Storie Arcane

La leggenda di Maretta, la principessa brigantessa di Maletto

Maletto, piccolo comune della provincia di Catania, è molto noto per le bellezze del luogo e soprattutto per la particolare coltura delle sue fragole, infatti la Sagra delle fragole si svolge ogni anno ai primi di giugno e attira tantissimi visitatori.
Ma Maletto è teatro di una leggenda molto particolare, legata alle sue origini e che ricorda ancora, nei racconti della tradizione, il coraggio e la determinazione di una donna vissuta in tempi lontani in cui il potere era esclusivamente in mano agli uomini.
Storicamente Maletto fu fondato da Manfredi Maletta, imparentato con Federico II, intorno al 1263. Egli fu il signore del castello che edificò sul colle e che oggi è soltanto un rudere. Inizialmente attorno ad esso nacque una piccola comunità agricola ma il vero villaggio si formò solo nel XV secolo, quando la famiglia Spadafora, entrò in possesso dell’antico feudo svevo e ne restò proprietaria fino all’Unità d’Italia.
Invece la leggenda, che si tramanda da secoli nella cultura popolare del luogo, ammanta di fascino e di mistero la nascita di questo suggestivo borgo.
Essa narra che questo delizioso paesino nacque grazie al coraggio di una donna: la principessa Maretta che, per tutta la vita, si ribellò alle prepotenze dei signori e che li combatté insieme a un gruppo di suoi fedeli che per questo vennero considerati dei briganti.
Maretta, la principessa brigantessa, non aveva paura di affrontare i suoi nemici e non esitava a sfidarli in battaglia per poi nascondersi sulla rocca dove in seguito nacque il paese.
Nonostante la sua forza d’animo, e il suo ruolo di capo della sua banda di briganti, la giovane conduceva una vita semplice e molto ritirata, infatti non permetteva a nessuno uomo di avvicinarsi a lei per corteggiarla. L’amore non rientrava nei suoi programmi poiché avrebbe potuto renderla più vulnerabile.
Pertanto nei racconti popolari viene tratteggiata come una donna dal carattere forte e risoluto, non incline ai vezzi femminili tipici delle damigelle del tempo. Una donna diversa dal modello imposto dalla società del tempo.
E soprattutto impulsiva ma anche generosa.
La storia popolare narra che per questo suo grande coraggio, con il passare del tempo, sempre più persone umili e povere si rivolsero a lei in cerca di protezione sperando che potesse aiutarli. Così pian piano si riunirono sulla rocca e formarono il primo centro abitato che deve proprio a lei il suo nome.
Maretta nel tempo fu storpiato in Marettu e poi in Maletto, il nome attuale.
Però si narra che un giorno la principessa Maretta sparì senza dire nulla a nessuno. Gli abitanti non la videro più, ma ancora oggi si crede che Maretta si sia ritirata da qualche parte in zona poiché sentiva che era giunta l’ora di morire.
Ma la sua anima non ha mai lasciato il paesino. Marella lo amava troppo e poi il suo coraggio ribelle non le avrebbe mai permesso di andarsene e di lasciare senza protezione i suoi amati abitanti.
Il suo legame era così forte che, secondo i racconti popolari, il suo fantasma è rimasto a vigilare tra i vicoli del paesino.
Infatti tutti gli abitanti sono certi di averla vista vagare tra le stradine del centro e aggirarsi tra le rovine del castello.
Una storia di ribellione e di coraggio che, nonostante la sua natura leggendaria, con molta probabilità ricorda la determinazione di una donna del luogo, che riuscì a farsi valere e a imporsi come tale nonostante la pressione di una società prettamente maschile.

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