti

Inaugurato nel 2006, il Museo dei Misteri è dedicato alle installazioni, dette “Ingegni”, ideate e realizzate da Paolo Saverio di Zinno a metà del Settecento che, da oltre 260 anni, sfilano per le vie di Campobasso nel giorno del Corpus Domini, sorreggendo i bambini travestiti da angeli, Madonne e diavoli. Restano 12 dei 24 misteri originali, commissionati all’artigiano molisano dalle principali confraternite della città, ma anche documenti e oltre 90.000 fotografie catalogate. Il comitato “Associazione Misteri e Tradizioni” si occupa della valorizzazione del Museo e ha partecipato alla decima edizione del censimento “I Luoghi del Cuore” con l’obiettivo di far conoscere i Misteri al di fuori dei confini comunali e regionali. Il luogo rientra nella classifica speciale Italia sopra i 600 metri. È la prima volta nella storia del censimento che un luogo molisano si posiziona tra i primi dieci classificati.

Parco e Casale della Cervelletta, Roma – 11° classificato con 21.612 voti

Questo complesso fortificato, arroccato su una rupe tufacea all’interno della Riserva Naturale della Valle dell’Aniene, emerge con l’alta torre del XII secolo circondata da massicci corpi di fabbrica. La tenuta della Cervelletta era un vasto fondo medievale, acquistato nel 1628 dal Cardinale Scipione Borghese, che lo trasformò in elegante residenza di campagna. Nel 1835 la proprietà passò alla famiglia Salviati, che procedette alla bonifica del territorio circostante. Oggi di proprietà del Comune di Roma, il casale era da tempo chiuso a causa di possibili crolli. Il comitato “Salviamo il Casale Storico della Cervelletta”, che aveva già raccolto voti nel 2018, è tornato a mobilitarsi dopo gli importanti effetti virtuosi prodotti proprio dalla partecipazione alla nona edizione del censimento del FAI: lo scorso autunno, infatti, il Comune ha avviato la messa in sicurezza della torre, a cui dovrebbero seguire altri interventi per cominciare a permettere nuovamente la fruibilità del luogo.

Giardini dell’Ospedale militare, Taranto – 12° classificato con 21.612 voti

“SI RURUSUS/ HEIC/PECCASSET ADAM/FORSITAN DEUS/ IGNOSCERET” (Se qui Adamo peccasse di nuovo forse Iddio lo perdonerebbe) è l’iscrizione che campeggia sul cancello d’ingresso dei Giardini. Proprietà della Marina Militare, i giardini sono situati nel centro di Taranto e strutturati su un pendio organizzato a gradoni e terrazzi che affaccia sul Mar Piccolo, evocando la cavea di un edificio teatrale. Al suo interno un ruscello caratterizzato dalla presenza di sorgenti di acqua dolce mantiene rigogliosa la flora. Inoltre, grazie al particolare microclima, si trovano a una quota insolita specie vegetali di collina e tipiche del sottobosco: ciclamini, funghi, capelvenere, che convivono in armonia con il papiro, l’acanto molle spontaneo e i pini secolari. Il giardino, oggi non accessibile al pubblico, necessita di una radicale pulizia e di adeguata manutenzione dopo i danni provocati dai nubifragi abbattutisi sul territorio nel 2019. Il comitato “Il Giardino incantato” ha raccolto i voti, con la speranza di tutelarne e valorizzarne il patrimonio botanico e archeologico e renderli fruibili al pubblico attraverso un percorso di visita. Il luogo rientra nella classifica speciale Luoghi storici della salute.

