Motori

Traversata in moto sullo Stretto di Messina: impresa fallita

Dopo una prima partenza bloccata dalla Guardia Costiera, che avvertiva dell’intenso traffico marittimo, ecco partito il tentativo di Luca Colombo di attraversare lo Stretto in sella alla sua moto. L’impresa è terminata a circa 500 metri dalla riva. Il pilota ha lamentato quale impedimento una serie di onde ravvicinate, che insieme alla corrente avrebbero causato la fuoriuscita dall’acqua della ruota posteriore, producendone la cavitazione. Risultato: affondamento della Honda, salva grazie al pallone autogonfiabile che è riuscito ad impedire l’inabissamento del mezzo. Si è reso necessario un accurato lavaggio con acqua dolce della due ruote e poi anche il cambio di olio, candele e filtro dell’aria. Nessun problema, invece, per il pilota. La Honda CRF 450R, dotata di pattini nautici e con una ruota posteriore con pale speciali per una buona spinta idrodinamica necessaria planare sull’acqua, probabilmente, dovrà essere meglio adattata agli imprevisti di un mare “volubile” qual è lo Stretto di Messina. Potrebbe essere d’aiuto montare le alette con la parte posteriore verso il basso come gli alettoni degli aerei rivolta verso il basso per aumentare la portanza.

«La giornata di oggi sembrava ideale avevamo preparato tutto ma sono stato fermato più volte a causa del traffico navale» – ha raccontato Colombo. «Quando finalmente ho avuto il via libera sapevo della corrente nella parte centrale dello Stretto ma ignoravo la presenza di onde provocate da due navi cargo che erano passate una ventina di minuti prima». – ha spiegato. «L’ingresso in acqua è stato facile, ho messo la terza e poi la quarta marcia e tutto andava bene finché non ho incontrato questa serie di onde che non era possibile vedere da riva. Ho superato le prime ma una ha rallentato la corsa fino a farmi fermare. In cinque anni – ha sottolineato – non mi era mai successo, la considero un’esperienza di cui fare tesoro ma non ho intenzione di mollare e voglio certamente ritentare l’impresa. Sono in Sicilia da due settimane, sapevo che lo Stretto sarebbe stato un osso duro e ho potuto constatare di persona le variabili che hanno reso famoso questo tratto di mare. Nella vita a volte si vince, altre volte si impara e non dobbiamo dimenticare che ogni errore ci avvicina al nostro obiettivo. Non sono abbattuto – ha concluso – mi sento invece carico di una gran voglia di riprovare, questa avventura non finisce qua».

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