Cronaca

Latte maltese spacciato per siciliano, il Codacons si costituisce parte offesa

A seguito dell’indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Ragusa e dall’Ispettorato Centrale Repressione Frodi di Vittoria, che secondo quanto riportato dagli organi di stampa avrebbe portato alla luce l’introduzione e la commercializzazione di latte di origine maltese falsamente etichettato come siciliano, il Codacons annuncia la propria costituzione di parte offesa nel procedimento penale, in rappresentanza dei cittadini siciliani, dei consumatori italiani e delle imprese del comparto agroalimentare potenzialmente danneggiate.
Sempre secondo quanto emerso a mezzo stampa, oltre alla presunta falsificazione dell’origine del prodotto, vi sarebbero anomalie riguardanti il trattamento sanitario del latte, che sarebbe stato già pastorizzato all’origine ma dichiarato come crudo al momento dell’immissione sul mercato. Se tali elementi trovassero conferma, potrebbero emergere profili di irregolarità sul piano sanitario e criticità in merito alla tracciabilità lungo la filiera alimentare, con possibili conseguenze anche per la sicurezza dei consumatori.
Le medesime ricostruzioni giornalistiche segnalano inoltre irregolarità nella documentazione doganale e commerciale, tali da indurre ipotesi di irregolarità documentale suscettibili di approfondimento penale, qualora ne venisse accertata la fondatezza.
Il Codacons considera la vicenda, nel suo complesso, un potenziale attacco al Made in Sicily e al Made in Italy, con ricadute dannose sulla fiducia dei cittadini e sulla competitività delle imprese virtuose del comparto lattiero-caseario.
L’associazione ribadisce la necessità di rafforzare con urgenza i controlli lungo l’intera filiera e di attivare sistemi pubblici di tracciabilità accessibili e verificabili, in grado di offrire massima trasparenza sull’origine e sul trattamento delle materie prime utilizzate nei prodotti alimentari.
Oltre alla costituzione di parte offesa, il Codacons sta valutando azioni legali collettive a tutela dei consumatori e delle imprese eventualmente coinvolte o danneggiate.
È stato conferito incarico all’avvocato Carmelo Sardella, dirigente dell’Ufficio Legale Regionale Codacons, di depositare la formale costituzione di parte offesa presso la Procura della Repubblica di Ragusa e di seguire ogni ulteriore iniziativa necessaria sul piano giuridico, nell’interesse della collettività siciliana e della difesa della legalità e della trasparenza nel settore agroalimentare.
Il Codacons sollecita infine l’apertura di un tavolo di crisi da parte delle istituzioni regionali e nazionali, finalizzato all’adozione di misure strutturali a tutela dell’autenticità, della sicurezza e della competitività della filiera lattiero-casearia siciliana.
Per segnalazioni o richieste di assistenza, i cittadini possono contattare il Codacons all’indirizzo sportellocodacons@gmail.com o tramite WhatsApp al 3715201706.

Nell’ambito dei controlli a tutela del “Made in Italy” previsti dalla Cabina di Regia 2025 istituita presso il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste – programmati e sviluppati con il fattivo supporto, in tema di analisi di rischio economico-finanziario, del Gruppo Anticontraffazione e Sicurezza Prodotti del Nucleo Speciale Beni e Servizi e dell’Ufficio TERR I – Indirizzo e coordinamento dell’attività ispettiva della Direzione Generale degli Uffici territoriali e Laboratori dell’Ispettorato centrale – i finanzieri del Nucleo p.e.f. di Ragusa, congiuntamente ai funzionari dell’Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari (I.C.Q.R.F.) di Vittoria, hanno ultimato, nel corrente mese, un intervento nei confronti di un centro di stoccaggio di latte alimentare ubicato nel territorio ragusano, rilevando l’introduzione, negli anni 2024 e 2025, di circa 3 milioni di litri di latte pastorizzato di provenienza maltese.
Il prodotto, successivamente immesso sul mercato attraverso operatori locali, è stato destinato a diversi inconsapevoli caseifici operanti sia in Sicilia che in altre regioni italiane. Le attività ispettive, condotte anche a valle della filiera presso gli stabilimenti acquirenti, hanno consentito di rilevare gravi irregolarità in merito all’indicazione dell’origine e del trattamento termico del latte impiegato.
In particolare, la documentazione accompagnatoria del latte maltese è risultata alterata, riportando indicazioni non veritiere circa l’origine del prodotto – presentata in alcuni casi come italiana o siciliana – e omettendo il trattamento di pastorizzazione subito all’estero, sostituito dalla dichiarazione di prodotto “crudo”.
Tali pratiche hanno indotto in errore le aziende casearie acquirenti che, nella convinzione di utilizzare latte siciliano, hanno invece impiegato materia prima estera per la produzione di formaggi successivamente etichettati come italiani e in taluni casi come siciliani.
I soggetti ritenuti responsabili sono stati deferiti all’Autorità giudiziaria competente per le ipotesi delittuose di falsità materiale e di frode in commercio.
Per il principio di presunzione di innocenza, la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo nel caso in cui intervenga una sentenza irrevocabile di condanna.
L’operazione si inserisce nel contesto delle attività svolte dalla Guardia di finanza e dall’I.C.Q.R.F. per contrastare le frodi e le contraffazioni nel settore agroalimentare nonché le filiere illecite del falso made in Italy, a tutela delle produzioni nazionali e dei consumatori.

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