Spettacoli

Teatro Massimo Bellini: il pianista Nicolò Cafaro suona un vertiginoso Chopin diretto da Gianna Fratta

L’affermata direttrice d’orchestra Gianna Fratta, figura ben nota al pubblico del Teatro Massimo Bellini, ha diretto il concerto “Beethoven & Chopin”. Pubblico eterogeneo. Presenti gli studenti del conservatorio, accorsi in teatro per applaudire il loro coetaneo Nicolò Cafaro, pianista pluripremiato ed in ascesa. Il giovane talento catanese ha eseguito il vertiginoso Concerto n. 1 in mi minore per pianoforte e orchestra di Fryderyk Chopin, capolavoro composto nel 1830.
L’ascolto del concerto di Chopin (1810-1849) ha aperto una finestra sul paesaggio interiore del “poeta del pianoforte”, creatura malinconica ed indomita che ha consegnato alle note musicali i suoi sogni e le sue speranze, sempre con una vena di nostalgia di sottofondo. E’ il mondo del romanticismo in musica; ed il compositore polacco ne è stato uno dei massimi esponenti.
L’universo emotivo del giovane Chopin (aveva 20 anni quando compose il concerto n,1) è stato ben compreso ed interpretato dall’altrettanto giovane Nicolò Cafaro, pianista 25enne che abbina al virtuosismo e alla tecnica la capacità di far sussurrare o di far turbinare, a seconda dei casi, il pianoforte. La sua esecuzione ha convinto: approvazione anche da parte dei professori d’orchestra. Richiamato sul palco per tre bis, Nicolò Cafaro ha riscosso un personale successo come solista. Chissà quale sarebbe stato il giudizio del musicologo Piero Rattalino, il didatta e cultore del pianoforte a cui è stato dedicato il concerto “Beethoven & Chopin”.
Al riguardo il critico teatrale Carmelita Celi ha tracciato il profilo umano e professionale di Piero Rattalino (1931-2023), da lei definito “una delizia d’uomo e un connubio tra accademia ed ironia”. Direttore artistico del Teatro Massimo Bellini dal 1994 al 2006, Rattalino ha lasciato un buon ricordo a Catania, dove continuano a circolare su di lui molti aneddoti.
Smisurati quelli da lui divulgati sul mondo dei teatri, della musica e dei suoi interpreti. Rattalino era infatti un istrionico e formidabile affabulatore, capace di incantare con programmi di sala non a stampa ma orali, in forma di colloquio.
Proprio una sua conversazione su Beethoven è stata letta da Carmelita Celi per introdurre l’esecuzione della celeberrima Sinfonia n. 5, quella che non comincia ma irrompe con il ta-ta-ta-TAA, che avrebbe fatto dire al suo compositore “il destino bussa alla porta”.
La direttrice d’orchestra Gianna Fratta ha voluto dare una sua interpretazione “morbida”, conciliante e non imperativa alla sinfonia: ed il destino che ha bussato alla porta, invece che titanico, ha battuto con tocco leggero.

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