Benefici, Apprendimento e Prospettive Future

La Mediazione Umanistico-Filosofica richiede la rottura degli schemi vecchi, dell’ovvio, imponendo di mettere seriamente in discussione convinzioni consolidate e di andare al di là del già noto. Apprenderla e metterla in pratica, sia nella vita professionale che personale, è una svolta e un’opportunità. Non solo aiuta a risolvere i conflitti con una piena vittoria per tutte le parti, ma offre anche la concreta esperienza di come la relazione sia il frutto sapiente, e non spontaneo, di una preparazione che segue ‘regole’ e che richiede ‘strategie’ di azione. Attraverso l’apprendimento di queste strategie, è possibile costruire rapporti migliori con gli altri, nell’ottica di una gestione costruttiva del conflitto. L’obiettivo finale è l’affinamento dell’intelligenza emotiva, che guida verso la mediazione per una risoluzione pacifica del conflitto e trasforma il dolore del conflitto in opportunità per migliorare la qualità della propria e altrui vita.
Questo percorso non è aristocratico o troppo astratto, ma una possibilità di percorso di apprendimento accessibile a tutti. È una formazione di alto livello che agisce in profondità attraverso modalità semplici ma non per questo banali. Viene descritta come una guida da apprendere in contesti formativi in presenza, da seguire con disciplina, e una via anche divertente e intrigante da percorrere con costanza. Richiede solo determinazione e deve essere sperimentata nella vita quotidiana.
La mediazione è un viaggio che non finisce mai perché s’incrocia con il senso della nostra stessa esistenza. Va sottolineato l’enorme bisogno di relazione che abbiamo tutti e quanto siamo realmente capaci di soddisfarlo, spesso reclamando solo i diritti della relazione senza accettarne i rischi. Soprattutto, vale la pena enfatizzare quanto male fa un conflitto non riconosciuto o non risolto. Pertanto, serve provare vie nuove e lasciare aperta la porta alla meraviglia di scoprire che la Mediazione filosofico-umanistica è accessibile a tutti e sarà la chiave per il ben-essere di domani.
Le applicazioni della mediazione sono universali: essa può trovare posto in qualsiasi ambito – interpersonale, sociale, professionale. Dalle relazioni familiari a quelle lavorative, dalla scuola al volontariato, i principi della mediazione offrono una via per affrontare i conflitti in modo costruttivo. Come evidenziato dall’esperienza di magistrati, dirigenti scolastici, e cittadini comuni, la mediazione è efficace persino in situazioni complesse che giungono in Tribunale, ma è ancora più preziosa nei “conflitti normali” che incontriamo quotidianamente.
Un aspetto cruciale per la diffusione di questa cultura è l’educazione alla relazione. Le relazioni non sono mai semplici o automatiche; richiedono una competenza raffinata. La scuola, in particolare, ha un ruolo fondamentale nel coltivare l’umanità e nel formare i giovani ai valori della relazione, all’empatia e al dialogo fin dai primi anni di vita. È necessario superare la concezione per cui “litigare è sbagliato” e che la pace debba regnare a ogni costo, riconoscendo invece che il conflitto, se ben gestito, può essere un motore di crescita.
La mediazione promuove una “etica della non-violenza”, privilegiando tutto ciò che unisce e accomuna, in primo luogo il riconoscimento dell’altro come persona e la responsabilità di ciascuno. Essa offre una via reale per affrontare le difficoltà della vita, trasformando la sofferenza in insegnamento. Accanto agli atteggiamenti che il mediatore adotta – come l’ascolto attivo, il porre domande, il rispecchiare, il valorizzare le risorse, l’uso delle metafore, l’astenersi dal giudicare e dal consigliare – è essenziale sviluppare qualità come la gentilezza, l’umorismo e la gratitudine. Ridere di sé stessi, ad esempio, è una strategia comunicativa molto forte che permette di affrontare le proprie paure e mantenere un atteggiamento di apertura verso gli altri.