Chiesa di Santa Maria Gesù Lo Piano, Polizzi Generosa (PA) – 13° classificato con 19.432 voti

Attestata dal 1301, nel 1535 la Chiesa di Santa Maria Gesù Lo Piano fu sede del Senato cittadino istituito da Carlo V. è ancora visibile su un lato una mano in pietra che sosteneva lo stendardo per indicare alla popolazione la riunione. La facciata principale, rinnovata nel 1770, è ritmata dal portale e da paraste, che sorreggono un cornicione, sormontato dal campanile a vela. Il portale laterale, romanico, presenta un arco a tutto sesto che culmina con un bassorilievo raffigurante la Vergine. La chiesa, a navata unica, ha una copertura a capriate, in abete abies nebrodensis, uno dei più preziosi endemismi del Parco delle Madonie, relitto dell’ultima glaciazione. La copertura rappresenta l’unica testimonianza di uso costruttivo di tale specie di abete, di cui oggi restano solo 29 esemplari. Il comitato “La Chiesa di Santa Maria Gesù Lo Piano nel cuore” si è attivato per la tutela del bene, inagibile. La chiesa è “Luogo del Cuore” degli stilisti Domenico Dolce, la cui famiglia è originaria di questo borgo all’interno del Parco delle Madonie, e Stefano Gabbana che ricordano, in una video testimonianza registrata a sostegno del luogo, che (…) “la prima collezione è stata concepita lì, per cui per noi Polizzi è il vero ‘luogo del cuore’”. La Chiesa rientra nella classifica speciale Italia sopra i 600 metri.

Stazione radiotelegrafica Guglielmo Marconi, Coltano (PI) – 14° classificato con 18.183 voti

La Stazione radiotelegrafica Guglielmo Marconi a Coltano, frazione di Pisa, venne inaugurata nel 1911 alla presenza del celebre scienziato, chiamato da re Vittorio Emanuele III. Qui fu ricevuto l’SOS del Titanic e, nel 1931, partì proprio da Coltano il segnale che accendeva le luci del Cristo Redentore a Rio de Janeiro. Fino al 1940 fu un centro regolarmente attivo e utilizzato per comunicazioni in tutto il mondo, ma durante la Seconda Guerra Mondiale le sue antenne furono distrutte e mai più ripristinate. Di proprietà demaniale, l’edificio si trova in stato di abbandono e ha subito diversi crolli. Già classificata tra le prime posizioni al censimento del FAI 2010, la stazione avrebbe dovuto essere recuperata per assumere una funzione di supporto alla ricerca scientifica universitaria. Per mancanza di fondi, nessun intervento è però stato realizzato, a parte una messa in sicurezza effettuata nel 2018. Il comitato “Marconi Labs Coltano” partecipa a questa edizione de “I Luoghi del Cuore” auspicandone la riqualificazione.

Cripta del Duomo, Messina – 15° classificato con 18.059 voti

Gioiello storico e architettonico semisconosciuto, la Cripta del Duomo di Messina è una chiesa sotterranea, scoperta nel 2009, con annesso uno scolatoio di cadaveri dove venivano posti a essiccare i defunti attraverso un procedimento di mummificazione naturale. Costruita contestualmente alla Chiesa Madre a cui in origine era collegata, la cripta fu realizzata nel 1081 per volere del re normanno Ruggero II. Nel Seicento, quando fu affidata alla Congregazione Schiavi della Madonna della Lettera, la cripta fu ristrutturata e abbellita con stucchi, statue e affreschi barocchi. Sopravvissuta a terremoti e alluvioni, è l’unica struttura originale rimasta dell’antico impianto chiesastico, quasi interamente ricostruito dopo il sisma del 1908 e gli incendi causati dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Per la sua tutela e valorizzazione il comitato “La Cripta del Duomo di Messina Luogo del Cuore FAI” ha scelto di attivarsi al censimento 2020.

Circumarpiccolo, Taranto – 16° classificato con 16.947 voti

Una strada silenziosa e immersa nella natura, che circonda i due golfi del Mar Piccolo di Taranto, una laguna costiera che si estende per poco più di 20 km2 a nord della città. Percorrendo la strada che, come dice il suo nome, circonda ad anello questo bacino, si abbraccia un panorama ricco di fascino, con aironi e fenicotteri che popolano la Palude La Vela, un’area naturale protetta in riva al mare. L’ambiente dell’oasi è palustre, con canneti, macchia mediterranea e acquitrini costellati di orchidee spontanee. Il Mar Piccolo ospita gli allevamenti delle “Cozze Nere”, eccellenza gastronomica tarantina, il cui gusto peculiare deriva dalle sorgenti d’acqua dolce (i Citri) e dall’apporto di due brevi corsi d’acqua. Salvaguardare la Circumarpiccolo dalle fonti di inquinamento e dal degrado e qualificare la zona quale parco naturalistico è ciò che ha spinto i cittadini, guidati dal comitato “2020 – A difesa del Mar Piccolo”, a votarla in questa e nelle precedenti edizioni de “I Luoghi del Cuore”.

