Storie di Sicilia

Katana città tetrapoli

Katana rifondata col nome di Etna da Ierone nel 475 a.C.

Mappa pubblicata dal “ Popolo di Sicilia”  del 19.11.1939

Come mutò la situazione urbanistica di Catania nel 475 a.C. dopo che la città fu conquistata da Ierone, tiranno di Siracusa ?

Il Carrera, riportando un passo di Strabone, narra della “ rifondazione” (1) dell’odierna Catania nel 475 a.C. da parte del tiranno siracusano Ierone, dopo che Katana era stata conquistata, e che venne “ Rifondata” col nome di Aitna ( Etna). Strabone, che narra anche delle vicende successive al 461 a. C., allorché i Siracusani che abitavano Etna furono costretti a trasferirsi nella vicina città di Inessa ( l’odierna Motta Santa Anastasia) dopo essere stati sconfitti dai ribelli siracusani alleatisi con Ducezio Re dei Siculi, città che venne altresì rifondata col nome di Etna: “ Priscos autem incolas Catana amisit, deductis eo alijs ab Hierone Siracusanorum Tyranno colonis, qui nome etiam Catanae in Aetnam mutavit. At sub exessum Hieronis Catanenses postliminio reversi Inquilinos eiecerunt. Aetnenses cedentes loco Inessam, quae in montanis est Aetnae, inhabitandam occuparunt, eique loco Aetnae nomen imposuerunt, dissito a Catana stadijs octoginta.” (2) Vito Amico, che cita Diodoro, ci fornisce altri dettagli su questa vicenda storica, che, dopo essere stati vinti i coloni siracusani di Catania da Ducezio, essi emigrarono nella costa montana dell’Etna, dov’è Ennosia, ossia Inessa, che si trovava distante da Catania dodicimila passi, la quale assunse poi il nome di Etna, e i Catanesi dopo il ritorno in patria occuparono le vecchie dimore che avevano dovuto lasciare al tempo di Gerone. Si direbbe che i Catanesi costretti a cedere Inessa non l’avessero appellata Etna, né che quel nome fosse stato divulgato dal nemico principe Gerone e neppure che vi fossero stati per molto tempo lontani, in quanto tornarono in patria due anni dopo la morte di Gerone. Si capisce che i coloni condotti a Catania da Gerone e cacciati via da Ducezio,  appellarono la città precedentemente chiamata Inessa dove emigrarono col nuovo nome di Etna, mutuandolo dalla città che avevano dovuto abbandonare, e simularono epicamente che ne fosse stato fondatore Gerone. (3) Varie cronache concordano sul fatto che i coloni siracusani provenienti anche da altre città della Magna Grecia furono fatti insediare nella parte nord di Catania, dove venne edificato un nuovo nucleo urbano che si aggiunse agli altri tre nuclei urbani preesistenti. Fu a questo nuovo nucleo urbano che fu dato il nome di Etna ( alcune cronache dicono Etnapolis). Gli storici di varie epoche hanno ritenuto che dopo il 475 l’odierna Catania fosse diventata una “ Tetrapoli”. Si esprime in questo senso Vincenzo Cordaro Clarenza che così narra: “  [ Gerone ] cambiò il nome di Catania in quello d’Etna, come se egli l’avesse dalle fondamenta edificata: [..] e secondo l’opinione di veri scrittori, sebbene non tanto ben fondata, Catania divenne in quell’ora Città Tetrapoli, o sia divisa in quattro grandi sezioni. La prima Dimeterea, che è oggi il quartiere dé Benedettini, dove era l’antico tempio di Cerere, chiamata pure Dimeterea: la seconda Luna, o perché vi era in quei contorni un tempio dedicato a quest’astro, o perché eravi il Forum Lunare: la terza Civitas, perché la le abitazioni trovavansi delle più cospicue famiglie, e questo quartiere conserva tutt’ora un tal nome: la quarta fu detta Etnapolis o sia città dell’Etna, forse per alludere all’ingrandimento fatto a Catania da Gerone.” (4) Della condizione di “ Tetrapoli” di Katana parla ancora il Carrera: “ […] nec non, an Catanae nomine una tantum urbs an plures comprehensae fuerint, quia nempe tetrapolis etiam nomine occurrant, quod quatuor urbes significavit […]. (5)  Vito Maria Amico ci fornisce notizie più dettagliate sulla struttura urbanistica di Katana – Etnapolis: “ Che un tempo Catania fosse una Tetrapoli, cioè un insieme di quattro città, o per meglio dire quartieri, ciascuno dei quali è paragonabile ad una città, posso affermarlo unitamente a Pietro Biondo autore del “ De Admirabilibus Siciliae” ( Delle ammirevoli cose di Sicilia), all’Arcangelo, al Grosso, al Carrera e ad altri che dai nostri traggono materia di studio, tramandando che l nome proprio fu Etnapolis, posta a tramontana, la cui cinta di mura oltre il sobborgo distava 20 piedi dal secondo quartiere, che si chiamava Dimitiraja, o meglio Demeterea, così detto da Cerere, che i greci appellavano Demetir, ovvero Madre Terra. In questo quartiere si ergeva un tempio, insigne per tutta la Sicilia, esposto ad occidente e settentrione, di cui rimangono ruderi accanto a quelli di altri edifici. Seguiva il terzo quartiere, che prendeva nome dal foro e dal tempio dedicato alla Luna, e infine il quarto, più vicino al mare, volto a mezzogiorno, era chiamato Catana.” (6) Giuseppe Resina, citando Pietro Biondo, dice: “ Leggiamo nel De Rebus Siculis Notandis di Pietro Biondo, vissuto nel cinquecento: “ Catania era una Tetrapoli composta di quattro parti: Aetnapoli, Luno, Demetria e Littoranea.” Aetnapoli era la zona a Nord ( Licatia e Gioeni); Demetria comprendeva S. Sofia e Cibali; Littoranea abbracciava Ognina, Porto Ulisse e Porto Saraceno; Luno comprendeva la zona esterna alla Porta di Aci ed estesa verso levante, con l’attuale piazza Carlo Alberto e zone limitrofe.[…]. (7)

Bibliografia e note:

  1. Vi è concordanza tra gli storici nel sostenere che con il termine “ Rifondazione” viene descritta la decisione di coloro che si insediavano in una città, conquistata, di attribuirle un nuovo nome.
  2. Pietro Carrera, Delle memorie Historiche della città di Catania, Palazzo del Senato di Catania, MDCXLI, vol. I, p. 233.
  3. Vito Amico, Catana illustrata, p. 146.
  4. Cordaro Clarenza Vncenzo – Osservazioni sopra la storia di Catania – Catania 1833 – tomo primo – cap. primo – p. 57.
  5. Pietro Carrera – Monumentorum historicorum urbis Catanae – Lugduni Battavorum 1550 – p. 19.
  6. Vito Maria Amico – Catana Illustrata sive sacra et civilis urbis Catanae Historia – trad. di Vincenzo Di Maria – Tringale Ed. – Catania 1989.
  7. Giuseppe Resina – Katana – Tip. R. Scuderi – Catania 1969 – p. 16.

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