Cultura

Gemellaggio Sicilia – Calabria nel nome dei Gagini

Oggi e domani si svolgono a Catania, nella storica cornice del Castello Ursino, due giornate di studio scientifico che coinvolgeranno Sicilia e Calabria in un progetto articolato dal titolo: ‘Sicilia terra di approdi: i Gagini di Bissone. Museo diffuso di Catania’.
L’iniziativa è stata curata dalla soprintendente Donatella Aprile, ideata dalla Soprintendenza etnea, ed è finalizzata alla creazione di un percorso culturale interregionale che accorcia le distanze fisiche, un progetto di “gemellaggio Sicilia- Calabria nel nome dei Gagini”, afferma Alberto Samonà, titolare dei Beni Culturali della Regione Siciliana. Un itinerario di studio e valorizzazione di un patrimonio storico connesso alle opere di questa famiglia di scultori e architetti che operarono nel meridione, lasciando testimonianze artistiche sparse nelle chiese siciliane e calabresi.
Un disegno culturale ,promosso e finanziato dall’Assessorato regionale dei Beni culturali e identità Siciliana, che chiude la prima fase del progetto” Il racconto dell’arte in Sicilia terra di approdi”, piano quest’ultimo di condivisione delle nuove tecniche di restauro, e che” offre una lettura complessa di una fertile testimonianza restituendo valore culturale e identitario al contesto storico e ai territori “- ha sottolineato Franco Fazio, dirigente generale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.
L’evento rappresenta l’ultima tappa di un progetto che compie i primi atti partendo, lo scorso 26 marzo, con due mostre: la prima dedicata all’intervento di restauro sull’arco e sul gruppo scultoreo di Antonino Gagini raffigurante l’Annunziata, conservati a Bronte e ultimati nel 2020, e la seconda presso il Museo Diocesano, lo scorso 18 luglio, concernente le opere presenti sul territorio della diocesi di Caltagirone.
Raccontando la storia artistica della famiglia Gagini, ricostruisce un percorso che dal Canton Ticino, luogo di nascita del massimo esponente Domenico Gagini, arriva in Sicilia.
Il Mastru Duminicu Marmuraru, appellativo dialettale di Domenico Gagini, si stabilì definitivamente in Sicilia nel1463 e insieme al figlio, avvalendosi della predilezione per le forme eleganti e ricercate tipiche del Rinnascimento, delle influenze lombarde e piemontesi, contribuì alla diffusione dell’arte e del rinnovamento culturale tra il XV e il XVII sec, che in Sicilia si sviluppò all’interno della fiorente omonima bottega palermitana.
Un luogo che tra bisogni commerciali e estro creativo, diventa lo spazio ideale per la creazione di quelle opere a sfondo religiose, grazie alle quali domina il panorama siciliano della scultura.
E sono i luoghi, i quali esprimono lo stretto rapporto tra territorio e patrimonio identitario, l’elemento centrale del progetto.
Tramite i luoghi in cui sono custodite le sculture realizzate dai Gagini, inseriti nel Museo diffuso della provincia di Catania, attraverso un percorso comunitario, l’iniziativa rende possibile la fruizione di un patrimonio culturale multiforme in un’esperienza di inclusione sociale capace di rafforzare l’identità, l’attrattiva di territori e la scoperta di opere d’arte, collante tra centri urbani e periferie.
“Nel sostenere il progetto – ha concluso Donatella Aprile – ha valutato come finalità determinante la progressiva la progressiva riscoperta degli elementi locali, attraverso la riqualificazione di itinerari culturali e turistici”.
L’evento si avvale della presenza del professore Pasquale Faenza, conservatore dei Beni culturali e storico dell’arte, il quale con video, brochure e pannelli tematici , si rivolgerà ai giovani delle scuole e degli atenei, con l’ausilio di professionisti studiosi e restauratori, che nel convegno conclusivo che si svolgerà a Catania , contribuiranno alla promozione e alla divulgazione di un’identità e di un patrimonio storico- artistico riscoperti attraverso quest’opera di creazioni di percorsi culturali condivisi per la riqualifica delle nostre radici.

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