Città di Bergamo – 17° classificato con 16.066 voti

Situata ai piedi delle Prealpi bergamasche all’imbocco delle valli del Serio e del Brembo, Bergamo è nettamente distinta in due centri. La città vecchia, o Bergamo Alta, arroccata sul colle di San Virgilio, dall’aspetto tipicamente medievale, con vie strette e tortuose, palazzi antichi e le mura venete, nominate dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità, trasformate oggi in camminamenti, e la città nuova o Bergamo Bassa, ai piedi della prima, progettata dall’urbanista Marcello Piacentini. La città alta è la parte artisticamente più ricca: nella piazza Vecchia e nella piazza del Duomo sono raccolti i monumenti più insigni: la Chiesa di Santa Maria Maggiore, una delle testimonianze del romanico lombardo, il Duomo con le celebri tarsie disegnate da Lorenzo Lotto e la Cappella Colleoni, con la stupenda facciata policroma, di epoca rinascimentale. La raccolta voti per questa città, trainata da una toccante testimonianza dell’attore Alessio Boni, è partita spontaneamente nel mese di maggio del 2020 come desiderio di ripresa di una città che ha pagato un prezzo altissimo in termini di vite umane a causa del Covid-19.

Villa Durazzo Pallavicini a Pegli, Genova – 18° classificato con 14.865 voti

La Villa è stata votata in diversi censimenti del FAI; il suo grande parco, realizzato alla metà dell’Ottocento per volere del marchese Ignazio Alessandro Pallavicini su progetto dell’architetto e scenografo Michele Canzio, rappresenta un raro esempio di parco scenografico teatrale a carattere filosofico-massonico ed è uno tra i maggiori giardini storici a livello europeo. A seguito del risultato ottenuto nel censimento “I Luoghi del Cuore” 2018 e del progetto di recupero presentato al Bando per la selezione degli interventi lanciato nel 2019, il bene ha ottenuto un finanziamento da FAI e Intesa Sanpaolo per il restauro del Chiosco delle Rose, parte della narrazione di stampo romantico messa in atto nel parco e composto da una struttura a treillage in ferro battuto che fa da supporto al ramage delle rose e contiene un piccolo vano a dodici lati, a cielo aperto, nel quale i visitatori vengono ‘spruzzati’ da giochi d’acqua. Il luogo è stato rivotato auspicando nuovi finanziamenti per proseguirne la valorizzazione.

Forte Aurelia, Roma 19° classificato con 14.863 voti

Il Forte Aurelia, la cui progettazione e costruzione furono avviate nel 1877, è uno tra i 15 forti e le 4 batterie che costituiscono la cosiddetta cinta del “Campo Trincerato di Roma”, anello che si sviluppa per circa 37 km, posto a una distanza di circa 4 km dalla cinta delle Mura Aureliane. Fu realizzato per dotare la nuova Capitale d’Italia di un più adeguato sistema difensivo. Ha cambiato più volte destinazione d’uso: nel 1944 diventò punto di soccorso della Croce Rossa Italiana. La raccolta voti è stata promossa dalla Guardia di Finanza (che oggi ha una sede operativa nel Forte) con l’obiettivo di portare a conoscenza della cittadinanza un’infrastruttura di rilevanza storica, sulla quale è in atto un articolato progetto di recupero e valorizzazione da parte del Corpo. L’inserimento del Forte nel censimento “I Luoghi del Cuore” 2020 porta inoltre con sé l’auspicio che anche gli enti gestori degli altri forti di Roma seguano l’esempio, al fine di promuovere la nascita e la valorizzazione di un vero e proprio “sistema dei forti”.

