Cronaca

Ricordo di Pippo Baudo: Tullio Solenghi e Salvo La Rosa

Se ne è andato il conduttore che ha fatto la storia della TV italiana, Pippo Baudo, siciliano doc che dopo la laurea in Giurisprudenza conseguita a Catania, andò a Roma per inseguire il suo sogno: fare la televisione. E così fu. Per 60 anni è statoconduttore televisivo per eccellenza, conduttore radiofonico e paroliere italiano. Ha incarnato la figura della star televisiva che entra nelle case degli italiani, che è stato presente dal 1966 con la trasmissione “Sette voci” e da lì non si è più fermato. Classe 1936, pseudonimo di Giuseppe Raimondo Vittorio Baudo nato a Militello in Val di Catania il 7 giugno 1936, con la sua scomparsa avvenuta ieri 16 agosto 2025 segna il calare di un’epoca, quella della televisione con la T maiuscola, fatta di programmi senza sbavature e volgarità, concepita con intelligenza che nessuno come lui ha avuto. Il cordoglio di tutta l’azienda Rai ha sottolineato come Pippo Baudo è stata la persona che ha reso la TV italiana un fenomeno culturale nobilitando il termine nazional- popolare. Tanti i programmi da lui inventati che restano nel patrimonio di tutti e che hanno accompagnato la storia stessa della nostra nazione. Scopritore di talenti, Baudo ha mantenuto una buona amicizia con tanti artisti che ha portato in televisione e che oggi sono molto addolorati per la sua dipartita.  

Abbiamo sentito al telefono l’attore Tullio Solenghi, del Trio Marchesimi- Lopez- Solenghi.  

“Per me se ne va una persona di famiglia, per il rapporto che c’era con lui l’ho sempre considerato un fratello maggiore, non solo il Pippo Baudo scopritore di talenti che ha scoperto anche me insieme a tanti altri. Il nostro era proprio un rapporto che andava al di là della professione, per questo motivo questa perdita mi tocca in modo particolare. A gennaio di quest’anno Massimo Lopez ed io eravamo andati a trovarlo, era già molto provato e gli si leggeva nel suo sguardo la tenerezza e la gratitudine per essere andati a trovarlo e per esserci scambiati parole di amicizia come è sempre stato tra noi. Insieme abbiamo rievocato i tempi più belli della mostra avventura artistica. Ai tempi di “Luna park”, programma radiofonico, era stato lui a scoprirmi e io quando costituimmo il Trio Marchesimi – Lopez – Solenghi ritornai da lui quasi per una forma di gratitudine con loro due. Il meraviglioso “Fantastico 7” è stata una riscoperta, che ancora tutti ricordano. Noi – prosegue Solenghi – lo volemmo nella mini serie TV “I promessi sposi”, come personaggio, e lui accetto in virtù dell’amicizia che ci legava. E’ sempre stato anche molto rispettoso del talento altrui, in “Fantastico 7” era assolutamente fiducioso e la cosa che ci faceva divertire era che se qualcosa non andava non parlava con tutto il Trio, ma mi chiamava in disparte e mi diceva ”Tullio parliamone …”. Avevamo un codice comune, ci capivamo al volo, bastava un’occhiata. A gennaio – ricorda Solenghi – siamo andati via da casa sua con il cuore che palpitava e quando ci stavamo salutando non potevamo immaginare che quella sarebbe stata l’ultima volta che ci saremmo visti. Baudo ha fatto la storia della televisione – conclude l’attore – e se ne va uno dei più grandi professionisti della storia della televisione italiana. Aver perso un punto di riferimento così importante è drammatico. Voglio rimanere un po’ in silenzio”.

Nel 68’ erano agli inizi degli esordi a Roma e Baudo condivise l’appartamento con Tony Cucchiara, agrigentino e autore del musical di successo internazionale “Pipino il breve” in via dei Giornalisti.  

Ieri sera abbiamo sentito un personaggio che nelle vesti di conduttore è entrato nelle case dei Siciliani e che con Baudo aveva un rapporto che superava quello professionale, come lui stesso ci spiega. Stiamo parlando di Salvo La Rosa, notissimo conduttore televisivo, già giornalista che quando ha ricevuto la notizia della scomparsa di Baudo si è chiuso in camerino piangendo a lungo.

Apprendere della sua morteè stato un dolore enorme, Pippo per me era un secondo padre che avevo conosciuto quando ero ragazzino ad Antenna Sicilia, mi ha sempre dato consigli che solo un padre può dare – ci racconta La Rosa – Tutte le volte che andavo a Roma ci incontravamo. Da quando le sue condizioni di salute sono diventare serie ci sentivamo tutte le settimane. Io lo consideravo un membro della mia famiglia e anche lui – prosegue La Rosa – si considerava un membro della mia famiglia, aveva un rapporto bellissimo con mia moglie, i miei figli, li seguiva sempre chiedendo di loro anche dal punto di vista professionale. Chiedeva anche di mio padre ottico che ha 88 anni e di mia madre di 91, quindi coetanei. Due volte con lui ho avuto il piacere di effettuare i collegamenti esterni del Festival di Sanremo nel 2002 e 2003. Ho un ricordo particolare di lui: l’anno scorso ha deciso di venire qui in Sicilia per rivedere il suo paese natio Militello in Val di Catania, con Tuccio Musumeci, con Carlo Alessi, e me ed è stato veramente un viaggio straordinario. Aveva quella tristezza di chi è grande, la consapevolezza di non stare molto bene ma ha tanta voglia di vedere i suoi amici e la sua Sicilia”. Chiediamo a Salvo La Rosa cosa ti ha lasciato come eredità morale. Ci risponde “Nel lavoro praticante tutto, dall’essere sempre preparato, sapere sempre cosa vai a fare, al conoscere tutto sugli ospiti. Inoltre essere onesto intellettualmente con il pubblico, che va rispettato al massimo. Quando ho ricevuto la telefonata da Roma della sua morte ho pianto molto in camerino e ho pianto quando l’ho dovuto comunicare al pubblico. Andrò al suo funerale”.  

I funerali si terranno mercoledì a Militello in Val di Catania 

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