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I pupi dei Fratelli Napoli raccontano “La voce del mare e Colapesce – miti e leggende di Sicilia”

“C’è una voce antica che attraversa il tempo, parla al cuore dei naviganti e sussurra verità dimenticate: è la Voce del Mare, che narra e canta, incanta e avverte, con l’incedere solenne dei miti e la musicalità antica dei cunti siciliani”. Così Davide Napoli, direttore artistico  dell’applaudita rassegna “Furriannu Furriannu a Catania con i Pupi siciliani dei Fratelli Napoli”, insieme all’attrice Tiziana Giletto,  annuncia il nuovo atteso  appuntamento che sabato 23 e venerdì 29  agosto, alle ore 18.00, negli storici spazi dell’Antica Bottega del Puparo, in via Reitano 55 a Catania, vedrà la messa in scena di “La Voce del mare e Colapesce- miti e leggende di Sicilia”.

I pupi siciliani dei Fratelli Napoli attraverso un viaggio epico e onirico daranno vita ad un particolare teatro di narrazione di e con Tiziana Giletto dove lo spettatore nei due giorni di spettacolo, suddiviso in due parti, verrà trasportato tra le onde primordiali della creazione, in un tempo in cui dalla schiuma nacque il sogno della terra.

“Il Mare- continua Davide Napoli- diventa narratore e memoria vivente, testimone delle rotte di Ulisse, del canto seducente delle Sirene, del furore cieco di Polifemo e della tragedia d’amore tra Galatea e Aci, culminante nella trasformazione mitica del giovane in fiume eterno”.

Un continuo scambio tra racconto e incarnazione, tra parola e canto, tra mito e mare per dare vita ad una narrazione orale potente e visionaria, che fonde l’epica omerica, la mitologia greca e la cultura popolare siciliana.

“La Voce del Mare- conclude Davide Napoli- è un racconto d’acqua e di mito, dove ogni parola è eco di un tempo perduto, ogni leggenda riemerge  sulla riva della memoria per poi sfociare nella storia di Colapesce, prodigioso pescatore bello e forte, nonché abilissimo nuotatore vissuto in Sicilia all’epoca di Re Federico II di Svevia, attraverso il fascino dei codici della messinscena del teatro dei pupi siciliani”.

Due linguaggi teatrali si intrecciano in uno spettacolo unico, dove il Mediterraneo è madre, mito e memoria.

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