Castel Fiorentino, Torremaggiore (FG) – 20° classificato con 14.559 voti

Già votato da 29.798 persone al censimento 2014, il sito archeologico, collocato in aperta campagna a 10 km da Torremaggiore, ospita i resti della piccola città medievale di Florentinum. Citata per la prima volta nell’XI secolo, è discretamente documentata dalla prima metà del Duecento, epoca in cui era ben popolata. Il suo declino ebbe inizio però pochi decenni dopo e se le rovine della cattedrale erano ancora visibili nell’Ottocento, oggi ne restano poche tracce. Vi sorgeva anche un castello normanno, sul cui sito l’imperatore Federico II di Svevia fece edificare una domus solaciorum, unaresidenza di svago, lunga quasi 30 metri. Nel 1250, ammalatosi durante una battuta di caccia, Federico dovette fermarsi – per la prima volta – a Castelfiorentino, dove morì il 13 dicembre per le conseguenze di un’infezione. Secondo una delle leggende proliferate da fine Duecento sulla sua morte, gli astrologi avrebbero annunciato all’imperatore che sarebbe “appassito” sub flore. Il comitato “Insieme per Fiorentino” è tornato a raccogliere i voti per chiedere di tutelare e rendere fruibile il parco archeologico, di proprietà comunale, che ha subito diversi atti vandalici, è di difficile raggiungibilità e non contempla percorsi né sussidi alla visita.

Reale Cappella di Santa Venera nella Basilica Cattedrale di Acireale (CT) – 21° classificato con 13.887 voti

La Reale Cappella di Santa Venera è un gioiello barocco dedicato alla patrona di Acireale nella Cattedrale cittadina. Edificata tra il 1680 e il 1697 grazie al lascito del benefattore Troilo Saglimbene, custodisce il prezioso busto reliquiario della Santa realizzato nel 1651 dall’argentiere messinese Mario D’Angelo. Le pareti, rese dinamiche dalle colonne tortili e dai pregevoli stucchi a opera del romano Girolamo Baragioli, sono interamente affrescate dal messinese Antonio Filocamo (1669-1743). Con grazia ed eleganza tutta settecentesca, i dipinti raffigurano la Predica e il Martirio di Santa Venera nei quadroni laterali e la Gloria della Santa nella volta. Nel tempo, la Reale Cappella è divenuta il “cuore” della città, la cui identità si costruisce e si consolida proprio attorno al culto della Santa Patrona. Il Comitato “Deputazione della Reale Cappella di Santa Venera” attraverso la raccolta voti al censimento del FAI desidera evidenziare la necessità di restauro di affreschi, stucchi e dorature della Cappella.

Paese di Civita di Bagnoregio (VT) – 22° classificato con 13.610 voti

Civita, frazione del Comune di Bagnoregio, venne fondata dagli Etruschi 2.500 anni fa e divenne un fiorente centro commerciale per via della sua posizione strategica tra il Tevere e il lago di Bolsena. Luogo di grande fascino grazie anche ai molti edifici medievali che vi si trovano, rischia oggi di scomparire a causa dell’inarrestabile erosione della collina e della vallata circostante, che ha dato origine a un paesaggio suggestivo caratterizzato dai calanchi. Detta “La città che muore”, è abitata da una decina di persone ed è raggiungibile soltanto attraverso un ponte pedonale costruito nel 1965. Il comitato “Civita nel cuore”, che si è impegnato a farla votare, chiede il restauro di diverse aree del borgo e la creazione di un sistema di cartellonistica utile a guidare i visitatori.

Villa e Parco Cerboni Rambelli, San Benedetto del Tronto (AP) – 23° classificato con 13.358 voti

Costruita intorno al 1870 dal medico Angelo Cerboni e circondata da un parco di 11.600 mq, la villa è un esempio di architettura signorile del XIX secolo. Dal 2001, con il lascito testamentario del suo ultimo proprietario Paolo Rambelli, è proprietà del Comune. Grazie a un progetto speciale, il parco ha cominciato a essere utilizzato come spazio distensivo e terapeutico per il vicino ospedale, ma necessita di interventi di recupero, così come la villa, oggi inagibile. Il comitato “Amici della Villa e Parco Cerboni Rambelli” vorrebbe farne un polo culturale per la cittadinanza.

