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La nascita di Melitea, un circolo virtuoso unisce Nord e Sud

“Per i sordi le attuali mascherine rappresentano una barriera per la comunicazione perché rendono impossibile la lettura del labiale, tecnica fondamentale che consente loro di comprendere le persone udenti quando parlano.” – spiega Bernadette Lo Bianco presidente dell’associazione Sicilia Turismo per Tutti– “A causa dell’emergenza sanitaria le mascherine di protezione saranno nostre compagne di vita chissà per quanto tempo, in ogni settore della vita quotidiana (scuole, università, ospedali, RSA, farmacie, uffici pubblici, supermercati, negozi in genere, nel turismo ecc.). Si rende quindi necessaria la commercializzazione di sistemi di protezione (mascherine) trasparenti, che si auspica vengano indossate da tutti, per consentire alle persone sorde di leggere il labiale di chi parla. Fra l’altro, questi ausili garantirebbero anche la facile riconoscibilità di ogni persona, escludendo il pericolo del travisamento”.

A fine marzo 2020, in pieno lockdown, – racconta la dr.ssa Simonetta Soave, Presidente dell’azienda veronese C.E.L. S.p.A. – ho visto su Facebook un appello dell’associazione siracusana Sicilia Turismo per Tutti che richiamava l’attenzione sulla necessità di un nuovo tipo di mascherina che permettesse la lettura labiale, per le persone non udenti metodo fondamentale per restare in contatto col mondo. Mi è sembrata una richiesta importante dal punto di vista etico e sociale e così, dopo essermi confrontata con la presidente dell’associazione Bernadette Lo Bianco e con Antonella Dimoli, interprete della lingua dei segni e assistente alla comunicazione, in aprile abbiamo deciso di dare il via al progetto di una mascherina con specifiche tecniche che consentissero la lettura labiale, dotata di filtri ridotti al minimo, riutilizzabile e rispettosa verso l’ambiente.  Il nostro obiettivo era creare un nuovo concetto di mascherina che potesse alleviare il disagio dei non udenti e degli operatori sanitari, pertanto i nostri sforzi si sono concentrati sul massimo della funzionalità e non solo su un design accattivante. All’alta criticità tecnologica del progetto, per noi completamente nuovo, si sono aggiunti non pochi ostacoli: la situazione di emergenza ha reso molto laborioso il reperimento dei materiali adatti e le continue modifiche alle specifiche necessarie per un prodotto conforme alle direttive hanno richiesto la certificazione dei prototipi per ben tre volte allungando non poco i tempi. I nostri sforzi infine sono stati premiati e a fine dicembre 2021 Melitea era finalmente allineata alle rigorose normative europee.”

Melitea non è una comune mascherina usa e getta, è riutilizzabile centinaia di volte, per l’impiego quotidiano è sufficiente un semplice risciacquo con acqua calda e sostituire il filtro che, venti volte più piccolo di una mascherina FFP2, è amico dell’ambiente perché riducendo al minimo la componente monouso contiene l’energia necessaria alla produzione, le emissioni e la quantità di rifiuti da smaltire. Melitea è classificata con certificazione europea come dispositivo medico tipo IIR (livello di protezione richiesto nelle sale operatorie secondo normativa UNI EN 14683:2019) e quindi utilizzabile in ambito ospedaliero con disinfezione in autoclave. Melitea, grazie alla sua forma, aderendo perfettamente al viso minimizza gli spazi tra pelle e mascherina dove potrebbe passare aria non filtrata, mantiene la propria funzionalità protettiva anche se indossata da chi ha la barba folta e, per la felicità di molti, gli occhiali non si appannano. Va sottolineato che mentre le mascherine FFP2 filtrano il 94% di particelle di 6 micron i filtri speciali di cui è dotata Melitea bloccano il 98% di particelle e batteri fino a 3 micron

Il nome Melitea deriva da una bella farfalla di colore arancione brillante della famiglia delle Nimphalidae particolarmente diffusa in Sicilia.

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