L'Opinione

Etna Comics: i Mille e Uno sentieri della fantasia

Avete davvero presente cosa intendiamo quando adoperiamo l’espressione partecipare ad un evento-fiume? L’essere letteralmente ‘travolti’ da una piena che non si è in grado di arginare, è quello che si prova quando si partecipa ad «Etna Comics». Dal 6 al 9 giugno 2024, la città di Catania ospiterà il «Festival internazionale del fumetto, del gioco e della cultura pop» più grande del Sud Italia, giusto quest’anno alla sua 12a edizione. Basterebbe consultare il programma dell’evento, riportato sul sito internet www.etnacomics.com, per poter cadere nella tentazione mefistofelica di farsi clonare. A meno di non essere la versione 2.0 di Mandrake, seguire gli oltre 100 differenti eventi al giorno, per regolamento da svolgere in contemporanea nelle diciannove aree del Centro Fieristico «Le Ciminiere», è pressoché impossibile. Tra gli ospiti che verranno ‘spalmati’ in una tre-giorni al cardiopalma, basti ricordare, oltre all’onnipresente Rocco Siffredi, uno dei protagonisti della serie «Il Trono di Spade», il canadese Ross Mullan e l’illustratore Charles Vess, artista statunitense noto agli amanti del Fantasy. Il talento artistico italiano è rappresentato dai nuovi titani della Nona Arte. Il periplo degli oltre duecento banchetti, collocati a rappresentanza degli editori di fumetti, giochi di ruolo, carte e creazioni multimediali operanti nel Bel Paese, vi porteranno a chiedere una litografia autografata da Alessandro Pastrovicchio, firma di «Wizards of Mickey» o una stampa di «Dylan Dog», nata dai pennelli del disegnatore milanese Giampiero Casertano e distribuita in esclusiva per i presenti. Qualora iniziaste a barcollare per l’incipiente stanchezza data dal disegnare origami o per aver cantato a squarciagola le canzoni dell’inossidabile Cristina D’Avena, non abbiate paura. La frequentazione di un (mini)corso per diventare esperiti Ghostbusters vi aiuterà a distinguere le immagini scaturite da un improvviso calo di zuccheri da quelle raffiguranti presunti fantasmi, fate o le creazioni di un mangaka (non è una parolaccia del menga), ovvero una delle migliaia di cosplayers, la nuova frontiera dell’immaginario adolescenziale, consistente nel vestire come il proprio personaggio preferito. Il filo conduttore di «Etna Comics 2024» viene dal manifesto ufficiale dell’evento, ideato dall’artista Zerocalcare. Il (controverso) fumettista toscano ha realizzato, per l’occasione, l’immagine del drammaturgo siciliano, il fu nel 1934 Premio Nobel per la Letteratura, Luigi Pirandello, nell’atto di compulsare una maschera, scelta a caso tra le tante riposte in una teca: «in un mondo in continuo cambiamento, in cui la comunicazione vola frenetica […] la maschera tende a prevalere sul volto e la verità è “una, nessuna, centomila”. In una manifestazione che presenta al suo pubblico eterogeneo tanto l’eredità mediatica di Tolkien quanto la serie «Supersex», è davvero difficile dargli torto. A patto che, per dirla con il sempre valido Tommaso d’Aquino, non smettiamo mai di ricercare l’unità nella varietà, pena l’essere derubricati da esseri pensanti dotati di un’anima, e in quanto tali in grado di elaborare e tenere una linea, con una barca in preda ai flutti contrastanti di quel mare in tempesta, alias la cacofonia del mondo.

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