Stazione e trenino verde, Tempio Pausania (SS) – 24° classificato con 11.242 voti

La stazione si trova lungo la linea ferroviaria a scartamento ridotto che collegava la cittadina della Gallura con Sassari e Palau, oggi solo con Palau. L’edificio, costruito tra il 1929 e il 1931, conserva la struttura e gli arredi originari, così come le officine che vi sorgono accanto, un tempo adibite alla manutenzione dei treni e trasformate oggi in “Museo dell’Antica Officina Ferroviaria”. La facciata della stazione, rivolta verso il centro abitato, è ispirata agli stilemi liberty e si caratterizza per un’accurata scelta dei materiali – granito, mattone e intonaco – oltre che per la raffinata pensilina in ferro battuto. La parte più suggestiva è la sala d’aspetto, decorata da un ciclo pittorico di Giuseppe Biasi (1855-1945), uno dei maggiori esponenti della pittura sarda del Novecento. Realizzato nel 1931-32, raffigura il mondo dei contadini e le tradizioni popolari della Sardegna. I dipinti, su tela, versano in pessime condizioni. Il comitato “Amici della Stazione” ha raccolto i voti per chiedere interventi di recupero sull’edificio, il restauro delle tele e la valorizzazione della stazione e della ferrovia storica percorsa dal “Trenino Verde”.

Scala dei Turchi, Realmonte (AG) – 25° classificato con 11.218 voti

Il suo nome risale al XVI secolo, quando i pirati saraceni, impropriamente chiamati “Turchi”, la utilizzavano come punto di approdo per saccheggiare i paesi limitrofi. Si tratta di una parete rocciosa di marna bianca che riproduce la forma di una scala dal profilo smussato, curvo e irregolare; un vero monumento naturale, che si protende sul mare tra Agrigento e Porto Empedocle, separando due spiagge sabbiose. L’intera costa dove insiste la Scala dei Turchi è stata catalogata come zona a rischio idrogeologico; nonostante ciò l’area è da tempo oggetto di abusivismo. Dagli anni Ottanta del Novecento, una delle spiagge ai suoi piedi era deturpata dallo scheletro di cemento di un complesso alberghiero mai concluso. Grazie alla mobilitazione al censimento “I Luoghi del Cuore” 2008, il FAI ha agito in favore del bene affiancando Legambiente in una battaglia legale che, nel 2013, ha portato all’abbattimento dell’ecomostro. FAI e Intesa Sanpaolo hanno inoltre sostenuto la demolizione di un altro edificio abusivo su uno dei terrazzi rocciosi in cima alla Scala. È seguita la riqualificazione dell’area, trasformata in belvedere pubblico in collaborazione con il Comune. Negli anni a seguire il luogo è stato oggetto di attenzione per via degli usi impropri e per i fenomeni di dissesto idrogeologico a cui è soggetto. Il FAI ha inoltre espresso alcune osservazioni al Piano Regolatore di Realmonte in adozione, che riguardavano in particolare le strategie regolatorie dell’area costiera in cui ricade anche la Scala dei Turchi. Il comitato “Realmonte-Città della Scala dei Turchi” sta nuovamente raccogliendo voti per tutelarla.

Faro di Punta Penna, Vasto (CH) – 26° classificato con 10.792 voti

Il comitato “Insieme per il Faro di Punta Penna” ha fatto votare il Faro per valorizzarlo e promuoverne la conoscenza. Con i suoi 70 metri di altezza, è il secondo faro più alto d’Italia dopo la Lanterna di Genova. Si trova su un promontorio presso il porto di Vasto, luogo scelto per la posizione strategica. Quello che vediamo oggi è il risultato di una serie di ricostruzioni; l’ultima, seguita ai gravi danni dell’ultima guerra mondiale, risale al 1948. Il faro si presenta come una costruzione in muratura a forma di torre. Una scala a chiocciola di 307 scalini conduce alla sommità, dove la vista spazia dalle montagne più alte dell’Appennino Abruzzese alla costa da Ortona al Gargano.

