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Medicina specialista convenzionata, dopo la sentenza del TAR è urgente definire un nuovo tariffario

Con tre pronunce del 22 settembre, il TAR Lazio (Sez. III Quater) ha annullato il decreto con cui il Ministero della Salute e quello dell’Economia avevano rideterminato le tariffe per l’assistenza specialistica ambulatoriale e protesica in regime di convenzione. Il TAR ha accolto i ricorsi promossi dal CIMEST – Coordinamento Intersindacale Medicina Specialistica Territoriale, rappresentato dal presidente dott. Salvatore Calvaruso e dai coordinatori dott. Domenico Garbo e dott. Salvatore Gibiino, con l’assistenza legale del prof. Salvatore Pensabene Lionti e dell’avv. Tommaso Pensabene Lionti. Secondo i giudici amministrativi, il Ministero non ha tenuto conto di: inflazione e aumento del costo della vita; incremento dei costi di apparecchiature e materiali; evoluzione tecnologica e necessità di aggiornamento delle strumentazioni; adeguamenti contrattuali del personale sanitario. Il Ministro della Salute Orazio Schillaci, nel recente Question Time alla Camera, ha ammesso che il decreto conteneva un errore di valutazione e che la sentenza del TAR può rappresentare un’opportunità per una equa revisione delle tariffe”. Il CIMEST chiede che ai prossimi tavoli tecnici vengano coinvolte le vere rappresentanze della specialistica ambulatoriale territoriale: CIMEST, SBV, AIOP, ANISAP, ARSE e UAP. Solo attraverso un confronto con chi rappresenta realmente tutte le branche specialistiche sarà possibile arrivare a un tariffario giusto e sostenibile. Il coordinamento evidenzia inoltre una grave disparità: il privato accreditato eroga circa il 70% delle prestazioni LEA, ma riceve soltanto il 35-40% delle risorse rispetto alla sanità pubblica, che ne eroga il 30%. Il principio costituzionale sancito dall’art. 32 della Costituzione e la normativa di riferimento (D.Lgs. 502/1992 e s.m.i.) impongono che l’erogazione dei LEA sia sostenuta da tariffe congrue, capaci di garantire equità, efficienza e universalità del SSN. “Per ridurre le liste d’attesa – afferma il presidente Calvaruso – non occorre reclutare professionisti da altri Paesi, ma valorizzare i medici e i paramedici che già operano nelle strutture accreditate. È necessario assegnare loro risorse adeguate e distribuirle in maniera razionale, premiando chi eroga realmente i servizi.” Il CIMEST ribadisce la necessità urgente di definire un nuovo tariffario equo e sostenibile, che riconosca il reale costo delle prestazioni e consenta di garantire l’accesso alle cure per tutti i cittadini. Le soluzioni sono già individuate. Occorre soltanto la volontà politica di applicarle”.

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