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Bernard Mandeville: la favola delle api

Bernard Mandeville è stato un medico e filosofo olandese che ha vissuto gran parte della sua vita in Gran Bretagna durante i primi decenni del XVIII secolo. Conobbe la prima fase della rivoluzione industriale e la formazione del capitalismo moderno. È noto per un’opera che si intitola La favola delle api, che sottopose più volte a modifiche e revisioni. Sin dalla prima edizione destò ampio scandalo ed infinite polemiche per il suo contenuto.

Nella parte iniziale, Mandeville con una favola in versi descrive il funzionamento di “un vasto alveare ricco di api, che viveva nel lusso e nell’agio e tuttavia era famoso per leggi e armi, quanto fecondo di grandi e precoci sciami.”. Era considerato universalmente la culla delle scienze e dell’industria. Questa società era governata da un re che aveva attorno a sé un corpo di guardie.

La caratteristica principale di questa società era data dal fatto che milioni di persone “si sforzavano di soddisfare ognuno la concupiscenza e la vanità degli altri.” e altri milioni erano intenti solo a consumare prodotti. Mossi dall’avidità, alcuni si lanciavano in rischiosissime operazioni economiche, mentre molti altri sopportavano ogni forma di sfruttamento. In alcuni settori, andavano avanti solo individui che avessero come principale capitale la sfrontatezza ossia i truffatori, i parassiti, i mezzani, i giocatori, i ladri, i falsari, i ciarlatani e gli indovini.

Gli avvocati erano corrotti. Rinviavano più volte le cause pur di intascare una parcella supplementare. Approfittavano dei beni ipotecati ed erano disposti a sostenere cause ingiuste sondando le leggi allo stesso modo in cui si comportano gli scassinatori di negozi. I medici agivano in modo da procurarsi denaro coinvolgendo i farmacisti. Agivano in modo da avere le lodi delle levatrici alla nascita dei bambini o quelle del prete al momento della morte di una persona.

Nell’ambito religioso, i preti erano violenti ed ignoranti. Simulando e nascondendo la loro ignavia, avarizia e lussuria ottenevano grandi successi. Altri più onesti finivano per morire di fame.

I ministri derubavano il re e lo facevano in modo da nascondere agli altri i loro guadagni. Nei commerci avveniva ogni sorta di frode. Era abituale ad esempio mescolare al concime una parte di pietre e ghiaie inutilizzabili.

I giudici erano corrotti anche se in apparenza tutto sembrava che avvenisse correttamente. In realtà, i tribunali condannavano solo i poveri e i disperati che non avevano i mezzi per difendersi e per corrompere i giudici. Il sistema giudiziario non era pensato per realizzare la giustizia, ma piuttosto per rassicurare i ricchi.

In questa società regnava l’avarizia. Il lusso di pochi ricchi dava lavoro a milioni di poveri. L’industria era fondata sull’invidia e sulla vanità. Il commercio fioriva perché permetteva di soddisfare ogni più strano volubile desiderio: cibi prelibati, vestiti lussuosi, arredamento, ecc..  “Il vizio nutriva l’ingegnosità, che insieme con il tempo e con l’industria aveva portato comodità alla vita, i suoi reali piaceri, agi e conforti, ad una tale altezza, che i più poveri vivevano meglio di come vivessero prima i ricchi.”. Tutti simulavano. Al minimo insuccesso negli imbrogli, i più grandi imbroglioni, simulando l’onestà, si lamentavano degli imbroglioni. Il ricco che aveva costruito un impero in modo illegale si lamentava quando qualcuno gli rubava un guanto o una piccola cosa. Tutte le canaglie e i delinquenti si lamentavano persino con gli Dei.

Ad un certo punto, Giove decise di intervenire e di restaurare l’etica, l’ordine e la giustizia. In breve tempo, la società delle api andò in malora. I cittadini evitarono di comprare cibi prelibati e questo portò ad un abbassamento del loro valore sul mercato. Tutti cominciarono a comportarsi secondo le regole portando allo svuotamento dei tribunali e delle carceri. I debitori pagavano volontariamente i loro debiti. Nessuno si permise più di intentare cause infondate e vessatorie. La perfezione etica generale rese inutile tutto il sistema della giustizia e si dovette procedere a licenziare giudici, cancellieri, carcerieri e boia e tutti coloro che con i maneggi facevano business sul crimine o sulle sventure altrui.

Nella sanità agivano solo i medici competenti che usavano rimedi onesti e poco costosi e non i farmaci provenienti da altri territori. I preti compivano solo i loro riti, aiutavano i poveri e non scacciavano gli affamati dalle loro porte e soprattutto cessarono di interessarsi di politica.

I ministri cominciarono a vivere solo del loro stipendio e rifiutarono somme e ricchi doni dai cittadini. La sparizione del desiderio del lusso, dei cibi prelibati, dei vestiti all’ultima moda determinò il collasso di interi settori economici. Mentre prima tutti cercavano dimore sontuose ornate di statue e di ritratti, dopo l’intervento di Giove cominciarono a vivere in dimore modeste. Questo portò ad un abbassamento del valore delle case. Musicisti, scultori e pittori finirono di lavorare. La diffusa onestà e la vita frugale determinò la fine di tutte quelle imprese che affrontavano operazioni economiche rischiose come il commercio sui mari.

In definitiva, in breve tempo, il sistema della giustizia, la sanità, il mondo immobiliare ed interi settori economici produttivi collassarono.

Nelle pagine successive al poema, l’autore svolge un ampio commento a questo poema esponendo il proprio punto di vista sull’etica e sulla natura degli esseri umani.  

Secondo Mandeville, gli esseri umani sono mossi essenzialmente dal piacere e dall’egoismo. La loro azione non segue rigidamente il calcolo del piacere e del dolore, ma una logica molto più malvagia e di rapina. Ogni essere umano segue solo ed esclusivamente il proprio personale interesse e neanche si pone il problema delle conseguenze delle proprie azioni sugli altri.

In questo libro, il filosofo dà una descrizione impietosa della società capitalistica inglese della sua epoca. Ne trae una sola conclusione: il sistema capitalistico ed industriale prospera per i vizi come l’avarizia, l’invidia, la concupiscenza e l’avidità e non per le virtù etiche come il rispetto nei confronti degli altri, la buona educazione, la virtù, la moderazione e la gentilezza. Nel sistema mercantile vanno avanti coloro che sono sfrontati e magari non hanno un soldo in tasca, piuttosto coloro che sono saggi e moderati ma che non sono in grado di solleticare e soddisfare la vanità e la concupiscenza degli altri.

Infine, la vera chiave di volta dell’opera è data dalla riflessione sulle conseguenze non intenzionali delle azioni umane. Nella società delle api azioni turpi e malvage generano benessere, ricchezza e muovono i commerci, mentre le azioni morali e le virtù mortificano i desideri e le vanità degli individui ed in definitiva uccidono ogni processo economico. 

Ancora oggi, Mandeville spinge alla riflessione sull’origine della morale e sulla natura degli esseri umani. La sua tremenda descrizione del sistema capitalistico del XVIII secolo ha una certa attualità. Simulazione, egoismo, vanità, spirito di conquista e concupiscenza sono alcuni dei vizi che costantemente il sistema capitalistico globale propina attraverso tutti i suoi mezzi di comunicazione e la sua struttura. Etica della finanza, finanza etica, morale sono semplicemente delle vuote parole nel quotidiano esercizio delle attività economiche in tutto il mondo.

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