Tempio di Hera, già “Cattedra” di Pitagora, in Megale Hellas, Metaponto (MT) – 27° classificato con 10.545 voti

Il Tempio delle Tavole Palatine o Tempio di Hera è in buono stato di conservazione ed è aperto al pubblico. Fu edificato nel VI sec. a.C. accanto al fiume Bradano, su ciò che rimaneva di un villaggio neolitico, a circa 3 km dall’antica città di Metaponto. I suoi resti mostrano il piano di calpestio della cella (naos) dove solitamente era custodita la statua della divinità, dotata di uno spazio precluso ai fedeli e destinato agli officianti del culto per funzioni religiose (adyton) e di un vestibolo anteriore (pronao). Le imponenti colonne superstiti sono ben 15, in calcare locale come il resto dell’edificio, ciascuna con 20 scanalature e capitelli di ordine dorico. Restaurato nel 1961, era stato inizialmente attribuito al culto della dea Atena; successivamente sul frammento di un vaso venne rinvenuta una dedica votiva alla dea Hera. Il tempio era anche chiamato “Scuola di Pitagora”, in memoria del grande filosofo che lì fondò la sua scuola. Il bisogno di questo luogo, secondo il comitato “I pitagorici di Grecia e Magna Grecia” che si è mobilitato per la raccolta voti al censimento “I Luoghi del Cuore”, è quello di essere adeguatamente valorizzato.

Grotte e Cascata, Stiffe (AQ)28° classificato con 10.401 voti

Complesso di grotte carsiche all’interno del Parco Naturale Regionale Sirente-Velino, che sono tecnicamente una “risorgenza”, cioè il punto in cui un fiume torna alla luce dopo un tratto sotterraneo; nel caso di Stiffe questo punto si trova all’apice della forra che sovrasta il piccolo paese omonimo. Sono accessibili al pubblico dal 1991 e costituiscono oggi uno dei principali siti naturalistici del territorio aquilano, facendo registrare annualmente oltre 40.000 presenze. Il comitato “Amici delle Grotte e della Cascata di Stiffe” ha promosso la raccolta voti al fine di ottenere un nuovo sistema di monitoraggio ambientale per preservare l’ecosistema del luogo oltre ad altre azioni, come la sistemazione del viale che dal parcheggio porta alla biglietteria e il rifacimento della cartellonistica, che ne permetterebbero una più adeguata fruizione. Il bene rientra nella classifica speciale Italia sopra i 600 metri.

Bacino del Rio Grande, Amelia (TR)29° classificato con 9.486 voti

Incastonato tra i Monti Amerini e con essi Sito di Interesse Comunitario, il Rio Grande è un torrente tributario del Tevere che nei pressi della città di Amelia incontra due sbarramenti: una prima diga di monte, detta la Para, che ha generato il Lago Vecchio, e una seconda di valle, detta dei Finestroni, dalla quale si getta nella valle sottostante. Le dighe sono di grande valore: una è probabilmente tra le poche sopravvissute di epoca romana, l’altra è di origine duecentesca e tra le più antiche dighe ad arco sopravvissute. Grazie ai due bacini, Amelia disponeva di una notevole riserva idrica, venuta meno a causa del loro progressivo interramento, iniziato negli anni Settanta del Novecento con il tamponamento degli scarichi di una delle dighe. La mancata manutenzione idraulica ha ridotto l’invaso a pochi centimetri d’acqua e in estate l’alveo è del tutto arido. Il ripristino della funzionalità idrica del bacino, auspicato dal comitato “Un voto per il Rio Grande”, potrebbe consentire il recupero di orti e vivai oggi scomparsi che per secoli ne hanno ravvivato le sponde, ponendo anche le basi per la nascita di un’oasi naturale e faunistica.

