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Ad Acireale una conferenza su “La salute della parola”

“La salute della parola” è il titolo della conferenza che si è tenuta nella sala multimediale “Giovanni Paolo II” dell’oratorio parrocchiale della chiesa santi Cosma e Damiano durante i festeggiamenti dei due santi medici soprannominati “senza argento” o “santi non mercenari”. Il relatore d’eccezione: il dott. Rosario Cunsolo, Direttore Medico del Presidio Ospedaliero “Santa Marta e santa Venera” di Acireale, ed anche giornalista pubblicista. Il tema (gli aspetti organizzativi del Servizio Sanitario Nazionale, la comunicazione in sanità e la salute della parola) è stato ampiamente illustrato dal relatore che era stato presentato già precedentemente dalla giornalista Rita Vinciguerra. Il relatore, dopo una dettagliata fotografia storica sulle origini del servizio sanitario che si prendesse cura di tutti i cittadini in ugual misura, e dopo aver illustrato la nuova riforma del servizio sanitario regionale e locale, ha messo in risalto le motivazioni che hanno portato a queste modifiche. Mostrando anche quanto le modifiche ci vedono direttamente coinvolti. Ha messo in luce quanta una buona comunicazione e il buon uso della parola possa essere terapeutico all’utente che si reca in ospedale o in strutture sanitarie. La parola nel mondo sanitario può essere per chi ascolta di sollievo oppure di sofferenza o peggio ancora di condanna. Proprio per questo bisogna ben ascoltare prima di comunicare, e comunicare con grande senso di responsabilità e di attenzione verso chi riceve la parola. Il grande potere della parola: quante volte capita che tutti noi crediamo in qualcosa e veniamo influenzati e grazie a quel discorso che ci viene presentato cambiamo opinione o idea? Quante volte dopo aver ascoltato un discorso o semplicemente una notizia abbiamo cambiato stato d’animo, umore o espressione? Quante volte siamo stati affascinati da belle parole di alcuni e siamo stati convinti che quello che stavano dicendo fosse vero, anche se magari eravamo convinti che non lo era? Per questo possiamo affermare che la parola ci permette di ascoltare cose che sappiamo, ma che avevamo sottovalutato e che non ci siamo fermati a riflettere. Addirittura dalle parole possiamo trarne anche degli insegnamenti, delle esperienze di vita, possiamo sostenere così che la parola fa parte di ciò che abbiamo veramente di nostro. Con la parola concretizziamo idee, creiamo discorsi, pensiamo e comunichiamo. La forza della parola non sta nell’armonia dei suoni che crea, sta nei significati. Dobbiamo però farne buon uso, perché molte volte con essa possiamo fare errori, come ad esempio dire cose che forse non pensiamo realmente e così possiamo ferire persone che non ci hanno fatto nulla. Dobbiamo riuscire a controllare le nostre emozioni e riflettere prima di trasformare il tutto in parole. La parola comunica, trasmette significati. Solo grazie ai significati può far leva sui sentimenti e sull’emozioni, ma cosa è la parola se non è messa a servizio della ragione? La ragione libera, non rende schiavi. Un buon approccio con la parola e la conversazione è sinonimo di cultura ed educazione. Cosa è la parola se non è preceduta da un buon ascolto. Sapere ascoltare dà sicuramente una buona e dettagliata risposta a quanti aspettano risposte alle proprie domande. Sicuramente una buona educazione e le buone maniere nel porgere la parola porteranno alla soddisfazione dell’utente che con ansia e timore ha formulato la domanda. Trasferito tutto quanto detto nel campo medico-sanitario-ospedaliero si può affermare che un ritorno all’educazione in corsia seguito dalla buona parola può essere a volte un antidoto a tante sofferenze nelle sofferenze, in altri termini la parola e la comunicazione dopo un attento ascolto del paziente può essere parte integrante del programma di cura. Come citava il filosofo Gorgia, “La parola ha la virtù di stroncare la paura, di rimuovere la sofferenza, di infondere gioia, d’intensificare la commozione”.

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