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I due ultimi libri di Francesco Cusa – 22 settembre

Francesco Cusa, insieme a Sal Costa, Alice Ferlito, Francesco Gennaro e Francesco Vaccaro, presenterà i suoi ultimi due libri pubblicati da Algra editore e Di Felice Edizioni. L’evento, organizzato da Mondadori Bookstore (Catania piazza Roma), Lettera 82 Risto Pub e Francesco Gennaro, si terrà martedì 22 settembre alle 18,30 alla Lettera 83 Risto Pub in piazza dell’Indirizzo 11/14 a Catania.

IL SURREALISMO DELLA PIANTA GRASSA:
«Attitudine onnivora e perimetrale quella di Cusa in questo “Il surrealismo della pianta grassa”, appetito famelico che si mette a monitorare il presente con la stessa vis ribollente del suo drumming. Non è un caso evidentemente che Cusa abbia portato spesso sul palco i suoi scritti alternandoli ai suoi batterismi, in una sorta di gioco incrociato in cui la musica si fa verbo e il verbo si fa “colpo sulle pelli”. Il riferimento a Pico della Mirandola non vuol essere semplicemente dissacrante. […] L’assoluta novità della riflessione di Mirandola è proprio nel relativismo etico e in quella “instabile libertà” di cui anche Cusa, in queste pagine, così come nelle sue performances discografiche, si fa instancabile vessillo. Non è importante il tema, né il suo peso specifico, quanto la predisposizione di analisi dello spettro, la voglia di ruminare il mondo, il tentativo (a volte riuscito, altre meno) di bisturizzare le cose che accadono». (dalla prefazione di Valerio Corzani).

NEI DINTORNI DELLA CIVILTA’:
“Francesco Cusa sfida in modo chisciottesco questo Grande Zero ed enumera, descrive, guarda, vede, ha visioni, premonizioni, anche se questo inesorabile buio del logos, come un intimo ed universale Finis Terrae «è una cosa sorda che non si può concepire. È una cosa reale che non si può considerare».” (Dalla prefazione di Nazim Comunale), “In bilico tra ballata e invettiva civile, la poesia di Francesco Cusa si articola sulla doppia temporalità della cronaca contemporanea e del tempo grande insulare, quello dei paesaggi geologici e antropologici che egli fissa con visione accurata nelle parole.” (Dalla postfazione di Matteo Meschiari).

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