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“Io la guerra non la volevo fare”: il libro di Alfio Patti

Lo studioso, lo storico, è quello che vuole dare voce a chi voce non ha più e che la voce non l’ha avuta neppure quando sono state prese decisioni (“ordini”) importanti sulla sua vita. Questo concetto è quanto di meglio nella sua ricerca ha portato Alfio Patti a verificare quanto fossero volenterosi e coscienti di partire per la guerra i coscritti per il fronte. “Io la guerra non la volevo fare” è il titolo del libro scritto da Alfio Patti, edito da Algra Editori, con la prefazione del prof. Salvatore Musumeci. Nel libro si vuole dare voce a tutti i giovani militari sangregoresi che hanno partecipato ai due conflitti mondiali, nella storia di chi non tornò più e nella memoria di chi ha potuto raccontarle. Il libro sarà presentato ai cittadini venerdì 23 maggio 2025 alle ore 18, presso l’Auditorium comunale Carlo Alberto Dalla Chiesa in via Carlo Alberto n°6 a San Gregorio di Catania. Con il patrocinio del Comune di San Gregorio di Catania, dell’Associazione Culturale Radiusu, dell’Algra Editore e del ReiS “Registro Eredità Immateriali della Sicilia”, saranno presenti in Auditorium ed interverranno il sindaco di San Gregorio di Catania Sebastiano Sgroi, l’Assessora alla Cultura Giusi Lo Bianco, l’Editore Alfio Grasso. Dialogherà con l’autore e modererà gli interventi Salvatore Musumeci. Voglio condividere con quanti leggeranno questo scritto che il Comune di San Gregorio di Catania ha acquistato 150 copie da donare ai familiari dei militari citati nel testo. Familiari che si sono resi molto utili, consegnando materiale inedito, per la ricerca e per le foto pubblicate nel libro. La prefazione, curata da Salvatore Musumeci come già anticipato, inizia con una citazione del poeta cileno Pablo Neruda:«Le guerre sono fatte da persone che si uccidono senza conoscersi, per gli interessi di persone che si conoscono ma non si uccidono». La ricerca storica di Alfio Patti, il suo paziente lavoro di scavo negli archivi ha dato ottimi risultati. Egli ha colto pienamente il suo obiettivo: umanizzare i caduti sangregoresi, i cui nomi, scritti sulle lapidi dei due monumenti cittadini, rischiano di diventare semplici elenchi di persone sempre meno note e di scivolare inesorabilmente nell’oblio. L’autore dichiara che tutto ebbe inizio da una lapide “Eroi caduti per la Patria 1915-1918 comune di San Gregorio” mentre aveva tra le mani un suo libro sulla storia di San Gregorio di Catania. Nel libro sono appena accennati i nomi dei militari sangregoresi che hanno partecipato alle grandi guerre e che rischiavano di cadere definitivamente nell’oblio. Pensando ai loro volti, seri ed austeri anche se ventenni. Immedesimandosi in loro. Ha immaginato i loro sogni, le loro speranze infrante da una morte violenta per volontà di altri uomini. Uomini che non si conoscevano ma che si combattevano per conto e per volere di altri. Nasce l’idea: è giusto e doveroso ridare volti e dignità a quei giovani, progenitori della collettività. Nasce la voglia di saperne di più di quanto accaduto in quel tempo ormai lontano. Quindi dare voce ed umanizzare i giovani cittadini sangregoresi che, volenti o nolenti, sono stati chiamati come militari a partecipare ai due grandi conflitti che hanno caratterizzato il Novecento. In molti non tornarono più, chi sopravvisse divenne testimone ed ha potuto raccontare quanto successo sui campi di guerra e nelle prigioni, le loro e quelle di chi non fece più ritorno: esperienze dolorose che segnarono per sempre la loro vita. La prima guerra mondiale ci ricorda che buona parte delle vittime erano contadini poveri, braccianti, piccoli artigiani e commercianti meridionali e che un’intera generazione fu cancellata. Ragazzi di vent’anni, poco istruiti, strappati alle loro famiglie e alla loro terra per essere mandati in trincea a morire in luoghi desolati, tra montagne ostili e paesi di cui nemmeno conoscevano l’esistenza. Furono sacrificati per servire una classe politica e gli interessi economici di chi pochi anni prima aveva saccheggiato la loro terra e che li considerava con durezza e disprezzo. Il libro ci consegna l’insieme della vita quotidiana delle famiglie sangregoresi fatta di paure e di ansie per i propri cari impegnati al fronte. La storia raccontata in piccole storie può essere più comprensiva che non nei racconti storici di carattere generale i quali per ragion di Stato possono essere edulcorate. Il libro, corredato di 133 fotografie e documenti dell’epoca, mette in risalto le immagini crude di quanto descritto e le testimonianze di chi racconta la propria esperienza sul fronte di guerra.

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