Storie Arcane

Le tre Ninfe che crearono la Sicilia

La luce forte e calda del sole sembra avvolgere in un alone arcano la bellezza selvaggia della nostra isola e la immerge in un’atmosfera magica e suggestiva che si perpetua sin dalla sua origine.
La Sicilia, splendida isola del mar Mediterraneo, secondo un antico mito che si tramanda di generazione in generazione, è nata dalla danza di tre Ninfe.
Non ci credete?
Provate a chiudere gli occhi e, ascoltando il trillo ammaliante degli uccellini all’alba, potrete sentire il tintinnio incantato delle risate di queste affascinanti ninfe.
Ma prima di iniziare sapete chi erano?
In greco antico il termine Nunfè significava fanciulla.
Quindi le ninfe, nella mitologia classica greca, erano delle fanciulle eternamente giovani, dee della natura e venerate come divinità delle fonti, dei fiumi, dei laghi, dei monti e delle foreste. Esse accompagnavano la dea Artemide e, come lei, erano caratterizzate da una bellezza senza eguali.
Ma torniamo alla nostra storia.
Queste tre Ninfe, erano belle e spensierate, danzavano balli leggiadri in cui manifestavano tutta la loro grazia di esseri sovrannaturali e girovagavano per il mondo in cerca di luoghi particolari per ammirarli nella loro peculiarità. Mentre attraversavano i posti più disparati, avevano l’abitudine di raccogliere i sassi, i frutti e gli alberi più belli. Li custodivano come beni preziosi e proseguivano il loro cammino sempre a passo di danza.
Una mattina, dopo un lungo tragitto, si ritrovarono in un luogo completamente diverso da tutti quelli che avevano visitato fino a quel momento.
Il cielo era pennellato di un azzurro intenso, la cui limpidezza lo faceva brillare della stessa lucentezza di una pietra preziosa e il sole, con i suoi raggi dorati, sembrava espandere bagliori aurei che, come piccole gemme, illuminavano l’aria tersa.
Affascinate da un simile spettacolo, si fermarono stupite e, dopo aver ammirato tanta bellezza, iniziarono una danza mistica e segreta. Con la leggiadria di dee, mossero passi lievi e armoniosi sulla superficie del mare spumeggiante e donarono alla sua immensità tutti i doni della natura che avevano raccolto e conservato durante il loro lungo viaggio.
Danzarono seguendo il dolce suono delle onde che dondolavano mollemente e seguendo un percorso magico, si disposero ognuna in un punto preciso da cui si innalzarono tre piccole montagne che diedero origine ai tre vertici di un triangolo.
Animate da un fuoco divino, danzarono più veloci e compirono la loro magica creazione facendo emergere dalle acque cristalline una terra delimitata proprio dai tre promontori, ognuno nel punto preciso in cui ciascuna ninfa aveva danzato.
Avete capito quali sono questi tre promontori?
Essi si trovano proprio sulle tre punte più estreme della Sicilia, quelle che le conferiscono la sua tipica forma triangolare e che sono: Capo Peloro a Nord-Est, a Messina (se avete buona memoria di certo ricorderete che è quello sorretto dal mitico eroe Colapesce); Capo Passero a Sud-Est a Siracusa e Capo Lilibeo o Boeo a Marsala ad Ovest.
Una leggenda fantastica come la nostra fantastica isola!
Nata dalla danza di tre splendide ninfe che, grazie ai loro doni, la resero una terra fertile e particolarmente ricca di varietà di piante e di fiori e le diedero questa forma particolare di triangolo rovesciato per distinguerla da tutte le altre isole che hanno spesso una forma tondeggiante.
E questa caratteristica con molta probabilità diede origine al suo antico nome: Trinacria o il nome latino Triquetra.
Conoscete la sua etimologia?
Si ricollega a un termine di origine greca: triskeles composto da due parole: treis, (tre) e da akra (promontorio).
Quindi quale nome migliore per indicare la nostra splendida isola?
Esso riassume in un solo nome la sua insolita forma geografica.
Questa nostra bella isola era già conosciuta ai tempi antichi per le sue bellezze infatti viene nominata e decantata anche dal poeta Omero nel libro XII dell’Odissea in cui la Maga Circe predice ad Ulisse che, dopo aver scampato i pericoli del canto delle Sirene e della furia di Cariddi, sarebbe giunto su un’isola: Trinakìe.

Allora incontro ti verran le belle
spiagge della Trinacria isola dove
pasce il gregge del Sol, pasce l’armento.

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