Santuario della Madonna del Carmine, San Felice del Benaco (BS) – 30° classificato con 9.363 voti

Il Santuario si trova fuori dal paese, in una posizione isolata che ne ha permesso la piena conservazione dell’assetto originario, con la chiesa e il convento a essa addossato. Viene costruito nel XV secolo grazie all’appoggio di Ludovico III Gonzaga e di suo figlio Francesco, sul sito di una cappella dedicata a S. Maria delle Grazie, denominata anche S. Maria delle Cisterne, per la presenza di numerose sorgive nell’area sud del complesso. Affidato a i frati Carmelitani, intorno al 1470 venne realizzato il significativo ciclo di affreschi della navata e del presbiterio; la chiesa, a una sola navata, caratterizzata da archi traversi e tetto a capriate in legno, fu consacrata nel 1482. Nel 1770 il convento venne soppresso dalla Serenissima Repubblica di Venezia e ceduto a privati. Ne seguì un lungo periodo di abbandono e decadenza, fino al 1950, quando i Carmelitani ritornarono a prendersi cura del luogo. Negli anni Sessanta del XX secolo furono realizzati i restauri dell’intero complesso e riportato alla luce l’importante ciclo di affreschi quattrocenteschi. La raccolta voti è stata promossa dai frati Carmelitani per far conoscere questo luogo.

Villa Medicea Ambrogiana, Montelupo Fiorentino (FI) – 62° classificato con 5.733 voti

La villa, costruita per Ferdinando I de’ Medici alla fine del Cinquecento su un preesistente casino di caccia e progettata probabilmente da Raffaello Pagni, collaboratore del Buontalenti, godeva di una posizione strategica per l’affaccio sulla confluenza tra i fiumi Arno e Pesa ed è l’unica villa medicea a presentare un attracco fluviale. Nel 1886 divenne il primo manicomio criminale del Regno d’Italia e annoverò tra i suoi “ospiti” gli anarchici Passannante e Acciarito, accusati di regicidio ed entrambi morti nella villa di Montelupo. Dagli anni Settanta del Novecento fu ospedale psichiatrico giudiziario, chiuso nel febbraio 2017. Di proprietà del Demanio, si trova in uno stato di desolante abbandono e il comitato “Ambrogiana mon amour” ne auspica il recupero e una nuova destinazione d’uso: è notizia recente che, una volta recuperata, potrebbe ospitare un percorso museale con opere provenienti dai depositi della Galleria degli Uffizi. La villa fa parte della classifica speciale dedicata ai Luoghi storici della salute.

Borgo di Vico Pancellorum e pieve romanica, Bagni di Lucca (LU) – 72° classificato con 5.267 voti

Il borgo di Vico Pancellorum, frazione di Bagni di Lucca, è un paesino di 108 abitanti, immerso nel verde dell’Appennino, caratterizzato dalla notevole pieve di San Paolo, già documentata prima dell’anno Mille. Affiancata da un campanile in forma di torre merlata, reca scolpite sull’architrave del portale di ingresso quattro immagini dalla probabile connotazione esoterica. Il borgo, che ha cominciato a spopolarsi dal secondo Ottocento, era caratterizzato dall’attività degli stagnini, a cui sembra spettare la creazione del linguaggio arivaresco, che mescola all’italiano parole inventate e che viene ancora parlato a Vico. Il comitato “La cornice di Vico Pancellorum” desidera portare all’attenzione attraverso il censimento la necessità di intervenire con importanti lavori di recupero: sulla Millenaria Pieve Romanica e sul suo Museo (da anni chiuso), sull’organo del ‘600 ma anche sulle altre due chiese del Borgo, quella del S.S. Crocifisso e la chiesina di S. Anna. Il luogo rientra nella classifica speciale Italia sopra i 600 metri.

Teatro Andromeda, Santo Stefano Quisquina (AG) – 110° classificato con 3.741 voti

Realizzato all’inizio degli anni ‘90 dal pastore Lorenzo Reina, che da ragazzo portava il suo gregge di pecore al pascolo e scolpiva alabastri la notte come passatempo. 108 pietre bianche, come la costellazione della galassia Andromeda, si stagliano sulla sabbia scura della cavea a 1000 metri di altitudine, davanti a un panorama mozzafiato. Un luogo ricco di fascino, un’opera visionaria in continuo divenire, un teatro all’aperto che è un’opera d’arte en plein air. Per entrare nel teatro si passa attraverso una porta che diventa simbolo di passaggio da un mondo conosciuto a un nuovo mondo. Lorenzo Reina è stato il primo progettista non laureato in architettura invitato a partecipare alla Biennale Internazionale di Architettura di Venezia, dove nell’edizione 2018 ha portato quello del suo Teatro tra i sessanta progetti di “Arcipelago Italia” presso il Padiglione Italia curato dall’architetto Mario Cucinella (Palermo, 1960). Il luogo rientra nella classifica speciale Italia sopra i 600 metri.

Sentiero del Brigante, Santo Stefano in Aspromonte (RC) – 193° classificato con 2.301 voti

Grazie all’attivazione del “GEA – Gruppo Escursionisti dell’Aspromonte”, che ne cura la manutenzione e per il quale desidera una maggiore conservazione e promozione turistica, il sentiero del Brigante è il luogo più votato in provincia di Reggio Calabria. Inserito nell’Atlante Digitale dei Cammini d’Italia del MiBACT, il percorso si sviluppa per circa 130 km tra il Parco Nazionale dell’Aspromonte e il Parco Naturale Regionale delle Serre. Partendo da Gambarie, si snoda lungo la linea di crinale fino alle Serre Calabre, consentendo all’escursionista di concludere il suo cammino nella medievale Stilo, dove si trova la Cattolica, valorizzata da un innovativo sistema di illuminazione grazie al finanziamento “I Luoghi del Cuore” a seguito di un passato censimento. La sua denominazione è chiaramente evocativa e legata alle vicende che hanno caratterizzato la storia dell’estrema montagna meridionale, tant’è che lungo il sentiero si susseguono designazioni toponomastiche che richiamano storie di briganti e rivoltosi, come quella dello schiavo ribelle Spartaco, che tentò di risalire la penisola per conquistare Roma, del celebre Nino Martino, che nel XVI secolo soggiornò a lungo in Aspromonte, feroce ma generoso con i deboli, e di Giuseppe Musolino, l’ultimo dei briganti, detto “U’ re i l’Asprumunti”. Il sentiero rientra nella classifica speciale Italia sopra i 600 metri.

Villa per Michelangelo Antonioni a Costa Paradiso, Trinità d’Agultu (SS) – 215° classificato con 2.058 voti

Nel 1964, durante le riprese di Deserto Rosso sull’isola di Budelli, Michelangelo Antonioni conobbe l’imprenditore che stava acquistando dei terreni sul mare per il progetto turistico di Costa Paradiso, in Gallura. Innamoratosi del luogo, decise di farvi costruire una villa, il cui progetto venne commissionato all’architetto Dante Bini, che la compagna Monica Vitti aveva conosciuto a Cortina d’Ampezzo. L’architetto aveva negli stessi anni brevettato la binishell, un ingegnoso sistema per realizzare semisfere in cemento armato sollevando e gonfiando con la sola pressione dell’aria materiali posati a terra. Antonioni e la Vitti si appassionarono all’idea e nel 1970-71 sorse così “La Cupola”, perfettamente integrata nell’ambiente naturale. Frequentata all’epoca dell’amore tra Antonioni e la Vitti da attori e registi, vincolata dal 2015 come Bene di valenza storico-artistica dal MiBACT e celebrata su riviste come Domus e da architetti del calibro di Rem Koolhas, la villa, di proprietà degli eredi del regista, si trova oggi in un desolante stato di abbandono, esposta al degrado, ai furti e agli atti vandalici. Il comitato “La Cupola di Dante Bini per Michelangelo Antonioni”, composto da un gruppo di architetti, ha promosso la raccolta voti auspicandone il recupero e la valorizzazione.

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